Hell is my Life

Role per me e Justin

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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Routine. Ormai la vita del trapassato era segnata dalla routine più assoluta. Serviva il suo Signore e e ultimamente gli aveva affidato talmente tanti incarichi che non aveva più un attimo di pace. Mai un attimo di riposo per le sue stanche membra. Lo desiderava il riposo tanto meritato, ma pareva non giungere. Più volte era arrivato al punto di rifiutare qualcosa, ma la parola del Padrone era legge per lui. Non poteva rifiutare una missione richiesta da Hades stesso.*

    darksiders2201208261600
    Mai un attimo di respiro è ... Sempre dietro a servirlo come un fedele cagnolino?

    *Quella pungente voce gli arrivò dritta nel cervello come se nessun altro essere potesse udirla al di fuori di lui. Era il nero corvo, compagno di molte avventure, ma quel giorno era stranamente di pessimo umore. Lo era tutti i giorni, ma quel giorno era meglio non dargli troppa corda.
    5darksiders2
    Sfortunatamente quel suo essere pungente aveva centrato il servitore di Hades su di un tasto abbastanza dolente. Mai schernire il "suo credo". Doveva tutto al Re avernale. Gli aveva donato un potere che sentiva suo. Gli aveva donato una nuova vita che lo eccitava a tal punto che se non combatteva rischiava di divenire più pazzo del solito. Certo era un ragionamento abbastanza contorto il suo, ma era quello in cui credeva.*

    Bada a come parli uccellaccio del malaugurio. Se ti prendo ti stacco le penne ad una ad una e ti getto nell'oblio senza fine.

    *Il suo verbo venne espresso con un tono da far gelare l'aria circostante. Il sottile sguardo, che trapelò attraverso l'arcana maschera, trapassò le fragili carni del volatile. Se solo avesse voluto gli avrebbe seriamente staccato le penne dando corpo e consistenza alle sue parole.
    Non ci furono ulteriori spargimenti di frasi. Il corvo se ne andò, forse per timore d'essere spennato o altro, lasciando il guerriero non-morto davanti al palazzo principale di tutto l'Inferno.
    Quell'edificio era imponente. Dopo tutto era la reggia del Sovrano avernale. Dalle fattezze scure quel castello si stagliava in tutta quella magnificenza incutendo terrore per le anime dannate e forza per i servitori fedeli al loro signore. Certo più di qualche profano aveva penetrato le sue mura, ma non era mai uscito intero sulle sue gambe.*

    Puoi andare. Per il momento non mi servi.

    *Con quelle banali parole venne liquidato dal suo Signore, quando venne ricevuto da quest'ultimo. Avrebbe voluto chiedergli qualche ricompensa in più, ma non era il caso. Fu così che il mascherato specter lasciò la sala del trono per dirigersi all'uscita del palazzo. Finalmente avrebbe potuto trovare un poca di pace prima della prossima missione.*
     
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    † Dal regno delle tenebre †

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    Silenziosa è a volte la notte. Calma, placida, così oscura e così misteriosa allo stesso tempo. Un rumore di passi riecheggiava quella sera, un rumore lento e costante si faceva strada tagliando quel gelido e sinistro silenzio …
    Una sola fonte di luce vi era quella nottata, la luna, così bella, così luminosa, la visuale era presso che meravigliosa, dato che non vi erano nubi a coprire la sua strada.
    La mia pazienza quella sera venne messa a dura prova parecchie volte, ancora non sapevo quale divinità ringraziare, se fino a quel momento non avevo fatto mosse azzardate e, non avevo ucciso il mio braccio destro. Di quel passo e come si stavano avviando le cose, non mi sarei trattenuta ancora per molto prima di ucciderlo e lasciarlo lì, inerme privo di vita. Molte erano le scuse che potevo raccontare a Ade, il nostro Dio, la nostra guida, avrei pagato sicuramente amare conseguenze, ma per lo meno mi sarei sfogata un po’, riversando su quella nuova recluta tutta la mia ira e la mia frustrazione che mi stava facendo venire.
    « .. Ancora non mi dici che hai in mente di fare, sono ore che camminiamo, e non mi vuoi dire nulla .. »
    Domande, troppe per i miei gusti e per le mie orecchie che non riuscivano più a sopportare tutti quei perché e tutti quei come. Doveva rimanere in silenzio e fare ciò che gli dicevo, invece, mi ritrovavo qualcuno che non voleva sottostare ai miei ordini. Di recente non mi fu affidata più una sola missione e meno che meno un solo incarico di grande importanza, sembrava che il Dio dei morti avesse voluto lasciarmi da parte, si divertiva a dare le cose da fare alle nuove reclute, ai novellini che non avevano la ben che minima idea di che fare e di come muoversi. Dopo tutto quello che avevo fatto per lui, dopo tutte le cose che avevo svolto per suo volere, come unico ringraziamento che ottenni fu uno solo: l’essere lasciata da parte.
    Mi aveva affidato un compito così semplice e così banale allo stesso tempo, dovevo fare da lacchè ad un novellino, un moccioso più piccolo di me in fatto d’età, a cui era stato affidato il compito di “scovare” un traditore, uno Specter che aveva violato le volontà di Ade, e ora doveva pagare la sua insubordinazione a caro prezzo. Io ero la sua guida quella notte e quindi doveva darmi retta e seguirmi senza troppe storie. Qualche istante dopo, il mio “compagno” di missione si fermò, afferrandomi per un braccio. Rallentai il passò bloccandomi all’istante. Socchiusi gli occhi respirando profondamente e, nel frattempo, nella mia mente passavano svariate idee e suggerimenti su come farlo fuori, su come torturarlo fino a condurlo ad una morte lenta e dolorosa, piena di sofferenza e d’agonia.
    « .. Ma mi stai sentendo quando ti parlo? .. »
    Ascoltai quella domanda, usò un tono parecchio seccato, e chi non lo sarebbe stato se qualcuno non ti avesse risposto quando gli parli e, meno che meno ti racconta cosa ha in mente di fare e dove ti stava portando. Con uno scatto mi liberai dalla sua presa muovendo in avanti l’avambraccio. Voltandomi successivamente, posando il mio sguardo glaciale su di lei, scrutandolo parecchie volte prima di parlare, prima che dalla mia bocca uscisse qualche sillaba.
    « .. Punto primo, smettila di fare domande, odio chi è troppo curioso, punto due stiamo andando dove il nostro Signore ci ha detto di andare, punto tre, sei una semplice recluta che non so per quale motivo ma ti ha affidato a te questa missione, quindi smettila e cerca di ascoltare chi è più vecchia di te .. »
    Speravo che la mia spiegazione fosse stata abbastanza esauriente per i suoi gusti. Gli raccontai brevemente cosa stavamo facendo, stavo seguendo semplicemente le indicazioni che mi furono date e che quindi, non avevo la ben che minima idea di dove stavamo andando, dato che quel territorio non l’avevo mai esplorato, ero la prima volta in vita mia che mettevo piede in quelle lande desolate, distrutte e rase al suolo dall’Apocalisse, dove prima s’innalzavano intere città, grattacieli e edifici vari, dove le erano brulicanti di vita come un formicaio in attività con le sue formiche in continuo movimento. Tutto quello che appariva dinanzi ai miei occhi, era solo desolazione e una serie infinita di macerie e nulla più …
    « .. Perché lo stiamo facendo ? .. »
    Dopo aver ripreso a camminare e aver fatto qualche altro chilometro, nuovamente dalla bocca di quel lattante fu formulata una nuova domanda, perché lo stavamo facendo? Era una missione apparentemente semplice, ma dietro ciò si celava qualcosa di più. Uno Specter, aveva tradito più volte la fiducia di colui che gli aveva dato una nuova vita. Più volte aveva fallito i suoi compiti e, ogni volta prometteva, giurava e s’inchinava davanti a Ade promettendogli di fare del suo meglio, ma ogni volta quella promessa era infranta, non andava d’accordo con gl’altri, si pavoneggiava, credendosi il migliore, il più forte, il più astuto di tutti, ma in realtà non era altro che un fantoccio che non sapeva minimamente cosa voleva dire fare del proprio meglio.
    Fu così che dopo mesi fu rilasciata la sentenza di farlo fuori, eliminarlo, dovevamo riportare la sua Cloth integra, così facendo, sarebbe andata a qualcuno di più abile, a qualcuno che non trovava una scusa dietro l’altra, ma che avrebbe fatto il suo lavoro senza alcun tipo di problema.
    « .. Non sono affari che ti riguardano, ora .. »
    Bloccai il discorso voltandomi lentamente verso di lui, feci scivolare una mano tra i lunghi capelli biondo platino.
    « .. Chi stiamo cercando è da queste parti, ti lascio il compito di fare tutto da solo, in fin dei conti, è te che stiamo testando, io me ne starò qui ad aspettarti .. »
    Nuovamente portai le braccia al petto allontanandomi da lui, andai ad appoggiarmi con la schiena ad un muro rimasto ancora in piedi di quella che doveva essere una casa. Dopo tutto, era lui l’esaminato, il mio l’avevo passato egregiamente molto tempo prima, ero davvero curiosa di vedere come se la fosse cavata, se mai sarebbe tornato indietro sano e salvo, ma avevo qualche dubbio a riguardo, uno alle prime armi difficilmente sarebbe uscito inerme e illeso da una simile situazione. Questo mi guardava con una strana espressione, impaurita e spaventata allo stesso tempo.
    « .. Mi lasci da solo? Avresti il coraggio di fare una simile cosa? Tu che dovevi essere il mio maestro? .. »
    Mi limitai ad annuire con il capo, come per dire “si, ovvio” perché dovevo sporcarmi inutilmente le mani di sangue, quando vi era qualcun altro a portare a termine quel lavoro? E dopo, era risaputo che non ero una brava insegnante, ma, dato che era appena arrivato non lo poteva sapere. Sul mio volto apparve un sorrisino maligno, certo che l’avrei lasciato da solo, non ero di certo sua madre, da prendermi cura di lui, il mondo era e sarebbe stato un ambiente difficile, una giungla dove solo i più forte sopravvivevano, e i deboli, purtroppo perivano, mai come allora quella leggeva si applicava alla perfezione a quello stile di vite che si era ridotto a dover condurre sulla terra.
    « .. Vai, ti conviene andare, non ho tutto il tempo a disposizione per te, fallo fuori e riporta la sua armatura intera, è quella che c’interessa, per il resto fa ciò che vuoi .. »
    L’unico ordine era quello, l’armatura la volevo indietro integra, per quanto riguardava lo sbruffone, poteva far di lui ciò che voleva.
    Ovviamente, non potendosi tirare indietro, sparì nel buio della notte, lasciandomi lì da sola e al silenzio che vi era lì nei dintorni. Ci vollero parecchie ore, prima che il ragazzo tornasse indietro, Puntai lo sguardo verso quella figura che avanzava attraverso le prime luci dell’alba. Il suo volto era ricoperto di graffi e tagli, ovunque riportava segni di lotta, ma con se non aveva quanto richiesto. Quando mi si avvicinò lo guardai meglio, qualcosa mi fece presagire che non era andato bene, ma volevo sbagliarmi, altrimenti sarebbero stati guai per entrambi
    « .. Allora? Dov’è? .. »
    Brevemente mi spiegò cosa era accaduto, l’avversario si era rivelato più forte del dovuto, così, anziché tornare indietro con la sua testa l’aveva fatto scappare. Strinsi il pugno della mano sinistra con quanta più forza avevo, ma dovevo stare calma, non dovevo scatenare pandemoni e meno che meno fare gesta impulsive che potevano in qualche modo aggravare ancora di più le cose. Inarcai il sopracciglio destro lasciando trasparire delle mie labbra un sorrisino, una parte di me continuava a suggerirlo di farlo fuori, dato la sua inutilità, ma dall’altra, quella piccola parte “saggia” e di buon senso che ancora possedevo, mi suggeriva di lasciar correre, ci avrebbe pensato chi di dovere, a sistemare il tutto nei migliori dei modi.
    « .. Darai spiegazioni non appena siamo tornati indietro, andiamo .. »
    Quelle furono le uniche parole che pronunziai per tutta la durata del viaggio di ritorno. Il moccioso non mi fece più una sola domanda e, meno che meno volle sapere qualche altro dettaglio sulla faccenda, da una parte meglio così, meno rotture per me.
    Quando arrivammo gli indicai di andare a raccontare l’accaduto, la colpa era solo e come tale, era giusto che si prendesse le sue responsabilità, anche se, tutto sommato, avevo la sensazione che una striglia di capo me la sarei beccata. Mi fermai quando lì nei dintorni andai a sbattere contro qualcosa. Qualcuno era lì infermo nel bel mezzo del passaggio come se niente fosse, dato il mio umore nero e ormai pessimo, per via dell’accaduto, la mia rabbia non fu più in grado di essere gestita e meno che meno controllata.
    « .. Sai, potresti guardare dove metti i piedi .. »
    Sapevo che quella doveva guardare dove mettevo i piedi e dove camminavo ero io, ma poco mi importava, era un modo come un altro per “sfogare” il tutto, una tecnica che facevo quasi sempre, peccato il povero malcapitato che finiva per sbaglio lungo il mio cammino. Alzai la voce mentre pronunciavo quelle parole, ignorando il fatto del mio gesto e dei guai che poteva portare con esso, erano le mie abitudini e mai le avrei cambiate …
     
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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Immerso nelle sue elucubrazioni il trapassato camminava con passo pesante tanto che il suo eco riecheggiava nell'Averno in modo surreale. Era stato congedato in maniera abbastanza sbrigativa e la cosa, ogni volta, non gli andava a genio. Purtroppo però doveva mandar giù il boccone amaro e andare oltre visto che altro non era che un semplice strumento di distruzione e caos.
    In quel momento non comprese se fosse stato lui a finire contro qualcosa o se era quel qualcosa ad aver sbattuto contro di lui. L'impatto non fu troppo violento, ma il trapassato era già adirato di suo e quel fatto non faceva che aumentare la sua collera.*

    Sai, potresti guardare dove metti i piedi.

    icondeath
    *Quel verbo venne espresso con un tono che non piaceva al trapassato. Sapeva dell'arrivo di nuove reclute, ma fortunatamente non gli era stato assegnato nessuno data la sua scarsa "reperibilità" per via del lavoro da mietitore e se quella voce era di una di loro avrebbe provato piacere a privarlo nuovamente della vita donandogli lui stesso il riposo eterno.*

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    Sei tu che mi sei venuta addosso dolcezza. Ringrazia che non sei una novellina o ti avrei rimesso al tuo posto a suon di bastonate.

    *Ne riconobbe la potenza in quella donna. Certo non era una sua pari grado, ma neanche una novellina e sinceramente non aveva molta voglia di menar le mani. Però doveva scusarsi a gliele avrebbe suonate di santa ragione. In quel gesto, anche se involontario, non aveva dimostrato di comprendere chi si trovava davanti, ma la questione era ben altra. Avrebbe potuto bloccarla a terra senza problemi, ma prima voleva capire con chi aveva a che fare visto che il suo volto non lo aveva mai visto prima di quel momento.*

    Osi alzare la voce contro di me ragazzina? Per caso hai la vaga idea con chi hai incrociato il tuo passo?

    *Il di lui verbo preannunciò il manifestarsi della sua energia cosmica. Essa era violenta, potente e malvagia. In essa si poteva comprendere che aveva vissuto innumerevoli battaglie tanto d'accrescerne il suo devastante potere.
    In quel momento stava alla ragazza non-morta decidere cosa fare. Il trapassato avrebbe atteso la sua eventuale reazione.*
     
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    † Dal regno delle tenebre †

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    Lo specter non prese bene la mia mossa, infatti questo si incavolò maggiormente. Questo mi venne che se non fossi stata una novellina, ci avrebbe pensato lui a darmi una bella lezione con i fiocchi. Il mio sguardo si posò su di lui, osservandolo in malo modo, non lo conoscevo ma già stava mettendo a dura prova la mia pazienza e, per rendere le cose ancora più meravigliose, me ne ero appena ritornata da una missione fallita. Strinsi il pugno della mano sinistra, stringendo le dita con quanta più forza avevo, non volevo far nulla di avventato e meno che meno complicare la situazione in cui mi trovavo.
    « .. Ti conviene badare come parli, non sono nell'umore adatto... »
    Lo misi in allerta prima che fosse troppo tardi, com'era che diceva un vecchio detto? Umono avvisato mezzo salvato. Stava a lui ora vedere di dosare le parole e i suoi modi di fare, io l'avevo messo in guardia, non avrebbe dovuto lamentarsi se, per puro caso, si sarebbe ritrovato con un bel bernoccolo in fronte.
    « .. E come no, non sono una novellina per tua sfortuna .. »
    Nel mio tono di voce vi era una sottile linea di sfido che, sicuramente l'avrebbe notata. Se c'era una cosa che adoravo era appunto provocare le persone e ora, per mia fortuna, avevo trovato pane per i miei denti. Aggiunse se sapevo chi fosse e come osavo ad alzare la voce contro di lui. Incrociai le braccia all'altezza del petto assumendo uno strano sorrisino, ovvio che mi azzardavo a farlo, era appunto quello il bello del divertimento, vedere fin che a punto la gente si sapeva spingere quando perdevano le staffe.
    « .. Qui qualcuno ha avuto una brutta giornata a quanto vedo. E sentiamo, chi saresti di grazia? .. »
    A quanto sembrava doveva aver avuto una brutta, bruttissima giornata per essere così acido e scorbutico. Chiesi chi fosse, volevo sapere di chi si tratta e chi era colui con cui stavo discutendo in quel momento, conoscevo una buona parte degli Specter, ma non tutti ...


    Edited by Justin Cassandra MecGregor - 14/11/2014, 16:58
     
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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Quella pareva in vena di rogne. Dal canto suo il trapassato aveva bisogno di riposo, ma era più che contento di rimettere al più presto nei ranghi quella stolta mocciosa che osava bloccargli il passo non comprendendo che era lei in torto.
    darksiders2201208261600
    Fu così che Morte liberò a pieno il suo violento cosmo tanto da provare a farle capire qual'era la sua reale potenza e che il suo corpo non era solo per "bellezza". Oltre ai muscoli vi era qualcosa di molto più malvagio e probabilmente la donna non poteva eguagliarlo. Anche se non era una novellina era nettamente più debole di lui. Lo percepiva dalla forza cl'ella sprigionava da quel suo gracilino corpo.*

    Sono conosciuto con molti nomi. Boia. Fratricida. Per te sono Morte. Specter della Stella della Terra Comandante.

    5darksiders2
    *Il di lui bieco sguardo scrutava quella donna dall'alto in basso. Dopo tutto tra le fila del Sommo Hades vigeva la regola del più forte e lei probabilmente non era di certo nella posizione di potersi permettere quel tono con un suo diretto superiore, o almeno con qualcuno che la surclassava in quanto a forza distruttiva.*

    °Non so se ucciderla o complimentarmi con lei in maniera sarcastica perché ha firmato la sua condanna a morte ... anche se presto o tardi ritornerà in vita per mano del mio Padrone.°

    *Dopo aver proferito quel suo aspro verbo rimase in profondo silenzio a vedere cos'ella avrebbe fatto. Era pronto a muover battaglia contro di lei, ma era pur sempre una compagna di casta da non ammazzare. Le avrebbe fatto capire comunque con chi aveva a che fare e che con lui avrebbe dovuto mostrare un po' di rispetto visto che era irrimediabilmente molto più forte di lei. Era anche vero che se per qualche strano motivo fosse stata una Stella della Terra anche lei le cose sarebbero ulteriormente peggiorate visto che era lui il più alto in grado in quello schieramento di non-morti.*

    Allora? Ti decidi a dire chi sei o il paparino non ti ha mai insegnato le buone maniere quand'eri ancora viva?

    *Quel suo ultimo verbo venne proferito con ancora più astio del primo e solo dopo aver lasciato passare un poco di silenzio. Si stava veramente adirando tanto che la sua voce usciva ancora più distorta, per via della maschera, del solito. Voleva una risposta alla sua domanda ed alla svelta. Le sue mani iniziavano a prudergli e quello era il segno che prima o poi avrebbe fatto qualcosa di veramente terribile se al suo quesito non gli fosse data risposta alcuna.*
     
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    † Dal regno delle tenebre †

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    Il mio interlocutore cominciò a vantarsi di aver una certa "fama" - se così vogliamo chiamarla- Era conosciuto con moltissimi nomi, in particolare "Boia" o " Fratricida", io potevo chiamarlo con un semplice diminuito: "Morte". Rimasi in silenzio mentre ascoltavo la sua presentazione. Fu in quel preciso istante che, la figura che avevo dinanzi ai miei occhi cominciò a sprigionare il suo cosmo e la sua potenza. Voleva spaventarmi forse? Pensava di mettermi timore e di farmi scappare via a gambe levate?
    Nonostante ciò la mia espressione impassibile non mutò, rimasi calma e tranquilla, come se a parlare fosse il mio miglior amico. Affermò aggiungendo che apparteneva alla Stella della Terra Comandante.
    « .. Bene, almeno ora abbiamo un nome .. »
    Mantenni il mio tono sarcastico, spostando successivamente lo sguardo verso l'ingresso della dimora degli Inferi, il mio "Allievo" non aveva ancora fatto ritorno e, tutto sommato, non sapevo se prenderla come un buon segno o, se dover temere il peggio. Fu la sua domanda a farmi riportare l'attenzione su di lui chiedendomi con astio chi fossi ...
    « .. Potresti usare anche un po' di buone maniere, mio caro .. »
    Lo fulminai con lo sguardo, poteva chiedere le cose con un tono diverso, era evidente che cercasse guai e, se era quello che voleva gli aveva trovati. D’altro canto, era evidente che nemmeno io, cercavo un approccio pacifico ma questo era uno dei miei tanti modi di fare che mai e poi mai l’avrei modificato o cambiato.
    Non sapevo se tenerlo ancora sulle spine e vedere fin dove si sarebbe spinto, era un mio compagno di Casta tutto sommato e, ne dubitavo che , nel caso gli fossero saltati i cinque minuti mi avrebbe attaccata in qualche modo. Sprigionai il mio cosmo, come a volergli fare capire le mie intenzioni, che, se nel caso mi avrebbe provocata ulteriormente non avrei esitato a fare qualche mossa contro di lui, sia che fosse stato uno Specter come me o meno.
    « .. Chiamami Ra’hel, Stella del giudizio della Terra, molto lieta di conoscerla .. »
    A dire la verità non ero molto “lieta” di fare conoscenze quel giorno. Il tono della mia voce era parecchio irritato, ed era così che mi sentivo in quel momento, ero infuriata perché un semplice compito che mi era stato affidato era fallito per colpa di una matricola incapace. Solo in quel momento rimpiansi di aver accettato, forse, se solo avessi rifiutato ora non sarei stata in quel stato e così acida …
    « .. Ad ogni modo .. »
    Interruppi quel breve istante di riflessione aprendo nuovamente bocca, rivolgendomi allo Specter, sapevo chi mi trovavo davanti, se i miei calcoli e le mie “nozioni” non erano sbagliate non era una persona da sottovalutare. Non per via del suo nome strano o per via della sua fama, ma per il suo grado.
    « .. Trattare i propri compagni di Casta con un po‘ di tatto è di buon esempio anche per le nuove reclute, ma non dovrei essere io a ricordarle certe cose? .. »
    Tiravo un po’ troppo la corda in quel momento e lo sapevo benissimo. Comunque, anche se fosse stato un mio superiore, un po’ di buone maniere erano sempre ben richieste. E non era infatti la prima volta che pensavo. Se vi era una cosa che non sopportava era appunto qualcuno che mi provocava, poteva essere anche Ade in persona, a me non importava chi mi trovavo davanti …
    Ero curiosa di vedere cosa avrebbe fatto o detto, volevo veramente vedere se, la mia teoria sul fatto di essere un pezzo grosso lì dentro era veritiera o meno …
     
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    *La mocciosa si presentò anche lei, ma il tono che aveva nella sua voce proprio non andava giù al trapassato. Lo irritava, gli dava fastidio non avere il rispetto da coloro che erano suoi subordinati. La di lei lingua era tagliente e pungente come una vipera maledetta. Morte sperava che rivelarle il suo grado sarebbe stato sufficiente a farle abbassare la cresta, ma probabilmente non era così. Quella continuava col fatto che bisognava dare l'esempio per le nuove reclute, ma all'Inferno i deboli dovevano solo perire e lasciare il posto a quelli che veramente erano degni di essere degli specter.*

    icondeath
    Le nuove reclute devono imparare da subito cosa significa stare in questo posto e servire il Sommo Hades. Chi è debole deve morire e lasciare il posto al più forte.

    *Non aggiunse altro al suo verbo. Freddo ed autoritario tanto che se una nuova leva lo avesse visto e sentito sarebbe scappato dalla paura. Il violento cosmo di lui non accennava ad attenuarsi e nemmeno quello di lei. Pareva uno scontro tra guerrieri che presto o tardi si sarebbero dati battaglia, ma il trapassato rinchiuse la sua energia cosmica per poi andarsene voltandole le spalle. Che fosse finita li la questione?
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    Improvvisamente il non-morto si mosse al massimo della sua velocità raggiungendo la ragazza cercando di afferrandola per la gola senza lasciarle scampo. Se ci fosse riuscito l'avrebbe guardata per qualche istante con occhi iniettati di sangue e pieni di collera. Non voleva venire alle mani, ma doveva rimettere al suo posto quella mocciosa che si dava tante arie da diva.*

    Ritorna al tuo posto ragazzina. Qua in questo regno vige la legge del più forte. E' per questo che il novellino che hai mandato dal Padrone ti farà passare dei guai seri.

    *Dopo quelle sue glaciali parole l'avrebbe mollata a terra voltandosi nuovamente dandole le spalle e facendo qualche passo in direzione dell'uscita del palazzo. Sperava che quella si fosse messa a posto un poco per evitare spargimenti di sangue proprio nella reggia del loro Padrone. Dopo tutto era stato provocato quindi la colpa non era altro che della ragazza non-morta che aveva osato sfidarlo.*
     
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    Sperava di avermi messo paura? No, no e ancora No.
    Rimanevo in silenzio ad ascoltare, secondo la sua teoria, all’inferno valeva la legge del più forte e , per quanto riguardava i più deboli, dovevano perire e lasciar posto ai più valorosi. Non me ne importava del suo pensiero poetico. Ero abbastanza forte da meritarmi di stare lì in mezzo? Questo non potevo saperlo, l’unica cosa di certa era solo una, se Ade mi teneva fra le schiere vi doveva essere un motivo molto più che valido. Questo, dopo qualche minuto abbondante racchiuse il suo cosmo voltandosi, dandomi a quel modo le spalle.
    « .. Se sono ancora qui c’è un valido motivo , di questo puoi starne certo .. »
    Ma non appena espressi il mio pensiero, Morte si scagliò contro di me prendendomi per la gola. Non mi diede tempo di scansarmi o di spostarmi, dato che mi aveva colto di sorpresa. La mia reazione fu istintiva, portai la mano destra verso la sua, tentando di liberarmi da quella presa. Mi misi a ridere, una risatina sarcastica uscì dalla mia bocca. Potevo difendermi, potevo attaccarlo in qualche modo, anche accecarlo volendo. Ma l’unica cosa che riuscivo a fare era ridere. E ora? Cosa pensava veramente di aver ottenuto con tal gesto? Impaurirmi? Spaventarmi? Far abbassare la cresta e vedermi piangere come una ragazzina impaurita?
    « .. Dai su, uccidimi, lo sai vero che con un simile gesto ne dovrai pagare amare conseguenze con il nostro Signore ? .. »ro tranquilla, nonostante quelle sue maniere pesante che, al mio posto qualche altro Specter sarebbe sbiancato e impaurito, io ero calma, come se nulla fosse, come se , in quel momento, di fronte a me ci fosse un amico di vecchia data. Poteva uccidermi se voleva, poteva anche strangolarmi, ma , avrebbe pagato amare conseguenze con il nostro Signore. Stava a lui che cosa decidere di fare, lasciarmi andare o ad andare incontro ad un triste e tragico destino. Poco dopo mollò la presa lasciandomi cadere a terra. Nuovamente affermò la sua teoria sul più forte e, aggiunse, che se il mio allievo aveva fallito mi avrebbe fatto passare grossi guai con Ade. Ma davvero? …
    « .. Oh ma davvero? Chi ci avrebbe mai pensato che sarei finita in qualche guaio dato che ha fallito la missione? .. »
    Mi tirai su da terra osservandolo mentre, per la seconda volta, si voltò dirigendosi verso l’uscita del castello. Mi servivano le sue parole per ricordarmi che dopo aver passato un brutto quarto d’ora, dato il fallimento della missione. Sembrava che la questione con il mio superiore fosse finita lì, ma , per chi mi conosceva un briciolo, sapeva che a volte potevo risultare una carogna a tutti gli effetti e, un’abile attacca brighe …
    « .. Per due volte consecutive ti sento dire che qui vale la legge del più forte, beh, fammi vedere cosa sai fare. C‘è ancora un fuggitivo a piede libero, dammi una dimostrazione della tua bravura allora .. »
    Lo sfidai, nelle mie parole vi era celato dietro un sottile velo di sfida. Volevo vedere cosa sapeva fare, se era veramente così forte , oppure, se era tutta una messa in scena per maschera la sua debolezza. Che tutte quelle cose fossero solamente dette per distogliere l’attenzione delle sue reali capacità.
    Dopo tutto, la missione non era andata a buon fine, in giro da qualche parte per il mondo vi era ancora una palla al piede che Ade voleva vedere morto e riportata indietro la sua armatura. Solo allora, quando si sarebbe deciso a mostrarmi le sue vere doti da “leader” mi sarei ricreduta e, perché no, magari gli avrei portato maggior rispetto, non come un semplice Specter ma come un mio superiore a tutti gli effetti. Incrociai le braccia all’altezza del petto, in attesa di una sua risposta o di una qualche sua azione …
     
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    *Quella continuava a stuzzicarlo a tal punto che le di lui mani fremevano. Avrebbe voluto aprirle di netto la gola con la sua falce, ma si stava controllando. Come lei stessa affermò avrebbe passato delle grane se l'avesse uccisa, ma poteva sempre far passare il tutto per un incidente e spuntarla tranquillamente. In fin dei conti chi aveva più importanza era lui e non la ragazza, ma era anche vero che era solamente fatica sprecata con quella donna.*

    icondeath
    Cosa dovrei dimostrarti se ciò che dici è gli stato eseguito dal sottoscritto. Dopo tutto se tu fallisci spetta a me riparare ai tuoi errori. Quel fuggitivo ormai non farà più danni.

    *Il suo verbo era verità. Il trapassato era a capo dello squadrone delle Stelle della Terra e se un suo sottoposto falliva doveva lui stesso rimediare o far rimediare. Quella volta aveva preferito pensarci lui, ma la lavata di testa a quella donna non gliela toglieva nessuno. Aveva fallito come mentore e doveva pagare per la sua negligenza.*

    Se proprio ci tieni a vedere il tuo fallimento e la prova della mia bravura seguimi. Sarò lieto di farti capire ogni cosa.

    *Il trapassato mosse il suo passo verso l'uscita di quell'imponente edificio, la reggia del Sommo Hades, con il chiaro intento di mostrarle il fuggitivo che lei non era riuscita a catturare. Quel "lavoro" per lui era stato semplice e lo aveva scomodato di poco. Dopo tutto era un debole anche quello, ma sapeva il fatto suo ed era un "esperto" della fuga. Purtroppo per quello aveva incrociato malauguratamente il cammino con Morte e per questo era giunta la sua fine anche se lo attendeva qualcosa di ben peggiore dell'essere privato della vita, visto che era già deceduto.*
     
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    Fino a quel momento, quel tizio aveva continuato a blaterare, affermò che ai miei sbagli doveva porvi un rimedio lui stesso. Quando lo sentì pronunciare quelle parole, lo fulminai con lo sguardo, come se avesse detto una brutta cosa …
    Se vi era qualcosa a quel mondo che odiavo era appunto, quando qualcuno tentava di sistemare i miei sbagli e porre un rimedio nel caso avrei combinato qualche guaio. Ero solita a fare tutto da sola e, anche se quello era un mio superiore non avrebbe cambiato nulla. Se si solo si fosse azzardato a muovere un dito, lo avrei sbranato con le mie stesse mani …
    Però, ora come ora, ero curiosa di vederlo in azione, si era vantato di aver una gran fama lì sotto, e vederlo in azione mi avrebbe - forse - fatto cambiare idea e, perché no, magari gli avrei mostrato un po’ di rispetto verso i suoi confronti, ma era assai difficile farmi cambiare idea su qualcuno, quando una persona …
    « .. Vantati pure, vediamo cosa sarai capace di fare .. »
    Quelle parole le bisbigliai a bassa voce, dato che, nuovamente per l’ennesima volta si vantò della sua bravura, tutti erano bravi a parole, avrei visto il mio fallimento? Volevo vedere se era così scaltro da prendere quel tizio, ma ad ogni modo, ogni cosa sarebbe venuta al suo tempo e, pure la mia curiosità si sarebbe placata al suo tempo.
    « .. Prego, fammi strada .. »
    Lasciai che fosse lui a muovere i primi passi, io mi limitavo semplicemente a seguire il mio “capitano” se così volevo chiamarlo. Incrociai le braccia al petto senza aggiungere una sola parola di più a quelle già dette in precedentemente, cercai semplicemente di mantenere il passo rimanendo il più possibile vicino al suo, non volevo perdermi un solo istante di quello che avrebbe combinato una buona volta trovato chi stavamo cercando …


    Chiedo perdono per il posto corto e scarno, avevo poche idee su cosa scriverci.
     
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    *Pareva che non gli andasse giù il fatto che il suo superiore avesse rimediato ai suoi errori. Ecco un buon modo per farsi rispettare da parte del trapassato. Aveva capito dove puntare. Avrebbe affondato il coltello nella piaga fino a farle capire chi e cos'era lui per quella sciocca donnicciola.
    Non espresse verbo alcuno e le fece cenno con un dito di seguirlo. L'avrebbe portata dinnanzi al suo fallimento. Dal canto suo il mascherato servitore del Sommo Hades era divertito ed allo stesso tempo adirato.
    darksiders2201208261600
    Gli fremevano le mani a tal punto che la voleva uccidere, farsi che risorgesse e poi ucciderla nuovamente. In un certo senso era come se per lui la donna non meritava di appartenere alle malvagie fila dell'Inferno, ma se il suo Padrone l'aveva richiamata a se vi era sicuramente un motivo e Morte non aveva il privilegio di conoscerlo.*

    °Piccola insolente ... capirai cosa vuol dire avere rispetto di chi ti è superiore.°

    *Fu così che uscendo dal Castello si diresse verso una delle molteplici prigioni avernali in un girone che in quel momento non era rilevante conoscerne il nome, ma era li che venivano rinchiusi tutti quelli che per qualche strano motivo avevano deciso di tradire il Padrone. Per loro vi era un supplizio peggiore della morte. Sarebbero rimasti li per l'eternità a patire atroci sofferenze più crudeli rispetto a quelle che generalmente venivano inflitte alle anime che giungevano in quel dannato regno.
    AcekjEA
    Gli ci vollero un paio di rampe di scale che scendevano nel terreno prima di raggiungere una porta dal legno sudicio dal quale si poteva chiaramente udire i lamenti di qualcuno che stava provando una terribile sofferenza.*

    Ecco ... ammira il tuo fallimento.

    *Furono quelle le parole con le quali il trapassato spalancò la pesante porta dinnanzi alla donna scorbutica. All'interno di quella stanza vi era un uomo incatenato da numerose catene e dal suo corpo spuntavano delle spade affilate che lentamente penetravano nelle sue carni. Se quello periva durante il "trattamento" le lame sparivano e ritornava in vita con le ferite completamente rimarginate. Solo dopo qualche istante il dolore riprendeva il suo corso in un ciclo senza fine causandogli un tremendo dolore eterno. L'uomo gridava e si dimenava, ma più lo faceva e più l'agonia aumentava.*

    Eccolo qua. L'ho trovato poco distante a dove la tua recluta se l'era fatto scappare. Per fortuna che ero nei paraggi o a quest'ora potevate esserci voi al posto di questo microbo. E' da un po' di tempo che Hades-sama non tollera i fallimenti. Ho sentito che dei nostri commilitoni hanno subito lo stesso trattamento per un paio di volte solo perché avevano fallito.

    *Quel suo verbo venne espresso con una freddezza che persino il prigioniero riuscì a comprenderne il contenuto attraverso le sue pene. Il discorso del trapassato voleva essere un monito per la novellina e anche per deriderla velatamente del suo fallimento.*
     
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    Mi fece segno con un dito di seguirlo e così feci. Mossi i primi passi standogli sempre un paio di metri di distanza, ma mantenendo la stessa sua identica velocità. Perché stavo permettendo tutto ciò? Forse per il fatto che non volevo altro guai? Non dopo quello che era successo quel giorno, una missione così facile si era rivelata un fiasco su tutti i fronti …
    Mi spostai una ciocca di capelli dal volto, chiedendomi perché Ade non mi aveva dato il compito di persona, di portargli quel tradire e, in particolar modo, perché fidarsi di un novellino alle prime armi, di uno che, a mala pena sapeva gestire il suo cosmo. Ad ogni modo, il capo è il capo, quindi, se aveva preferito far così avrebbe avuto sicuramente il suo buon motivo, motivo che ovviamente non mi era dato sapere …
    Ci dirigemmo verso le prigioni del castello, un luogo non modo allegro e ne tanto meno dove passarvi del tempo. Tutti quelli che venivano rinchiusi lì dentro ci rimanevano per il resto della loro esistenza, per l’eternità patendo e soffrendo pene assai atroci …
    « .. Mi spieghi dove mi stai portando? .. »
    Dopo svariati minuti di silenzio fui io ad aprire bocca, attraversammo alcune rampe prima di capire dove stavamo andando. Ci fermammo dinanzi ad una vecchia porta, al di là di essa, si potevano udire delle urla e dei lamenti. La cosa sinceramente non mi spaventava più di tanto e , meno che meno mi inquietava, ormai ero abituava a quel genere di cose. Quando l’altro aprì bocca, mi disse semplicemente di “ Ammirare il mio fallimento “ udendo tali parole, sulla bocca si formò una strana espressione …
    Quando spalancò la porta, all’interno di quella stanza vi era il traditore che stavamo cercando. L’aveva ritrovato un poco distante dove eravamo noi. Gli era stato dato il ben servito, visto che era incatenato e, alcune lance affilate lo trafiggevano di continuo.
    « .. I miei complimenti .. »
    Mi avvicinai al povero malcapitato osservandolo come a voler dire “ La prossima volta impari “ mentre mi congratulavo con morte. L’aveva trovato? Buon per lui, mi rodeva ancora il fatto di non portato a termine l’opera io stesso, ma cercavo in ogni modo di non darlo a vedere, non volevo dargli quella soddisfazione di superiorità, non per il momento, non era da me abbassarmi a tale livello da ammettere i miei errori.
    « .. Se Ade avesse dato a me, il privilegio di catturarlo, di sicuro non avrei fallito, ma, dato che ha preferito a dargli l‘incarico ad un nuovo arrivato, non ho avuto l‘onore di poter sistemare la faccenda con le mi stesse mani .. »
    Il tono della mia voce era calmo e tranquillo allo stesso tempo. Sapevo che probabilmente a Morte non sarebbe importato nulla di ciò che avevo detto e, che probabilmente l’avrebbe colta come una sorta di scusa per giustificarmi, non ci pensai due volte ad esprimere il mio parere su tutta la faccenda e sulla situazione creatasi …
    « .. Se questo è quello che mi attende, beh, vorrà dire che pagherò per i miei fallimenti .. »
    Aggiunse che il nostro Signore, di recente, non sopportava molto i fallimenti. Credeva di mettermi paura con quelle parole? Ovvio che no, se la mia punizione era la stessa inflitta a quel traditore, beh, avrei sopportato e pagato per i miei sbagli senza mai abbassare una sola volta la testa. Portai lo sguardo verso Morte, pronta a vedere la sua reazione a ciò che avevo appena detto.
     
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    *La donna bofonchiava qualcosa sul fatto che non avesse fallito se il Sommo le avesse affidato l'incarico anziché darlo ad una recluta. Balle per il trapassato mascherato. Per lui quelle non erano altro che scuse per giustificare il suo fallimento. Avrebbe dovuto starsene zitta e buona senza sparare quelle parole con tanta leggerezza, ma probabilmente anch'ella doveva essere istruita come si deve e di certo non stava a Morte ricordarle dov'era finita e qual'era lo scopo per la quale era ritornata in vita.*

    icondeath
    Non esserne tanto contenta. Le pene qua negl'Inferi possono essere ben più peggiori di ciò che vedi. Fai tesoro del tuo errore e vedi di non fallire più. Siamo intesi?

    *Non attese minimamente la di lei risposta che voltandosi mosse il suo passo verso l'uscita di quella prigione avernale. Per un po' non aveva voglia di vedere quel muso grazioso di donna. Le dava il voltastomaco quel suo atteggiamento e voleva prenderla a calci per inculcarle un poco le buone maniera. Dopo tutto si stava rivolgendo ad un diretto superiore e doveva mostrare rispetto per chi era più forte di lei, ma la lezione per quel giorno era terminata. Aveva solo voglia di pensare alle sue faccende per concedersi un poco di meritato riposo. Gli pareva di "lavorare" solo lui e di risolvere i casini degl'altri. Non potevano arrangiarsi? Che fosse quella la sua punizione? Morte sperava proprio di no visto che non voleva raccogliere i cocci degl'altri.
    Aveva altri progetti, altre ambizioni e quella donna era solo una spina nel fianco se non si dava una regolata.*

    °Sarà meglio che vada a riposare un po' ... da qualche tempo il mio sonno non è che dei migliori.°

    *Il suo pensiero affermava la verità. Da qualche tempo faceva degli strani sogni, ma di certo non l'avrebbe espresso così apertamente. Dopo tutto anch'egli aveva una reputazione da difendere.*
     
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    Non mi diede il tempo di rispondere o di ribattere parola. Morte se ne andò lasciandomi lì in quella sala, mi disse semplicemente di fare tesoro del mio errore, dato che le punizione nel regno degli inferi erano molto più pesanti di quello che potevo immaginare ...
    « .. Stanne certo .. »
    Avevo preso alla lettera il suo prezioso consiglio e ne avrei fatto davvero tesoro. Non avrei mai più commesso un solo errore, uno sbaglio così banale come quel giorno. Non più ...
    Se mai mi fosse stato affidato nuovamente, un compito come il precedente, avrei portato a termine io la missione, anche a costo di violare il volere di Ade.
    « .. E adesso andiamo .. »
    Lanciai un'ultimo sguardo al povero malcapitato e lo lasciai alla sua punizione che gli fu affibbiata. Sicuramente, prima di fare nuovamente di testa sua, ci avrebbe pensato due volte, prima di alzare troppo la cresta e mettersi contro a forze più grandi di lui ...
    Mossi i primi passi verso l'uscita e passai per il sentiero che avevo fatto prima con Morte. L'unico pensiero che mi passò per la testa in quel preciso istante fu uno soltanto, avevo davvero fatto male a fare l'arrogante con un mio superiore? Dopo tutto avrei dovuto portargli un minimo di rispetto, mi auguravo che dopo l'accaduto di quel giorno dimenticasse il nostro piccolo incontro, non avevo voglia e ne tempo di mettermelo contro ...
     
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