[QUEST] Scelte Difficili

Test energia blu per Shiyu

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    Scelte Difficili


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    WKVARt3
    Tutto è cambiato. Nulla è come prima. Ogni cosa che prima c'era ora non c'è più e viceversa. E' come se il mondo stesso si rifiutasse di quello che sta accadendo da quando tutto è iniziato.
    Persino in Cielo le cose non sono più come prima. Molti fratelli si sono persi nei meandri del tempo e dello spazio. Molti sono morti o semplicemente si sono persi o caduti sulla terra e come se non bastasse il Sommo Padre non ha fatto nulla per richiamare a se i suoi figli. Probabilmente vuole, o pretende, che essi tornino da lui con le loro forse per dimostrargli d'essere degni delle vestigia che indossano. Un pensiero alquanto contorto tanto da sembrare assurdo, ma ironia della sorte è così.

    Nicopolidis-sama ... il Padre mi manda a chiamarla. Ha urgente bisogno di parlare con voi riguardo un fatto che lo turba particolarmente. Pertanto v'invita a raggiungerlo a Palazzo.

    La voce soave di una bellissima fanciulla giunge al tuo orecchio tanto che che ella ti porta un messaggio alquanto particolare. Il tono di lei pare molto preoccupato per quella faccenda, ma probabilmente è solo un modo per farti correre dal Padre il più presto possibile.
    Quella richiesta difficilmente la puoi scansare ed in un certo senso sei costretto ad andare al cospetto del Sommo Zeus.

    Note: Ecco qua l'inizio della tua quest per il passaggio di energia. Descrivi bene il pensiero di Alexandros. Ogni suo pensiero riguardo quello che gli è capitato finora. Ferma la tua narrazione quando raggiungi la sala del trono dove dovrebbe trovarsi Zeus, ma per il momento sei solo.
     
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  2. Sitael
     
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    Il tempo non aveva avuto pietà della sua storia.
    Sin da quando era morto nel tempio di Zeus, sin dal primo momento in cui l'angelo di Fuoco aveva soffiato l'alito della vita nuovamente in lui, sin dal giorno in cui aveva impedito a Kaori di compiere uno sbaglio che non avrebbe avuto modo di riparare... Ogni cosa era stata consumata dal lento ticchettio che aveva lasciato il suo mondo come vuoto ed ineffabile. Le sue ali, splendenti e lucenti, l'avevano portato ad osservare la realtà in un modo completamente differente, il sussurro dell'Angelo dentro di lui l'aveva cambiato portandolo a scrutare attraverso dimensioni ineffabili. Aveva persino viaggiato in esse, le aveva sfruttate per raggiungere i suoi fini.
    Eppure, tutto era andato distruggendosi, lentamente.
    Erano scomparsi, tutti: Megara, Calliope, Orfeo, Nimrod, Galatea... Solo lui e Kaori erano rimasti.
    Solo un pugno di polvere e la certezza che la sua nemesi fosse ancora lì, a camminare in quel mondo impoverendolo senza una ragione. Non aveva motivo di credere che Morte fosse ancora presente, ma la sensazione lo accompagnava senza lasciargli scampo, lo tormentava la notte con sussurri pericolosi e violenti che venivano dal suo Angelo, il quale desiderava con ogni stilla del suo essere di poterlo infine distruggere.
    Se Alexandros avesse seguito il consiglio dello spirito dentro di lui... Molte cose si sarebbero potute evitare.
    Era colpa sua.
    Solamente colpa sua.

    ***

    Le parole della donna lo lasciarono impietrito.
    Non era stato un caso che lei l'avesse cercato mentre Kaori non era presente, cogliendolo proprio mentre stava uscendo dalla sua torre per andare a scrutare ancora la vita degli uomini sulla terra, con la scusa d'andar a far pulire la lama che usava per allenarsi.
    Un motivo per cercare ancora una ragione della sua battaglia, qualche segno.
    Osservazioni che sarebbero invece servite ad aumentare le sue domande.
    Improvvisamente, invece, le risposte lo attendevano ad un passo di distanza.
    Aveva desiderato nel profondo di poter infine incontrare Zeus, la divinità che forniva loro il potere, la guida che avrebbe dovuto condurli verso un futuro di luce e prosperità: l'unico essere in tutto il creato a possedere tutte le risposte alle sue domande.

    Perchè?

    Una sola parola, che riassumeva tutto ciò che avrebbe voluto chiedergli. Chiuse gli occhi, osservando i propri piedi per qualche attimo, come se dovesse raccogliere la forza per perseguire ciò che l'attendeva, per raccogliere i frutti di tutti i suoi pensieri.
    Ora che la verità era a portata di mano... Era spaventato.

    ocM6rO3

    Non disse una parola, non commentò assolutamente quella convocazione, si limitò a tracciare un cerchio col dito, mentre la realtà collassava tramite il potere del suo cosmo, aprendo un varco diretto verso la sua destinazione. Ossevò l'oscurità che l'attendeva con occhi stanchi, un presagio che non gradiva. Non tornò neanche indietro per posare la spada, lasciandola semplicemente a tracolla e muovendo un passo verso il buio, con una sensazione d'amaro sulle labbra.
    Kaori forse si sarebbe arrabbiata nel vederlo andare così, da solo, senza neanche consultarla o lasciarle notizia.
    Eppure, c'erano cose che doveva fare senza di lei.
    Anche per lei.

    ***

    La mano di sua madre aveva stretto le sue dita quella notte. Era una sera come tante, con le luci delle stelle cadenti in estate che, saltuariamente, illuminavano l'oscurità. Era tardissimo, la donna era appena tornata dalla sua ultima fatica lavorativa, l'odore pungente del sesso le era rimasto incastrato sulla pelle ma non poteva farci niente e lo portava con orgoglio. Sorrideva al bambino con quella stessa bocca che molti uomini avevano baciato, ma che non riusciva a perdere quel tocco materno che il piccolo amava tanto.
    Era il suo compleanno e la mamma l'aveva portato a guardare le stelle.
    Lui le aveva indicate, lei aveva sorriso.
    Lui aveva chiesto e lei aveva risposto: erano domande profonde, domande che spaziavano sul perchè della vita, sul senso della stessa, sulla ragione che aveva condotto le cose ad essere così come erano. Ma erano pur sempre domande di un bambino.
    Così, le parole di sua madre l'avrebbero marchiato per sempre, giacchè gli avrebbe fornito delle risposte da adulto.

    - Non esiste una sola risposta, Alex.

    Iniziò, prendendo le dita di entrambe le mani del piccolo tra le sue, inginocchiandosi poi di fronte a lui mentre il cielo stellato brillava alle sue spalle.

    - Ogni cosa ha un senso. Ma non sono gli altri che possono darlo per te.

    Gli occhi del bambino parvero ipnotizzati, mentre quelli della madre cercavano di impartirgli la più grande lezione della sua esistenza, quella che poi avrebbe cambiato il corso degli eventi in un futuro allor lontano.

    v5nGkCd

    - Solo tu puoi trovare le risposte, quando le cerchi, per te stesso. Non dimenticarlo mai, Alex.

    Quelle verità sigillate nel suo passato sarebbero riemerse dalla sua memoria nel momento peggiore possibile.
    Nel momento di una scelta cruciale.

    ***

    Si fermò di fronte alle porte della sala del trono, esitò.
    Il ricordo di sua madre non era sbiadito negli anni, nella bellezza che aveva vestito da giovane e nella dolcezza con cui aveva avvolto la sua vita, sino all'orrore nel toccarne il gelido cadavere. Eppure, perchè quella conversazione gli era tornata in mente proprio di fronte a quell'ingresso?
    Non esitò più, si mosse in avanti per affrontare il suo destino.

    ...E trovare le risposte per sé.

    Non commenterò neanche l'enorme ritardo :P

    Nota: Come ti avevo anticipato, Alex avrà la sua spada con sé per questa quest, spero che tu possa ricordarti a cosa serva :P
     
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    Varcata quella soglia scorgi la sala del trono ove tuo Padre, il Sommo Zeus, riceve ed impartisce ordini ai suoi ben'amati angeli. Li tratta come suoi stessi figli, ma è ben chiaro che non siete altro che soldati che eseguono i suoi voleri.
    Tutto ciò ti sembra strano. Una convocazione di sicuro inaspettata e proprio quando la tua amata Kaori non è presente e anche se lo fosse stato probabilmente non le sarebbe stato concesso di udire ciò che il Dio aveva da confidarti.

    Figlio mio ... E' da un po' che non ricevo tue notizie. Mi domandavo se avessi dei ripensamenti sulla tua scelta di divenire un angelo. Questo Cataclisma ci ha scossi tutti nel profondo. Ciò che temevo si è ahimè rivelato.

    Il suo verbo suona grave e pacato come se stesse soppesandolo nei minimi dettagli. Il suo sguardo sembra compassionevole verso di te come un padre prova commiserazione per un figlio. Forse sospetta del tuo dubbio interiore e probabilmente sa molto di più di quello che vuole darti a credere.

    Comunque credo che sia giunto il momento per te. E' tempo che tu diventa ciò per cui sei destinato ad essere. Percepisco una forza dentro di te ancora sopita. Qualcosa che probabilmente potrà farti esaudire il tuo più grande desiderio. Recati ai confini del nostro regno, la troverai ciò che ti serve per proseguire verso il tuo destino.

    Ulteriori enigmi si sommano ai precedenti. Pare però che il Padre sia intenzionato ad ascoltare qualche tuo quesito e richiesta specifica. Nulla toglie che possa congedarti rapidamente, ma tentar non nuoce.

    Note: Decidi tu cosa fare. Puoi chiedergli qualsiasi cosa oppure iniziare la missione che ti ha affidato. Se scegli quest'ultima soluzione vola verso l'ultimo cielo dove troverai un chiostro adornato con dei fiori e li dentro vi sarà la donna che ti aveva portato la convocazione del Padre.
     
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  4. Sitael
     
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    C'era un retrogusto profondamente ironico in ciò che gli stava accadendo.
    Si era sempre considerato uno degli Angeli al servizio di Zeus, aveva sempre dato il massimo per quel ruolo e sputato sangue per rendere il mondo un posto migliore. Con scarsi risultati a dirla tutta.
    Il suo signore gli aveva rivolto la parola improvvisamente, proprio nel periodo più nero della sua determinazione, non poteva essere un caso.
    C'era un disegno dietro il lento accadere degli eventi, per quanto non fosse affatto convinto che potesse essere un qualcosa che sostava nelle mani del suo dio. A dire il vero, la sensazione che l'accompagnava era decisamente più ineluttabile e tetra.
    Simile ad un fato dal quale è impossibile scappare.
    L'essere che governava il suo potere era esattamente come se l'era immaginato: potente, maestoso, austero. Forse era troppo simile all'iconografia che tipicamente gli veniva attribuita, pertanto appariva persino scontato in qualche modo. Censurò quel suo pensiero immediatamente, sarebbe stato irrispettoso anche solo considerarlo ulteriormente.
    Ma, come un figlio di fronte al proprio padre, Alexandros sentiva il peso del doversi confrontare con lui. Qualcosa a cui non era abituato, dopotutto non aveva mai avuto un genitore.
    Ascoltò le parole di quell'essere, quell'uomo in assoluto silenzio, sentendole come schegge di ghiaccio destinate a conficcarsi nel suo cuore.
    Ripensamenti... Megara non gli avrebbe chiesto niente del genere. Megara l'avrebbe accolto come un fratello, l'avrebbe spinto e fatto ardere nuovamente del suo desiderio infuocato.
    Calliope l'avrebbe interrogato, fino a dipanare l'ultimo problema, per liberarlo.
    Nimrod invece avrebbe sorriso, semplicemente, cancellando il peso delle sue sensazioni con naturalezza.
    Kaori non poteva fare niente del genere.
    Era lei che divorava la sua determinazione, era l'involontaria causa della sua lenta caduta, era la spada di Damocle che proiettava una tetra ombra sul suo collo.
    Ma gli era rimasta solo lei.
    Neanche Zeus poteva aiutarlo, con quella distanza incolmabile che sostava tra di loro.
    Non erano i ripensamenti il problema, ma le responsabilità che si accatastavano fallimento dopo fallimento, sulle sue spalle. Ogni notte sentiva il sudore freddo inumidirgli la fronte mentre i sogni continuavano a mostrargli il sorriso bieco del dio Hypnos, nell'attimo prima di scagliare la maledizione che aveva cambiato la sua vita e quella di Kaori...

    - Nessun ripensamento, padre.

    Istintivamente l'aveva chiamato a quel modo, anche se non c'era mai stata una ragione. Forse era solo una maniera per sentirsi meno in colpa per quella verità incompleta che gli aveva offerto.
    Aveva poi inspirato, preferendo essere breve in quel colloquio che, altrimenti, avrebbe rischiato di svelare le sue mancanze. Così, aveva risposto al padre degli dei, cercando di convincere se stesso, prima che l'altro, della veridicità della sua decisione.
    Della forza della sua determinazione.

    2XJpP0S

    - ...Andrò dove desiderate e compirò il vostro dovere.

    Impiegò qualche attimo a riflettere sul senso delle parole che gli erano state rivolte, sul valore di quella promessa di raggiungere qualcosa a cui era destinato. Sembrava quasi un gioco di parole o, peggio, uno scherzo. Proprio lui che odiava il fato con tutte le sue forze, sarebbe andato quindi per la strada che era stata già spianata per lui.
    Nessuna domanda, nessuna esitazione alla fine... Dopotutto, lui sapeva che neanche il padre degli dei avrebbe potuto rispondergli.
    Glielo aveva appena dimostrato.
    Si inchinò e si voltò a quel punto, allontanandosi lentamente per poi abbandonare la sala.
    Per la prima e ultima volta.

    ***

    Fu un volo rapido, lo condusse esattamente dove era necessario che andasse, quasi come se potesse percepire naturalmente il luogo che il padre degli dei aveva pensato per lui. Quel chiostro diventò la fine del suo viaggio, fatto in volo perché raggiungerlo con un portale avrebbe rischiato di fargli mancare la meta. Atterrò senza un suono prima di scorgere nuovamente la donna che era andato a portargli la convocazione di Zeus precedentemente.
    Lei l'aveva attratto dicendo che il loro dio doveva parlare con lui di qualcosa che lo turbava, niente di tutto quello era accaduto.
    O forse non se ne era accorto?
    La raggiunse, con gli occhi chiari che scintillavano nello splendore della sua armatura e nel bagliore delle sue ali.
    Non poteva saperlo, ma il rintocco del destino stava giusto per suonare.

    IycocAx

    - Sarete voi la mia guida, quindi?

    Probabilmente l'avrebbe condotto dove lui non avrebbe mai immaginato.
     
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    6rRqfgU
    La donna-angelo ti guarda come se non lasciasse trasparire nessuna emozione. Da lei percepisci calma e tranquillità, ma appena il tuo verbo la raggiunge un sorriso sincero le dipinge il bellissimo volto.

    Nicopolidis-sama è un piacere rivederla. Ha fatto presto. Come il Padre comanda io ubbidisco. Seguitemi. Vi farò per un poco da giuda.

    Senza aggiungere altro dispiega le candide ali e vola alta nel cielo. Non puoi che seguirla visto che dal suo verbo si comprende la risposta alla tua domanda. La destinazione ti è del tutto ignota, ma dopo qualche minuto ti è comprensibile che ti sta portando in una zona del Regno Celeste a te sconosciuta.
    Vi ci vogliono circa due ore di volo prima di raggiungere la meta e a prima vista si possono scorgere delle rovine di qualche edificio, dopo tutto anche nei cieli il tempo consuma ogni cosa come sulla Terra.

    Note: Descrivi le antiche rovine come meglio credi (hai carta bianca) e ferma la tua descrizione quando scorgi una voragine nel terreno che sembra condurre verso l'ignoto visto che non si riesce a scorgere il fondo.
     
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  6. Sitael
     
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    Due ore sembrano un tempo interminabile quando l'ansia dell'avvenire si stringe intorno al cuore.
    Attesa, desiderio, il martellare incessante del proprio cuore di fronte all'ignoto di ciò che attende. Troppe cose erano rimaste insolute nei dettagli di quella missione, dall'identità della sua guida sino alle reali intenzioni del Padre degli Dei. Sentiva gli occhi della sua divinità puntati sulla schiena sin dal momento in cui aveva lasciato la sala del trono, quello sguardo penetrante ed immune allo scorrere del tempo avrebbe potuto infestare i suoi incubi per sempre.
    A meno che non avesse trovato modo di scrollarselo di dosso.
    Improvvisamente, la traiettoria di volo della donna ebbe una brusca deviazione, evidentemente erano arrivati alla loro meta infine. Piegò le ali a sua volta, deviando il proprio corso e planando verso quelle che sembravano essere rovine antiche e dimenticate.
    Palazzi maestosi che risultavano piegati dal peso della vegetazione che ne aveva reclamato il possesso, imprigionati in una eterna penombra causata dall'edera e dai rami, rampicanti inarrestabili come la natura di cui erano rappresentanti.
    Per un attimo, si trovò a pensare che persino gli Dei dovessero piegarsi a quella forza eterna, ancor più vecchia di loro e decisamente più effimera.
    Quando toccò terra, infine, poté osservare la costruzione nella sua completezza: sembrava una sorta di antica scuderia con tanti archi messi in fila l'uno accanto al seguente in una dimostrazione di sfarzo e magnificenza tanto imponente quanto superba. Ogni arco era stato decorato con la scultura d'una testa d'animale e la sensazione era che ci fossero numerose parti mancanti degli allestimenti originali. Nonostante l'usura e l'invasione della vegetazione, quel luogo aveva ancora un fascino misterioso e maestoso al contempo.
    Una sensazione inattesa lo raggiunse mentre osservava l'architettura, qualcosa che fece accelerare il suo battito cardiaco senza una ragione specifica.
    Era come se qualcosa di incredibilmente importante fosse accaduto proprio lì, molto tempo prima, e lui potesse sentirne ancora l'eco anche a distanza di decenni.
    O forse secoli.

    RaBO534

    - Che posto è mai questo?

    Sussurrò tra sé e sé, senza neanche interpellare la sua compagna e cominciando a muoversi tra le rovine, spinto da un desiderio inconscio di comprendere la motivazione che l'aveva portato in quel luogo così particolare.
    Chiuse gli occhi per qualche istante, come se potesse avvertire una qualche vibrazione misteriosa emanata direttamente da quelle pietre e quei rami.
    Qualcosa lo stava chiamando.
    Quando dischiuse nuovamente lo sguardo, si trovò di fronte ad una enorme voragine nel terreno, la quale sembrava scendere all'infinito verso una destinazione ignota.
    Il suo sesto senso gli suggerì che presto avrebbe scoperto cosa c'era sul fondo.

    N78r59S

    - E' questo il luogo dove volevi condurmi?

    Sussurrò infine alla donna-angelo, senza neanche essere sicuro di voler scoprire la risposta.
    Osservava quella tenebra, senza una ragione, eppure non poteva farne a meno.
    Sentiva che sul fondo di quella voragine, avrebbe trovato molte risposte.

    Eppure, aveva anche paura che esse l'avrebbero consumato definitivamente.
     
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    iKU8WsE
    L'oscurità cela il fondo di quella voragine. L'ignoto è dinnanzi a te e probabilmente solo diventando parte con esso potrai svelare ciò che più non comprendi.
    Sta a te scegliere cosa fare, ma pare che l'unica strada sia quella. Affrontare l'ignoto per proseguire il tuo viaggio.

    Nicopolidis-sama le nostre strade si devono separare in questo punto. Non mi è concesso farvi ulteriormente da guida. Dovrete proseguire da solo nel vostro viaggio. Spero che al suo termine potrete trovare ciò che più ricercate.

    Congedandosi garbatamente la donna-angelo dispiega le sue candide ali per poi allontanarsi da quel loco ritornando probabilmente alle sue faccende quotidiane.
    Sei solo in mezzo al niente e l'unica via pare sia proprio la voragine. Essendo di natura angelica di certo non avrai problemi a gettarti dentro senza rischiare una rovinosa caduta. Stranamente al suo interno vedrai immagini della tua vita passata. I tuoi ricordi e le tue memorie sembrano manifestarsi contro la tua volontà mostrandoti ciò che eri e il cammino che hai percorso fino a quel momento divenendo ciò che sei oggi.
    Una volta arrivato sul fondo l'oscurità ti avvolge, ma in lontananza scorgi una luce e il tuo subconscio è come chiamato da quella luminescenza.

    Note: Ferma la tua narrazione entrando nella luce e venendo accecato da essa.
     
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  8. Sitael
     
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    HdzPmX2
    Zeus, signore dei cieli azzurri
    Chiedo il tuo perdono
    Zeus, dall'abbraccio di vento e pioggia
    Lava i peccati di quest'anima pura
    E accompagnala ai distanti campi dell'Elisio
    Zeus, il cuore di questa donna è puro
    Ma è minacciato dalla malignità e dall'egoismo
    Accompagnala laddove il viandante non si perde
    Laggiù, dove la solitudine non uccide
    Nel luogo dove l'amore non finisce
    Guida la sua anima, Zeus
    E sarà una compagna per te, come lo è stata per me.














    Quando aveva creato quella lapide, il Cataclisma era già avvenuto.
    Aveva cercato un posto nella quiete di un bosco tranquillo, poco lontano da dove la vita di coloro che voleva onorare era effettivamente stata spezzata. Sua madre ed il suo primo amore, Daphne, non avevano mai avuto una degna sepoltura.
    Lui non aveva mai potuto salutarle a dovere. Per questo aveva eretto quel piccolo monumento funebre, per poterle ricordare così come erano state per lui.
    Madre e primo amore, passaggi fondamentali di ciò che era divenuto. Aveva composto quella breve preghiera e l'aveva scritta sulla pietra, incidendola con le sue mani in silenzio, prendendo il tempo necessario per asciugare le lacrime mentre vergava ogni singola parola.
    Ogni lettera.
    Sopravvivere voleva dire non poter dimenticare e, visto che la sua vita era ormai in mano all'onnipotente Zeus, lui non avrebbe mai potuto farlo.
    Non avrebbe mai voluto, dopotutto.

    ***

    Ricordi, disordinatamente si affollavano di fronte a lui spingendolo su di un'altalena di emozioni che variavano dalla malinconia alla gioia, dalla rabbia all'allegria.
    Alti e bassi, dove i secondi superavano abbondantemente i primi.
    Mentre discendeva sempre più nell'oscurità, sentiva i suoi sensi aggrediti da quelle rimembranze che volevano lacerarne lo spirito e la determinazione.
    Non si sarebbe piegato, aveva promesso a Megara che non lo avrebbe più permesso, non importava quanto fossero pesanti i fardelli che portava sulle spalle.

    Mai più.

    Le parole che aveva pronunciato per onorare quel patto.
    Ricordare quella promessa fece riaffiorare il sorriso spezzato della sua maestra, mentre si interrogava su ciò che lui non avrebbe mai voluto mettere in discussione.

    - Vale davvero la pena di combattere per gli esseri umani, Alexandros?

    Fu lei a far sorgere quel dubbio, per prima, proprio di fronte a quella bellissima fontana nel Regno dei Cieli di cui era stata l'aralda.
    Un pensiero doloroso, mentre l'immagine dell'Angelo di Fuoco si tramutava nell'espressione più dolente di Calliope che cercava di togliersi la vita di fronte a lui. Parole di lei che si mischiavano ad altre, richiamando un ricordo differente, ma inevitabilmente collegato.
    Le sentiva ancora tormentare i suoi incubi.

    Non comprendi, Alexandros...

    Voleva urlare, ma quei volti continuavano a turbinare di fronte a lui, cambiando nuovamente per mostrargli gli occhi coperti di Galatea, con la sua silente disperazione dopo che aveva cercato d'uccidersi gettandosi dalla scogliera.

    - Nulla cambierà.

    Era una condanna? Era davvero inevitabile?
    Scendeva, nel mentre, sempre più nel buio e nel silenzio, mentre intorno a lui s'alternavano altri ricordi. La speranza prese il volto di Nimrod.

    - Forse, quindi, non siamo poi così differenti.

    Un paradiso tropicale incontaminato nel quale si erano incontrati.
    Oggi, quel luogo non esisteva più.
    Amici dimenticati, anime perdute nello scorrere del tempo, divorate da un Cataclisma senza pietà che non aveva risparmiato neanche le meraviglie di quel mondo morente.
    Parole, altre parole che venivano dalle labbra di qualcuno.

    - Angeli, sempre convinti di aver ragione. Di essere nel giusto.

    Morte, il suo odiato, acerrimo nemico.
    Quanto si sbagliava.
    Non esisteva uno spirito tormentato quanto il suo in tutto il Regno dei Cieli.
    Quando toccò terra, infine, era circondato dalla tenebra. L'ultima frase venne per divorare la sua anima.

    - Distruggerò il tuo amore.

    Hypnos ed il suo sorriso bieco giunsero infine a piegarlo definitivamente.
    Il suo animo era spezzato, il suo respiro era mozzato e le sue speranze nel futuro in frantumi.
    Eppure, un'ultima voce si era levata dal coro per sollevarlo da quella miseria, per rimetterlo in piedi e spronarlo a continuare.
    La più importante di tutte.

    - Siamo una coppia, ogni tanto si fanno gite romantiche così tra innamorati, no?

    Un ricordo così fresco, così vicino, la cui nitidezza era simile al cuore palpitante di una vita appena cominciata. Spalancò gli occhi appesantiti dalle lacrime per vedere, per sentire, per avanzare.
    La luce bianca lo attendeva, sul fondo di un tunnel fatto di disperazione.

    - Alexandros...Ti amo tanto!

    Allungò le dita verso quel candore, arrancando come nel giorno in cui era morto, col petto straziato dalle lame di chi l'aveva odiato senza una ragione.
    Di chi aveva deciso di sottrargli tutto, ancora una volta.
    Questa volta, però, sarebbe andata diversamente.

    N78r59S

    - Kaori...

    Sussurrò mentre procedeva verso il lucore che pareva essere l'unica fuga da quell'abisso di recriminazione e sofferenza. Arrancò trascinando dietro di sé le sue ali, lasciando che fosse la forza del suo animo a sostenerlo. Serrò le labbra, mentre sentiva il calore tornare alle sue membra congelate dalla colpa, procedendo in quel sentiero che l'avrebbe condotto verso l'ignoto.
    Un luogo sconosciuto che era sicuramente migliore di quella tomba di rimpianti.

    - Kaori.

    Pronunciò quel nome ancora una volta, mentre il bagliore lo inondava.
    Nella tenebra, aveva trovato la sua luce.

    Dedico questo post un po' emotivo a tutti coloro che hanno incrociato la strada di Alexandros, lungo gli anni :°)
     
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    DswW8Qt
    La luce si affievolisce lasciando il posto alle fosche tenebre, ma qualcosa non torna. Si percepisce uno strano suono in lontananza e delle figure poco nitidite fanno la loro comparsa. La distanza non è sufficiente per poterle definire meglio e forse avvicinandoti potrai comprendere che sta succedendo.
    eadXHSp
    Voci. Molte voci, ma una ti cattura completamente. La puoi riconoscere visto che è di colei che hai preso sotto la tua protezione decidendo di farla diventare come te. Un angelo, ma purtroppo ella divenne un angelo maledetto.
    Improvvisamente dinnanzi a te compare colui che ha dato origine a tutto quel tormento. Il Dio del sonno Hypnos, ma scorgendoti non fa che spostarsi per farti scorgere una scena scolpita nella tua memoria in maniera indelebile.

    Kaori.


    Il di lei volto è arrossato e il fiato è assai corto. Tutto lascia presagire solamente una cosa. La maledizione ha preso il sopravvento sulla donna dal rosso crine. Le sue forme sono ben delineate dalle vesti mandide di sudore. Lo sguardo è spento, privo della scintilla della quale ti sei innamorato.
    Tutto ciò non ha senso, ma a complicare quell'orrenda visione noti subito dopo la figura del Sommo Padre rimanere a guardare con sguardo torvo e cupo senza poter fare qualcosa per colei che fino a quel momento l'aveva servito senza mai un cenno di disappunto.
    6WxcpkG
    Zeus pare offeso di come una sua seguace si sia ridotta ad un misero ed infimo paicere carnale venendo meno al suo dovere.
    Dopo qualche attimo la figura del Padre sembra come andarsene e se tenti di fare qualcosa comprendi solo sfiorando quelle sagome che altro non sono che mere immagini della tua vita passata.
    Tutto ciò non è reale, o meglio concreto, ma la vista della donna che ami priva del più puro dei sentimenti potrebbe alimentare in te collera e rabbia.

    Tutto ormai è compiuto giovane angelo. Hai fallito e per lei non ci sarà più speranza.

    Improvvisamente una voce si ode nell'etere, ma nessuno si palesa per dar forma e corpo a quel verbo così tanto forte da quasi provocar dolore al tuo padiglione uditivo.

    Passato e futuro si mischiano in questo luogo e nulla più essere alterato. Ogni cosa deve seguire il suo flusso. Forse in fin dei conti quella donna non vuole essere salvata da te. Dopo tutto che può fare un angelo con tanti dubbi come te?

    Nulla ha un senso tanto è vero che quelle parole possono risultare più pesanti di una montagna. Il tuo potere non è nulla in confronto a quello di una divinità. Lo sai bene. Dovresti avere più potere per poter alimentare la sua causa, ma pare che Zeus abbia voltato le spalle sia a te che a Kaori.

    Note: Descrivi bene il sentimento che prova Alex e del suo stato d'animo. Sentiti libero ti fare o dire quello che vuoi. Mi regolerò di conseguenza. Sappi solo che non potrai uscire da quella zona tenebrosa nemmeno se utilizzerai le tue dimensioni.
     
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  10. Sitael
     
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    E' così che inizia, la malattia.
    Quella sensazione febbrile che tramuta ogni cosa in lava, ogni sentimento in ira.
    Sono proprio situazioni come quelle che danno inizio ai più grandi cataclismi della storia, quegli avvenimenti che poi rimangono impressi a fuoco nello scorrere del tempo e che vengono temuti anche a distanza di secoli.
    Che quelle immagini fossero reali o meno non aveva alcuna importanza, ciò che stava accadendo dentro di lui era una rottura assolutamente unica.
    Definitiva, irreversibile.
    Gli occhi ambrati avvampavano mentre in lui il cosmo esplodeva rilasciando il potere di galassie estinte, stelle morenti, una supernova di emozioni che lo stava cambiando letteralmente.
    Kaori era l'Alpha e l'Omega, era ciò che aveva dato inizio a quel cambiamento che l'aveva mutato nel profondo, portandolo a dubitare.
    Solamente uno sciocco non si farebbe mai domande e lui era tutt'altro che uno sciocco.
    Per questa ragione, a quelle questioni senza limite, aveva infine trovato risposta.
    La più terribile possibile.

    9eJzH4I

    - Ho fallito, è vero. Ma ciò non è cosa nuova.

    Ma quell'ira non era rabbiosa, bensì quieta.
    Gelida.
    C'era qualcosa in lui che lo teneva in piedi, con una bieca determinazione che stava piegando gli aspetti fondamentali della sua persona: la gentilezza, la calma, l'onestà.
    No, persino quella circostanza non sarebbe mai stata in grado di spazzare via la sua essenza, ma l'avrebbe potuta contorcere.
    Corrompere.
    Guardò dritto davanti a sé, mentre qualcosa dentro di lui evolveva, s'agitava convulsamente disegnando nuove possibilità, nuovi futuri. Era stato troppo a lungo col capo piegato, si era fatto schiacciare da una lealtà non meritata, da una gratitudine non dovuta.
    Zeus lo aveva riportato in vita ma poi l'aveva lasciato a se stesso come se fosse stato un giocattolo rotto, un qualcosa che si è desiderato e, una volta ottenuto, ha perso valore.
    Le sue ali si spalancarono in quell'oscurità, in tutta la loro maestosa essenza.
    La sua corazza tremò, perché aveva già percepito le sue intenzioni, e tremava.

    - Ho fallito il giorno stesso in cui le ho permesso di toccarla. Ma non accadrà nuovamente, perché ciò che pensavo fosse la mia forza... Era in realtà il mio limite più grande.

    L'immagine di Zeus che lo abbandonava era menzognera... Il dio del Tuono non era mai stato al suo fianco sin dal principio.
    E, proprio nel giorno in cui l'aveva visto in persona per la prima volta, il suo Angelo aveva intenzione di compiere un passo ben più lungo e pericoloso.

    - Mai più.

    Il suo motto risuonò nelle tenebre, mentre lo spirito dell'Angelo che aveva sempre portato con sé e che gli aveva insegnato tutto quello che sapeva sul cosmo... Urlava.
    Di assoluto e puro terrore.

    - Non so chi tu sia, non sono neanche sicuro di capire come mai ti sia scomodato per mettere in piedi tutto questo... Ma ti ringrazio.

    Accidentalmente, aveva portato con sé quella spada che lo seguiva da anni, come un inutile pezzo di ferro che non sarebbe mai servito a scalfire neanche uno dei suoi nemici. La sguainò senza esitazione, come se dovesse prepararsi ad un duello mortale con un nemico invisibile.
    Il suo cosmo ruggiva mentre si lasciava alle spalle tutto il dolore che quelle visioni gli causavano, il disprezzo verso quel Dio traditore, l'ira verso la divinità che aveva giurato di uccidere ed infine... Scelse l'unico sentimento che contava davvero.

    Le cose che si fanno per amore...

    Spalancò le ali, come se fosse sul punto di spiccare il volo.
    Il tradimento era completo, perché in quello sguardo sprezzante nei confronti di Kaori aveva scorto l'esemplificazione della ragione che aveva condotto il Padre degli Dei ad essere ciò che era.
    Un bastardo.
    Se avesse voluto, avrebbe potuto liberarla da quella maledizione, ne era certo... Ma non l'aveva fatto.
    E così...

    9X9Q438

    - In questo luogo nascosto nel Reame dei Cieli, tu che sei qui ad ascoltarmi potrai udire la mia voce. Il mio ultimo e più importante giuramento!

    I pezzi della Gloria tremarono sulla sua pelle, mentre con una mano bloccava l'ala sinistra e vi poggiava la lama. Un gesto simbolico, una ribellione che forse sarebbe valsa a nulla.
    Ma che forse sarebbe stata la più terribile dichiarazione di guerra di sempre.
    La prima ala cadde a terra, polverizzandosi in pochi attimi mentre il cosmo la abbandonava. La seconda la raggiunse dopo un istante.

    - Io ucciderò tutti gli dei!

    Uno dopo l'altro, senza pietà, senza distinzione.
    Gli esseri umani avevano il diritto di vivere le loro esistenza liberamente, senza divenire pedine per un gioco divino nel quale sarebbero stati schiavi più o meno inconsapevoli.
    Così, lui avrebbe fatto l'unica cosa che contava realmente nella sua esistenza.
    Avrebbe salvato quell'anima che solo lui poteva aiutare.

    - Ma non sarà per odio! Non sarà per rancore! Gli dei periranno uno ad uno per colpa del più terribile dei sentimenti!

    Prese la spada con entrambe le mani e la conficcò nel terreno di fronte a sé, come a segnare un passaggio netto tra il prima e il dopo, per cancellare quell'Alexandros che si era fatto indebolire dalla gratitudine, da un buonismo vuoto e melenso, dal desiderio di aggiustare il mondo intero.
    Aveva capito che un mondo del genere non meritava così tanto.
    Per questa ragione, se fosse stato necessario l'avrebbe fatto a pezzi con le sue mani.

    - L'AMORE DISTRUGGERA' OGNI COSA!

    E, con quell'ultimo grido disperato, la sua voce sarebbe salita alta nei cieli, a lanciare la sua sfida all'Olimpo intero.
    Si portò le mani al volto, incapace di trattenere una risata profonda che fuggiva dalle sue labbra. Era come se volesse arginarla e, contemporaneamente, carezzarla.
    Qualcosa in lui era cambiato definitivamente, senza possibilità di ritorno.

    mtGDnNo


    L'Angelo della Speranza, era morto.
     
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    Amore? Che ne sai tu dell’amore sciocca creatura angelica. Rinneghi te stesso per amore? Non sai a cosa vai in contro, ma se sei pronto raccogli quella spada e usala contro di me.

    Una voce tra le tenebre più nere ti raggiunge con un chiaro tono di sfida. Ormai sei solo. Hai perduto il favore del Padre, ma questo è ciò che hai scelto. Sei un angelo caduto, senza ali. Le armate angeliche ti daranno la caccia. Non per farti rinsavire, ma per privarti della tua stessa esistenza.
    Questo è ciò che hai deciso. Questo è il tuo volere dopo che le immagini che hai scorto ti hanno mostrato ciò che non volevi vedere assolutamente. Certo erano come se in un certo senso già sapevi, ma probabilmente ne negavi l’esistenza.
    Torniamo alla voce. Alla sfida che ti ha lanciato. Chi potrà mai essere il proprietario di quelle parole? Non ti è dato saperlo. Le tenebre ti avvolgono completamente, ma qualcosa si può udire in lontananza.
    Numerosi passi si avvicinano rapidamente a te e lo sferragliare metallico fa capire che quegli individui sono armati.

    Preparati o angelo caduto. La tua più grande sfida sta per iniziare. Ciò che hai affrontato finora non è nulla in confronto a quello che ti aspetta. Ora sei completamente da solo e la terra pare quasi tremare per la collera del Padre degli Dei. Sicuramente il tuo gesto è stato percepito fino ai confini opposti del Regno dei Cieli.

    Note: Ti ufficializzo che non sei più un angelo. Per tanto la gloria non puoi più indossarla e ti sono bloccate le abilità di casta (le tue abilità le puoi usare tranquillamente).
    Ti lascio carta bianca sullo scontro che sta per avvenire ora. Descrivi bene la scena del combattimento contro queste entità che ti si scagliano contro. Sono circa una ventina e sono tutti energia gialla. Il loro equipaggiamento è a tua completa discrezione come il loro aspetto.


    Edited by Kurosaki Ichigo88 - 3/8/2015, 18:24
     
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  12. Sitael
     
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    Aggiustare un mondo così vilipeso, terribilmente difettoso e corrotto non sarebbe stato possibile.
    Neanche per lui, che si era fatto cavaliere degli indifesi, araldo degli sconfitti. Neanche il più puro dei cuori conservava sufficente forza per farlo.
    Però, lo si sarebbe potuto distruggere. Sarebbe stato molto più facile: estirpando ogni singola anomalia, il cancro chiamato divinità.

    - Oh... Io so molto dell'amore, invisibile commentatore.

    Prese la spada da davanti a sé, mentre i pezzi della Gloria si staccavano lentamente dal suo corpo, abbandonandolo.
    Non aveva bisogno di altro se non di quella lama, lo sentiva. A tutto il resto avrebbe pensato il suo sconfinato Odio.

    - Ho provato amore come figlio, per una donna che gli altri non osavano neanche aiutare.

    Sua madre, prostituta abusata ed infine uccisa senza pietà. L'aveva amata così tanto da sentire ancora quel dolore sordo nelle ossa.
    La sofferenza della mancanza.

    - Ho amato una donna che si vendeva per sopravvivere in questo mondo tremendo, trattandola come la mia personale regina.

    Daphne, il cui unico peccato era stato quello di essere troppo bella e desiderabile, cosa che l'aveva condotta infine alla morte.

    - E oggi, credo d'aver infine trovato l'amore della mia vita. Quello che ti toglie la ragione e ti fa sentire perfetto, pur con tutti i sentimenti orribili che ti trascini dietro.

    Sorrise, dolcemente, pensando a Kaori. Alla sua risata, al suo calore, al sapore di quelle labbra color fragola.
    La ragazza che gli aveva aperto gli occhi e gli aveva fatto capire quanto tutto fosse sbagliato e meritasse di cambiare.
    Ma non l'avrebbe fatto nella maniera più dolce: il mondo non lo meritava.

    - Io so molto dell'amore. Ma, se proprio lo desideri, sarai il primo cadavere sulla mia strada.

    Si voltò, pronto alla battaglia, sentendo l'avvicinarsi di creature a lui ostili.
    Erano armature, equipaggiate di grosse spade dall'aspetto minaccioso. Ma, persino da quella grande distanza, il novello Spadaccino sapeva che erano solo involucri vuoti.
    Li contò rapidamente facendo saltare lo sguardo da un bersaglio all'altro, la sua mente li mise a fuoco uno per uno, facendogli realizzare di essere in terribile minoranza numerica sebbene i suoi nemici non avessero un potere neanche lontanamente paragonabile al suo.
    Se voleva sopravvivere doveva chiudere i conti immediatamente, senza pietà alcuna. Dopotutto, quelle anime inquiete meritavano molto più che essere usate come burattini.
    Non poteva sfruttare la sua Gloria, ma i suoi poteri erano ancora tutti lì, quell'unico lascito dell'Angelo che era stato. Non sapeva quanto a lungo li avrebbe conservati, ma ne avrebbe fatto buon uso.
    Infilò nuovamente la spada nel terreno di fronte a sé mentre i suoi avversari cercavano di circondarlo: non avrebbe concesso loro tutto quel tempo.

    ifaJST6

    - Tornate da dove venite, il vostro posto non è questo.

    Unknown Mandala!

    Portò le mani in posizione, formando dei sutra nel silenzio seguente al suo grido di battaglia, lasciando che le onde cosmiche facessero il resto.
    L'emanazione colpì subitamente gli avversari più vicini, schiacciandoli col suo potere e separando violentemente gli spiriti dall'involucro, lasciandoli nuovamente liberi e facendo sì che ben undici di quelle armature collassassero a terra contemporaneamente.
    Purtroppo, il suo potere non era sufficiente per arrestare le restanti dodici.
    Il primo colpo di spada lo raggiunse alla spalla destra ma, fortunatamente, arrivò da un nemico stordito dalla sua tecnica e che non riuscì ad affondare il colpo. Subitamente sollevò la sua lama e contrattaccò sull'avversario che era riuscito a ferirlo, tagliando a metà l'armatura di materiale comune, con la semplice forza bruta.
    Gli attacchi seguenti giunsero, però, sin troppo velocemente.
    Riuscì ad evaderne alcuni, ma venne colpito al braccio sinistro, alla gamba destra, al ventre, alla schiena, alla fronte e alla guancia. Erano tutte ferite superficiali, ma una lama penetrò a fondo nella sua coscia sinistra, facendolo gemere di dolore. Restituì due colpi, in un momento di vuoto nella pioggia di lame che gli si era abbattuta addosso, mettendo fuori combattimento altri due oppositori.
    Ne restavano ancora nove e in un attimo l'avrebbero sopraffatto.

    - Ho appena cominciato, non posso perire, qui: Brahmastra Kundala!

    Un attacco suicida, ma era la sua unica possibilità per proteggersi da tutti gli attacchi contemporaneamente.
    La sua Armatura del Dio del Sole non l'avrebbe protetto da quelle spade.
    Gettò la mano verso l'alto, scagliando delle frecce di luce che ricaddero subitamente verso il basso tempestando i nemici tutto intorno a lui. Alcuni dei suoi stessi colpi, però, lo ferirono perforandogli al piede sinistro e la spalla destra, nuovamente.
    Dopo la pioggia mortale, riuscì a balzare un poco indietro, atterrando a fatica a pochi metri dalla sua posizione iniziale. Crollò in ginocchio per via delle ferite.
    Tre armature erano ancora in piedi e, implacabili, si mossero nella sua direzione per finirlo. Erano perfettamente coordinate, come se non avessero atteso altro che quell'occasione per finirlo.

    ErX1G3a

    Tre fendenti: uno mirato alla sua posizione attuale, due che avrebbero colpito le vie di fuga per poi convergere al centro.

    - RHO AIAS!

    Si poggiava alla spada per mantenersi in piedi ma la mano libera riuscì ad erigere quella difesa che arrestò tutte e tre le sentenze di morte che gli erano state scagliate contro, sbilanciando indietro i guerrieri rimasti.
    Usando tutte le sue forze, menò un violento tondo dritto con la spada, da destra a sinistra. Il colpo distrusse i suoi avversari, ma lo spadaccino non ebbe la forza di mantenersi in piedi dopo l'esecuzione, caracollando a sinistra e finendo col fianco a terra.
    Per qualche ragione si trovò a ridere. Era ridotto così male, eppure non riusciva a non sghignazzare mentre lentamente si tirava su con l'aiuto della lama.

    4kwrK6A

    - Niente può fermarmi. Sappilo, misterioso osservatore.


    Avanzò, lentamente, per gridare quella sfida al cielo, a chiunque stesse ascoltando, agli dei tutti.

    - Niente.

    Per Kaori, avrebbe persino superato i limiti del possibile e dell'impossibile.

    CITAZIONE
    Stato fisico: braccio sinistro, gamba destra, ventre, schiena, fronte e guancia feriti di striscio. Coscia destra, piede sinitro e spalla destra perforate. Non se la passa affatto bene.

    Stato cosmico: affaticato.

    Tecniche utilizzate: ♦ Rho Aias: The Seven Rings that Cover the Fiery Heavens. Convogliando l'energia spirituale di fronte a se, l'Angelo è in grado di evocare una protezione quasi impenetrabile, un muro dall'aspetto simile ad un fiore purpureo con sette petali. Tale protezione, la quale avrà sette strati sempre più resistenti, è ispirata al celebre scudo di Aiace, il quale era protetto da sette strati di pelle rinforzata. L'ampiezza dello scudo è di tre metri di diametro. Difesa di tipo fisico.
    Consumo: Medio.

    ♦ Brahmastra Kundala: The Lighting Curse who Eat the Earth. L'angelo può usare questa tecnica letale convogliando una grande quantità di cosmo e potere spirituale nella sua mano, per poi scagliarla contro il nemico come una maledizione. Il colpo è simile ad una pioggia di una decina di frecce di luce, le quali saliranno inizialmente verso l'alto per poi cadere sul bersaglio in maniera simile ad un bombardamento a tappeto. Tale colpo prende nome dal celebre arco di Karna, figlio di Surya, che si diceva d'esser in grado di scagliare frecce capaci di inseguire il loro bersaglio fino alla fine dell'universo.
    Consumo: Basso.

    ♦ Unknown Mandala: Trasmigration into One - Trap of the Void. Una delle più insidiose armi spirituali a disposizione dell'Angelo. Tale potere si ispira ad uno dei mantra del Buddha Vairocana, il quale era in grado di facilitare la trasmigrazione dell'anima. Il potere derivante da questo attacco è simile al mantra di cui porta il nome. L'Angelo solleva una mano verso il cielo, chiudendo l'altra in sutra, emanando onde cosmiche dalla punta delle dita. Esse viaggeranno verso l'avversario e, se lo colpiranno, inizieranno a fiaccare pesantemente il suo spirito, indebolendolo progressivamente, dando la sensazione che l'anima stia per staccarsi dal corpo. Una volta raggiunta l'energia blu, l'effetto diverrà più letale: lo spirito del bersaglio (o dei bersagli) viene subitamente attaccato e attratto dal potere che mirerà a strappare l'anima dal corpo, convogliandola nella mano dell'Angelo. Completata la trasmigrazione, le dita dell'Angelo si chiuderanno rendendo le anime catturate al ciclo della reincarnazione (Sui personaggi giocanti ha tale effetto solo in caso di situazioni che permettano la morte del pg secondo il regolamento del forum. In caso contrario, il personaggio si limita ad andare solo molto vicino alla morte ed alla distruzione del proprio spirito).
    Consumo: Alto.
     
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    Le ferite sono evidenti sul tuo corpo. I nemici erano molti, ma li hai sconfitti tutti senza un attimo d’esitazione. Hai vinto, ma ciò non significa che il tuo viaggio è terminato. Sei solo all’inizio del tuo cammino tanto che il tuo stesso animo sembra aver accettato il fatto che ormai non sei più un angelo.
    Dopo tutto hai rinnegato Zeus in persona e tale gesto è da considerarsi un crimine piuttosto grave. Tutto il Cielo di darà la caccia. Ormai sei solo. Nessuno ti potrà mai aiutare.

    Oh oh ... quanta sfrontatezza nel tuo verbo. Tu non sai proprio nulla dell’amore. Pensi che ciò che provi sia amore, ma il sentimento umano può essere facilmente frainteso.

    La misteriosa voce si manifesta nuovamente nell’etere tanto da rimbombare in esso come se fossi in un luogo completamente chiuso, ma le tenebre non ti concedono il privilegio di mostrarti dove realmente ti trovi.

    Che ne sai tu? Magari tutto ciò che ti è accaduto non è stato già prestabilito da una forza più grande di te? Magari chi ti ha amano non era altro che un mero burattino nella mani di un burattinaio che abilmente tendeva i suoi fili?
    ...
    Non sto parlando di Zeus, ma di qualcun altro.


    Improvvisamente l’artefice di quell’assordante voce si palesa davanti alla tua persona. Tutto lascia presagire che è stato proprio lui a mandarti le vuote armature contro. Quali sono le sue reali intenzioni? Cosa veramente sta cercando di proferirti?
    Sta a te decidere cosa fare.

    Voci, sempre voci, tormento senza fine.

    Il suo verbo pare ora senza senso e privo di qualsiasi significato. Pare come provato da un’atroce sofferenza, ma dopo un poco il suo gelido sguardo ti penetra nella carne tanto da far impaurire anche il più fermo dei combattenti.
    Il misterioso figuro passeggia interno a te con fare perplesso per poi arrestarsi sempre dinnanzi alla tua ferita presenza.

    So perché sei qui. Cerchi risposte e conoscenza. Tu vuoi apprende qual è il tuo reale posto nel Creato. Hai già compreso che sotto sotto la tua candida veste angelica non era altro che una menzogna.
    Cosa speri di ottenere alla fine di questo tuo viaggio?


    Note: Descrivi il figuro misterioso usando l'immagine. Puoi attaccarlo, se vuoi, ma ad ogni tuo colpo egli risulterà intangibile. Siamo quasi alla fine di questa prima parte del tuo viaggio. Porto la quest in consiglio per vedere se basta per il passaggio di energia. Tu comunque rispondi senza problemi.
     
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  14. Sitael
     
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    Si reggeva in piedi a stento. Persino respirare normalmente era diventata una missione difficile da portare a termine.
    Ma era vivo e questo era tutto ciò che contava.
    La sua crociata era appena incominciata e sarebbe stato ridicolo morire proprio al principio, così fece per allontanarsi dal luogo della lotta ma il misterioso osservatore decise infine di palesarsi nella forma di un uomo anziano, con folta barba e di statura modesta. Indossava abiti complessi e corredati da cinghie alle quali erano appesi vari oggetti bizzarri, tra cui un grosso tomo.
    Nell'immaginario collettivo, avrebbe avuto tutto l'aspetto di un vecchio mago o qualcosa del genere.
    Le sue parole lasciavano intendere che fosse stato lui a metterlo alla prova o che sapesse il reale motivo di quella battaglia e di quella cerca.
    Inoltre, sembrò ventilare l'ipotesi che quella bizzarra catena di eventi fosse il frutto delle macchinazioni di qualche forza nascosta, diversa da Zeus.
    Quella possibilità lo colse impreparato e lo fece reagire in maniera ben più emotiva di quanto avrebbe voluto.

    - Non me ne frega un accidente se qualcuno ha influenzato le mie azioni. Credo in quello che faccio e, col tempo, farò in modo di vendicarmi di chiunque abbia provato ad usarmi.

    Dovette spostare buona parte del peso sulla spada piantata nel terreno, l'improvviso scatto d'ira aveva fatto tremare il suo campo visivo violentemente. Se avesse continuato ad agitarsi a quel modo avrebbe rischiato di svenire.
    Ma doveva mettere in chiaro le cose con quella buffa figura, per quanto non meditasse di fargli alcun male.
    Ammesso che l'altro non fosse lì per fargliene a sua volta.

    X7rhMlG

    - ...Quello che cerco è una via.

    Guardò l'ometto come se i suoi occhi potessero tramutarlo in cenere. La passione di quello sguardo non aveva nulla di angelico.

    - Un modo per spezzare una maledizione lanciata da un Dio... A costo di ammazzarlo con le mie mani.

    Forse non capiva davvero nulla dell'amore, ma la motivazione per cui era ancora in piedi risultava essere, senza dubbio, il sentimento che lo legava a Kaori.
    La sua più grande forza.
    La sua ultima ragione d'esistere.

    - E' questo che cerco piccolo uomo...

    Concluse infine, facendosi forza per restare in piedi. Aveva bisogno di rimettersi in sesto e non sarebbe stato prudente restare in quel posto a lungo: qualche angelo particolarmente zelante avrebbe potuto decidere di prendere la sua testa immediatamente.
    Avrebbe voluto fare qualche domanda a quel misterioso figuro, ma il tempo era suo nemico in quel momento e non voleva lasciare che la sua curiosità avesse la meglio sul buon senso.
    Per questo iniziò a zoppicare nella direzione opposta a quella da cui era venuto, senza le ali non avrebbe potuto risalire l'abisso nel quale si era calato, pertanto sperava che vi fosse un'altra uscita.
    In caso contrario, l'avrebbe aperta con le sue mani.
     
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    uUGodOU
    Ciò che tu cerchi è impossibile da realizzare, o almeno nelle tue attuali condizioni.
    Sento in te il desiderio di vendetta, ma prima devi comprende chi sei veramente e solo in un secondo momento potrai tentare l’impossibile che cerchi.


    Strano ed enigmatico fu il verbo del “piccolo uomo” dall’identità misteriosa. Probabilmente sa più cose di quelle che vuole farti intendere. Sta a te decidere se ascoltarlo o meno.
    Il tuo desiderio di vendetta contro la divinità che ha reso la tua amata schiava del piacere è qualcosa che non può essere dimenticato facilmente. Hypnos deve rispondere di tutti i suoi crimini primo tra tutti nell’aver scagliato quella orrenda maledizione a Kaori.

    C’è solo una strada da percorrere se vuoi trovare ciò che cerchi. Abbandona questo sciocco regno e recati in quello più adatto ad uno come te. Comprendi la tua vera natura e risorgi a nuova vita Alexandros Nicopolidis.

    A queste parole il vecchio apre un portale, più assomigliante ad un vortice che ad una porta, dal quale si può scorgere una terra a te completamente sconosciuta.
    Sta a te ora decidere se fidarti delle parole del vecchio o dubitare, ma se sceglierà la seconda probabilmente ritarderai solamente inevitabile realtà. Quella che probabilmente rimarrai in un limbo di dubbi e domande per l’eternità. Un’occasione del genere non capita di certo tutti i giorni. Avrai modo di comprendere ciò che hai sempre voluto sapere se decidi di varcare la soglia dell’ignoto.


    Note: Ti comunico in via ufficiale che sei passato ad Energia Blu. Complimenti. Fai un post conclusivo e se vuoi ora con questa nuova energia puoi richiedere un cambio cloth.
     
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14 replies since 6/4/2014, 22:47   222 views
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