The Price of Life (18+)

Role per Morte ed Elizabeth

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    Legenda
    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Ogni cosa ha un prezzo. Tutto si può comprare. Basta trovare la giusta chiave e tutto può essere acquistato senza alcun problema.
    Questi erano i pensieri che il trapassato mascherato stava elucubrando nelle sue tetre meningi. Aveva da pochi giorni avuto un particolare incontro con una bellissima ragazza angelo la quale a suo malgrado s'era ritrovata un patto vincolante che la obbligava al mostro donandosi completamente a lui in attimi completamente carnali votati al solo scopo soddisfare il servitore di Hades. Ovviamente la donna era stata minacciata per ottenere quel sadico patto. Il sorriso di Morte si manifestò da sotto quell'arcana maschera al solo ricordo di quello che aveva fatto.
    In un certo senso era come se fosse il padrone di quell'angelo e la cosa lo divertiva molto visto che aveva trovato qualcuno su cui sfogare alcuni istinti che da troppo tempo stava sopprimendo. Le donne semplici non lo attiravano molto. Aveva voglia di femmine assai complesse e che doveva faticare per avere.
    Fu proprio in quel momento che realizzò una cosa. Qualcosa che andava contro quel patto da poco stipulato, ma non aveva mai detto che lui non doveva infrangerlo.*

    y6t3yUg
    Preparatevi. Andiamo a fare un po' di casino e per questa volta ho bisogno anche di voi. °Mi sarei anche arrangiato, ma ogni tanto devo dare il contentino anche a lui. L'ora d'aria eheh°

    FmnGrfp
    *Quel suo verbo calò su tre suoi sottoposti che ogni tanto sbucavano fuori dalle loro tane infernali per dar mano forte al Campione di Hades. Quei tre non avevano una stella, ma sapevano il fatto loro quando si trattava di distruzione e sterminio.
    Fu così che il quartetto dei non morti si recò in una cittadina greca dal nome non importante per fare quello che sapevano fare meglio.
    Uccidere.
    Non risparmiarono nessuno. Donne, uomini, vecchi e bambini. Nessuno venne risparmiato dal loro atroce scempio. I primi a cadere furono gli uomini che tentarono inutilmente di fermare la loro avanzata, ma anche se pochi i non morti avevano poteri che i mortali non potevano contrastare.
    JXLdfjw
    Ci vollero circa quattro ore per mettere a ferro e fuoco la città. Nemmeno i palazzi vennero risparmiati. Quel fiorente centro abitato venne ridotto a nient'altro che ad un cumulo di macerie fumanti.*

    Non ho più bisogno di voi? Tornatevene nelle vostre sudice tane infernali.

    Ma Padrone ...

    Sparite.

    *Quell'ordine venne espresso con un tono adirato e seccato tanto che i tre ebbero tutti timore del trapassato per qualche spiacevole ritorsione. Dal canto suo Morte aveva le sue buone ragioni per liquidarli così in fretta e furia. Sembrava che avesse avvertito la presenza di un mortale ancora vivo in mezzo a quel massacro. Era strano e voleva controllare. Ne percepiva la paura anche se non sapeva dov'era precisamente. Avrebbe giocato con quel vivente come fa un gatto quando insegue un topo. Dopo il dovere del massacro ci stava pure il piacere della piacevole caccia, anche se lui partiva già vincitore in quel macabro gioco.*


    Edited by Kurosaki Ichigo88 - 9/8/2014, 10:59
     
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  2. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto I -


    jj4r
    Era un qualsiasi giorno estivo ideale per fare una passeggiata in centro, con il cielo sereno privo di nuvole e il sole molto luminoso, ma senza troppo caldo grazie a un fresco venticello.
    Elizabeth era uscita da casa con l’intento di girare per negozi in cerca di un regalo da fare alla propria mamma che da lì a poco avrebbe compiuto gli anni. Aveva già scartato delle idee come borse, bracciali e profumi perché li aveva già fatti negli anni passati e quest’anno voleva stupirla con qualcosa di nuovo e particolare. Aveva già pronto anche il biglietto d’auguri e cercava solo qualcosa da potergli regalare.
    Dopo ore che camminava senza sosta e senza sapere ancora cosa regalare di preciso, si fermò davanti alla vetrina di una pasticceria per ammirare i piccoli capolavori culinari esposti così da almeno individuare la torta ideale.

    "Quella al cioccolato è bellissima, ma forse la mamma sceglierebbe quel millefoglie alla frutta ... uhm ... oppure quel tiramisù alle fragole come l’anno scorso …”

    Era indecisa e stava ragionando mentalmente su quale acquisto fare quando sentì delle urla disperate e si voltò rimanendo per un attimo impietrita da cosa vedeva. Delle persone correvano per strada tutte verso una direzione scappando da qualcosa o qualcuno e gridando di correre perché dei mostri erano arrivati per uccidere tutti. Nella direzione da cui quella folla arrivava si poteva vedere in lontananza una sorta di figura umana che stava tagliando la testa a una persona, per poi trapassare il petto di un’altra e infine uccidere un’altra persona ancora senza nessuna pietà.
    A quella visione il terrore si fece largo nell’animo di Elizabeth che iniziò a correre come tutti gli altri per scappare. Non le era chiaro cosa stesse accadendo, ma la paura la spinse a seguire quell’orda di persone in fuga, come delle pecore che scappano da un lupo senza alcun piano per nascondersi realmente o per difendersi.
    In pochi attimi Elizabeth si ritrovò nella piazza principale piena di gente, dove una parte, proveniente dalla parte opposta da quella presa da Elizabeth, incitava a cambiare direzione perché erano inseguiti anche loro da un mostro. E, a quel che sembrava ascoltando gli abitanti, i mostri erano più di uno e non erano umani, ma bestie crudeli con poteri sopranaturali.
    Elizabeth non voleva morire e cercò di pensare razionalmente dove potersi nascondere. Nelle vicinanze vi erano dei bidoni dell’immondizia che erano già presi da assalto da diversi abitanti per nascondersi tra i rifiuti pensando che li sarebbero stati al sicuro, altri si nascosero a casa o in edifici pubblici e altri ancora, come Elizabeth, alla fine semplicemente rimasero all’aperto cercando una via di fuga perché non sembrava esserci altro modo per sopravvivere.
    A un certo punto uno di quei mostri giunse in mezzo alla piazza saltando giù da un palazzo e faccendosi spazio tra le persone uccidendone diverse. Assomigliava a un uomo robusto con una maschera a forma di teschio in volto, sembrava una di quelle creature infernali che popolano i racconti fantastici di mostri e spettri. Egli senza alcuna pietà iniziò a uccidere a mani nude indistintamente, uomini e donne, adulti e bambini. Qualcuno provò a porre resistenza ma egli dimostrò di avere una forza smisurata e dei poteri inumani. I presenti ancora vivi furono presi dal panico, compresa Elizabeth, e iniziarono a riversarsi nelle strade e nei vicoli nei dintorni della piazza sperando di potersi salvare, ma ad attenderli vi erano altri esseri simili a quello in mezzo alla piazza anche se con fattezze diverse.
    Nella fuga Elizabeth fu urtata da un uomo e cadde a terra facendosi male ad un ginocchio, provò a rialzarsi subito per riprendere a correre e allontanarsi dalla piazza, ma il dolore era forte e poteva solo camminare. Si sentiva ormai persa, convinta che a breve sarebbe morta, ma poi le venne un’idea vedendo un bambino spuntare da sotto il cadavere di una donna che forse era la mamma che l’aveva salvato facendogli scudo con il proprio corpo. I mostri non stavano mirando a quel bambino perché una volta colpite le loro vittime le abbandonavano in preda al dolore e la consapevolezza che la morte le avrebbe presto accolte.
    Fu allora che per sfuggire a quel sanguigno massacro Elizabeth pensò a una cosa tanto riluttante quanto forse geniale per salvarsi. Era convinta che se si fosse finta morta e nascosta sotto altri cadaveri sarebbe stata risparmiata.
    Avvicinò alcuni cadaveri e vi si nascose sotto grazie alla sua statura piccola. Non era di certo un nascondiglio comodo, ma era sicura che il suo piano potesse funzionare. Rimase immobile cercando di controllare persino il suo respiro in modo da sembrare davvero morta. La paura la aiutò a controllarsi fino a immobilizzarsi del tutto.
    Passarono diversi minuti, o forse anche ore, Elizabeth non lo sapeva, ma le urla svanirono e anche il rumore dei passi agitati della folla.
    Vi era ora un silenzio spettrale.
    Il silenzio quasi irreale creatosi ad un certo punto venne interrotto da delle voci di uomini …

    - Non ho più bisogno di voi. Tornatevene nelle vostre sudice tane infernali.

    - Ma Padrone ...

    - Sparite.


    Sembrava che uno di loro, il “Padrone”, avesse ordinato in malo modo agli altri di andarsene. Chi erano costoro Elizabeth non lo poteva sapere, perché dal suo nascondiglio non riusciva a vedere nulla, eppure era convinta che fossero degli abitanti in qualche modo risparmiati e si sentì sollevata, ma decise di rimanere comunque immobile e nascosta perché magari i mostri sarebbero tornati da un momento all’altro per uccidere chi, come loro, erano sopravvissuti a quella spietata carneficina

    Leggenda:......... Narrato ....."Pensato Elizabeth" ..... Parlato Elizabeth ..... Parlato Altrui

     
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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Qualcosa. Aveva percepito qualcosa. Qualcuno non era ancora entrato negl'inferi. Che i tre sottoposti avessero errato nel compito loro assegnato? Il mietitore lo riteneva impossibile visto che erano i migliori tagliagole quand'erano in vita e da morti avevano il loro perché se ogni tanto li richiamava per svolgere qualche incarico. In un certo senso li aveva scelti personalmente, o meglio li aveva uccisi personalmente in qualche "battuta di caccia" notando il loro talento dall'avernal regno.
    Fatto sta che qualcuno era rimasto ancora in vita, ma quel vivente aveva qualcosa che lo distingueva dagl'altri. Percepiva un potenziale una scintilla che gli suggeriva che avrebbe potuto plasmarlo come uno come lui.
    R0dl27G
    Fu così che balzò su di un edificio distrutto, o meglio quel che ne rimaneva per cercar meglio quel vivente. Gli ci volle poco per individuarlo e sgranchendosi un poco le spalle scattò verso la sua preda.*

    °Ora ci divertiamo.°

    mqdefaultw
    *Gli ci volle pochissimo tempo, qualche secondo, per avvicinarsi alla posizione dove aveva percepito quel barlume d'interesse. Gli mancavano diversi metri prima di ritrovarsi faccia a faccia con il vivente. Arrestò il suo passo e provò a scrutare con i suoi torvi occhi nella speranza di trovare qualche indizio, qualcosa che riconducesse alla sua succulenta preda. Sfortunatamente vedeva solo immobili cadaveri, nulla che potesse aiutarlo nella sua ricerca. Che avesse sbagliato? Che si fosse confuso dando fondo a qualcosa di non vero? Tutto era possibile, ma il mietitore avvertiva chiaramente che in quel loco vi era ancora qualcosa di vivo.*

    Topolino. Topolino? Vieni fuori che giochiamo a nascondino ...

    *Il di lui verbo venne espresso come a voler schernire la preda. Iniziava a già a divertirsi per quel suo gioco che aveva avviato. Sarebbe andato fino in fondo senza fermarsi davanti a nulla. Voleva trarre il maggior piacere da ogni attimo.
    Improvvisamente qualcosa si mosse da sotto un cadavere di una bella donna. Scorse una manina sbucare dalla morta che cercava di nascondersi meglio sotto quel corpo. Probabilmente vi era un infante scampato alla morte grazie all'estremo, ma inutile sacrificio della madre.
    5darksiders2
    Senza pensarci due volte il trapassato materializzò la sua catena uncinata lanciandola contro quella figura femminile. Gli uncini affondarono nelle carni sfiorando probabilmente il bambino che urlò di paura ed iniziò a piangere. Dopo qualche attimo con un solo colpo il non vivo richiamo a se la catena portandosi via il corpo della madre di quel bambino che terrorizzato si mise seduto guardando colui che gli aveva portato via il suo genitore.
    Lo sguardo del mietitore passò dal bambino alla madre più e più volte. Lo scrutava come se cercasse di capire la ragione per la quale la donna avesse protetto il figlioletto dalla morte. Più cercava la risposta e più questa non arrivava tanto che fece cadere a terra quel corpo privo della sua linfa vitale e si avvicinò al bambino.*

    Bu.

    *In quell'attimo il bambino prese tanta paura che per qualche strana ragione trovò la forza di alzarsi e scappare. Fu così che il mietitore, senza muovere un muscolo, generò davanti a se una creaturina di puro e maligno cosmo simile ad un pipistrello che prese a volare verso l'infante raggiungendolo subito dopo. Ci fu un'esplosione che uccise il bambino, ma di lui non vi era più traccia. Aveva finito di soffrire. Che fosse stato magnanimo il trapassato a donargli una morte così rapida? Questo nessuno l'avrebbe detto, ma sicuramente non era li per quella cascata di lacrime ambulante. Da qualche parte vi era qualcuno che interessava al servitore di Hades tanto che il suo sguardo si posò su un mucchio di cadaveri, questa volta di vario genere, li vicino alla sua maligna figura.*
     
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  4. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto II -


    jj4r
    Dopo il dialogo ascoltato ci fu un momento di silenzio e poi di nuovo Elizabeth udì una voce …

    Topolino. Topolino? Vieni fuori che giochiamo a nascondino ...

    Le sembrava che assomigliasse alla voce del “Padrone” che aveva sentito poco prima, ma non era certa e non aveva modo di scoprirlo in quel momento. Del resto, essendo nascosta sotto dei cadaveri, non poteva vedere cosa le succedeva intorno, né muoversi e neanche usare l’olfatto perché era inibito dal forte odore di sangue e di quei corpi su di lei, di conseguenza poteva solo concentrarsi per percepire anche il più piccolo rumore.
    Sentì un suono strano, come di una catena, e delle urla e il pianto di un bambino terrorizzato che cercava di scappare forse da uno di quei mostri di prima. A un certo punto un’improvvisa esplosione quasi la assordò e poi tornò di nuovo il silenzio.
    Elizabeth sussultò leggermente pensando che poteva essere morto il bambino che aveva visto nascondersi sotto il cadavere della mamma e se ne dispiacque. Tuttavia era così spaventata che rimanere immobile senza produrre alcun rumore e cosciente che quel mostro poteva da un momento all’altro scoprirla e ucciderla senza alcuna pietà.
    Sentiva ancora dolore alla caviglia, altrimenti avrebbe corso cosi tanto per fuggire dalla città. L’unica cosa che la sollevò in quel momento fu pensare che i suoi genitori fossero fuori città per via del lavoro e ci sarebbero rimasti per qualche giorno.
    I secondi scorrevano e lei rimase in attesa di altri suoni per cercare di capire se poteva dirsi salva o meno.

    Leggenda:......... Narrato .....Pensato Elizabeth ..... Parlato Elizabeth ..... Parlato Altrui

     
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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Era così vicino alla sua preda che l'eccitazione gli stava salendo in corpo. L'aveva trovata e non vedeva l'ora di chi realmente fosse. Il trapassato dentro di se era talmente curioso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere chi ci fosse sotto quel mucchio di cadaveri maleodoranti e che profumavano di morte. Odore che era impresso come un'indelebile macchia su di lui tanto che ormai non gli dispiaceva più e lo sentiva parte di se. Poteva sembrare strano, ma essendo un non morto quell'odore era normale portarselo addietro. Era come una firma per annunciava il suo oscuro passaggio. Una traccia inconfondibile della sua presenza.*

    5darksiders2
    °Aspetta. E se invece ...°

    *Così era troppo facile. Troppo banale. Presumeva, o meglio sapeva che la sua preda fosse sotto quell'ammasso di corpi morti. Aveva sentito un sussulto quando aveva fatto esplodere il bambino Era li. Non c'erano più dubbi, ma il divertimento sarebbe finito ancor prima d'incominciare.
    Fu così che Morte si ritrasse da quel mucchio di carne per pregustandosi il sapere della caccia. Senza indugiare oltre diede fondo a tutta la sua forza spiccando un salto che lo portò sul palazzo li vicino ed attese, anche per delle ore, che la preda venisse fuori da sola ignara del pericolo nella quale era finita.*


    Ora ci divertiamo.

    *Il di lui verbo venne quasi proferito con un filo di voce. Avrebbe atteso che la preda venisse fuori da sola e solo dopo qualche attimo l'avrebbe indotta a fuggire iniziando così quel macabro divertimento, almeno per lui. In un certo senso era un sadico il trapassato. Voleva vedere le sue vittime soffrire e poi trapassarle per farle finire nell'avernal regno insieme a tutte le altre anime e li torturarle per l'eternità.*
     
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  6. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto III -


    jj4r
    Passarono ore in cui Elizabeth fu avvolta dal silenzio più assoluto. Anche il vento smise di soffiare e smuovere qualche piccolo oggetto che poteva far rumore.
    In quel totale vuoto in cui si trovava forse la ragazza si addormentò pure, in ogni caso cercò di rimanere nascosta per più tempo che poteva. Tuttavia ad un certo punto pensò di uscire allo scoperto e iniziare a correre per andarsene dalla città, ma la paura la trattene nel suo nascondiglio perché rivivete mentalmente le brutalità che aveva visto compiere da quelle bestie e si ricordò dell’esplosione che forse aveva ucciso quel bambino.

    Non voglio morire.

    Pensò ripetutamente impaurita rimanendo in attesa di un buon momento per uscire allo scoperto; però come poteva capire quale sarebbe stato quello giusto?

    Ironicamente alla fine fu il suo istinto a decidere perché iniziò ad avere fame e non sopportava più il nauseabondo odore dei cadaveri.
    Quando si alzò in piedi cercò di sistemarsi alla meglio il vestito, poi però rimase per qualche istante immobile con gli occhi sgranati.
    Era giunto il tramonto e presto la notte avrebbe coperto con il suo manto il triste scenario che si presentava alla ragazza. Sparsi ovunque per la città vi erano corpi straziati e sangue, a testimonianza di cosa era successo ore prima, e neanche nelle più macabre scene di qualche film dell’orrore Elizabeth aveva mai avvertito quella sensazione rivoltante e agghiacciante che provò.

    N-non v-voglio mo-morire co-come l-loro.

    Iniziò a sussurare più e più volte impaurita, mentre sentiva il proprio corpo bloccato dal terrore.


    Leggenda:......... Narrato .....Pensato Elizabeth ..... Parlato Elizabeth ..... Parlato Altrui

     
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    darksiders219042012e133
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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Troppo semplice. Tutta quella faccenda si stava rivelando troppo semplice per il malvagio trapassato. La sua preda non stava collaborando come lui voleva. Non scappava, non cercava di fuggire da tutto quell'incubo nel quale l'aveva gettata. Aveva talmente paura da restarsene paralizzata sotto a quei cadaveri privi di vita. Che fossero state scene troppo macabre per lei? Questo il non vivo non poteva saperlo, a meno che non gliel'avesse chiesto di persona.
    R0dl27G
    Dal canto suo il servitore del Sommo Hades era abbastanza adirato nel constatare che il quel momento stava quasi perdendo tutto l'entusiasmo che aveva poco prima. Dopo tutto la preda non era collaborativa e non scappava.*

    °E io che speravo di divertirmi almeno un poco. Bah ... mi sa che sto perdendo solo tempo.°

    *Quel di lui verbo preannunciò una sua possibile azione. Avrebbe fatto saltare in aria quel cumulo di cadaveri ove si nascondeva la sua preda noiosa. L'avrebbe uccisa senza troppi problemi, ma non appena iniziò ad incanalare il suo oscuro cosmo per dar forma ad un pipistrellino esplosivo notò qualcosa che non si aspettava più di vedere tant'è che arrestò immediatamente d'invocare la sua brutale energia maligna.
    sx4joDW
    Improvvisamente qualcosa si mosse da sotto quei sacchi di carne senza vita. Prima una mano, poi tutto il resto del corpo. Il mascherato osservò incuriosito cos'ella stava facendo notando solo all'ultimo che la sua preda noiosa si rivelò che una splendida ragazza terrorizzata da ciò che stava osservando. Dopo tutto il bellissimo, almeno per lui, paesaggio non era uno spettacolo che si poteva vedere tutti i giorni.
    mqdefaultw
    Appena la vide subito gli venne in mente come placare i suoi più animali istinti. L'avrebbe fatta sua ad ogni costo. Sarebbe divenuta il suo giocattolo senza troppi problemi. L'avrebbe violata prendendole ciò che aveva di più caro.
    Senza indugiare oltre il trapassato si lanciò verso il terreno cadendo con un sonoro tonfo alle di lei spalle. quando la polvere si diradò si avvicinò a lei con sguardo minaccioso estraendo le sue falce da cupo mietitore.*

    Prova a scappare e ti faccio incontrare il poppante di poco prima esploso per mia mano.

    *Proferì quel verbo con freddezza assoluta. Il suo sguardo lasciava trasparire il vero e che non erano parole buttate al vento tanto per minacciare qualcuno. L'avrebbe uccisa proprio con quelle falci che erano le sue predilette, le sue lame preferite. Il suo "coltellino svizzero multiuso", con esse ci aveva fatto di tutto. Ci aveva mietuto un gran numero di teste che ormai aveva perso il conto e tagliarne una in più non gli cambiava di certo l'esistenza.*
     
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  8. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto IV -


    jj4r
    La paura del pericolo è più agghiacciante del pericolo stesso, tanto da essere capace di bloccare nel corpo e nella mente fino a far assomigliare chiunque ad una statua, con l’unica differenza dall’oggetto inanimato che si trema. In questo stato per "sbloccarsi" ci si deve calmare oppure venir “scossi” da un’emozione più forte della paura che si prova.
    In quel momento ad Elizabeth serviva essere “scossa” da qualcosa perchè lo scenario davanti i suoi occhi era agghianciante davvero.
    Improvvisamente udì dietro di lei un tonfo, come se qualcosa di grande fosse caduto a terra, e un attimo dopo una voce l’intimò di non scappare perché altrimenti l’avrebbe uccisa. Il terrore di morire provato dalla ragazza la spinse a “sbloccarsi” e girarsi.
    Gli occhi si sgranarono, le labbra rimasero dischiuse, il cuore le batteva forte e la mente si era completamente svuotata. Davanti a lei vi era un uomo dalla corporatura molto più grande di lei e con il volto coperto da una maschera che ricordava un teschio.
    Era così impaurita che all’inizio lo associò a una di quelle creature che nella cultura popolare appaiono sulla terra per portare le anime dei vivi nell’aldilà, ma poi guardandolo meglio lo riconobbe. Era il mostro che al centro della piazza aveva ucciso decine di persone.

    M-mi ucc-ucciderà!

    Pensò impietrita guardandolo negli occhi. Erano occhi umani, ma rispecchiavano un animo corrotto dal male, pieni di sete di sangue e desiderosi di osservare le peggiori delle nefandezze. Quello sguardo che si vedeva da dietro la maschera di teschio sembrava già pregustarsi lo spettacolo di vedere Elizabeth agonizzare a terra in fin di vita.
    La ragazza sperava che tutto ciò fosse solo un incubo da cui risvegliarsi, perché tanto ero terrorizzata che non riusciva neanche a gridare per chiedere aiuto o almeno parlare per implorare pietà a quell’essere immondo.


    Leggenda:......... Narrato .....Pensato Elizabeth ..... Parlato Elizabeth ..... Parlato Altrui



    Edited by Elizabeth Mary - 1/8/2014, 08:56
     
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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Paura. Terrore. Questi due sentimenti leggeva nel bel viso di lei. Probabilmente ella credeva che l'avrebbe uccisa, ma per lei aveva riservato un giochino completamente diverso. Sicuramente esser privata della vita sarebbe stata la soluzione migliore per quello che il trapassato aveva in mente per lei. Voleva farla sua in tutti i sensi. Ovviamente non le avrebbe chiesto il permesso, ma l'avrebbe presa con la forza. Tanto cosa poteva fare una minuta fanciulla come lei contro la Morte in persona? Probabilmente nulla o poca cosa.*

    f2RszLl
    Non ho intenzione di ucciderti, ma se mi costringerai lo farò senza problemi.

    *Senza aggiungere altro le sue nerborute mani scovolarono sul corpo di lei tastandole le sue dolci grazie. La voleva, la desiderava e quel suo volto terrorizza lo eccitava moltissimo. Stava emergendo il suo animo più animale e depravato possibile. La faccenda probabilmente divenne chiara anche alla ragazza, ma non aveva più importanza. Con la sua forza cercò di costringerla a terra, per poi mettersi su di lei, strappandole le semplici vesti che aveva addosso.*

    iOmzYT3
    °Che pelle morbida che ha. Mi piacerebbe leccargliela, ma con la maschera sarebbe un problema°

    *Sperava che la sconosciuta ragazza non fosse mai stata colta da altro uomo. In un certo senso era come se provasse ancora più piacere a togliere per primo il suo delicatissimo e preziosissimo fiore.
    Le di lui mani esploravano e tastavano il di lei corpo, morbido e terrorizzato. Si sentiva come onnipotente su di lei. Era in mano e non poteva scappare. In mezzo a tutta quella devastazione e massacro l'avrebbe fatta sua senza troppi problemi come un animale divora gelosamente il suo pasto. La preda era caduta nella trappola del predatore e quest'ultimo reclamava a gran voce il suo premio.*

    Come ti chiami piccola?

    *Fu quello l'unico verbo che uscì attraverso quella maligna maschera non una sillaba di più, non una sillaba di meno. Certo non che gl'importasse qualcosa del suo nome, ma in certo senso era come se volesse instaurare un macabro rapporto.*
     
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  10. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto V -


    jj4r
    Non ho intenzione di ucciderti, ma se mi costringerai lo farò senza problemi.

    Disse quell’essere immondo avvicinandosi per toccarla un po’ ovunque sul corpo con le sue terrificanti mani.
    Per qualche istante Elizabeth lo lasciò quindi fare come voleva sperando in questo modo di sopravvivere. Si comportò come una sorta di bambola, alla completa mercé della volontà di quell’essere, convinta che se ubbidiva e si comportava come lui voleva lui potesse lasciarla in pace poi.
    Sembrava un compromesso accettabile, ma la paura di morire lasciò lentamente spazio a un timore ancora più insopportabile. Infatti lui, invece di ucciderla, le avrebbe fatto qualcosa di molto peggio per lei. Senza alcun rispetto l’avrebbe privata della sua dignità di donna, del suo desiderio di essere amata, del suo diritto di poter lei scegliere se concedersi o meno, e soprattutto le avrebbe rubato la sua prima volta come se nulla fosse.
    Elizabeth per questo trovò la forza di reagire e opporsi con tutta se stessa a lui, ma ormai quel mostro l’aveva in pugno essendo molto più forte e grosso di lei. La costrinse a sdraiarsi e si mise su di lei per bloccarla, poi le strappò i vestiti mentre lei iniziò a gridare.

    No, non voglio. Fermati! Ti prego fermati!

    Si agitò scalciando come poteva e gridandogli dei veri e propri insulti che definivano esattamente cosa lei pensasse di lui. Parole come “mostro”, “pervertito”, “assassino” prevalsero tra le grida della ragazza, ma forse a ciò Morte non badò o addirittura ne era compiaciuto.
    Elizabeth stava cercando di resistere come avrebbe fatto una qualsiasi altra fanciulla, perché non poteva mostrargli la sua vera identità. Infatti lui ormai l’aveva vista in volto e se lei avesse indossato la sua armatura, rivelandosi come una Sacerdotessa di Athena avrebbe dovuto decidere se amarlo o ucciderlo. Ed entrambe le soluzioni le sembravano impossibili da realizzare.
    Continuò a opporsi come una normale ragazza avrebbe fatto in una situazione così spiacevole. Provò a spingerlo di lato, ma Morte riuscì a rimanere su di lei tenendola bloccata a terra con la sua maggiore forza. Anzi sembrò addirittura che lui non ci facesse troppo caso a cosa lei dicesse o come reagiva, perché proseguì a esplorare quel sinuoso corpo nudo con le sue ossute mani, senza accennare all’intenzione di ucciderla come aveva promesso di farle se lei si opponeva.
    Era come un carnivoro pronto a mangiarsi la sua preda, perché sembrava che nulla potesse distogliere l’attenzione di lui da cosa stava facendo.
    E così, come mai nessun altro uomo aveva fatto prima di lui, Morte percorse con le dita le grazie di Elizabeth, fino a giungere là dove avrebbe potuto cogliere il “fiore” che la ragazza desiderava donare a chi l’avrebbe amata con tutto il cuore, e non al primo che capitava e ancora meno a una bestia come lui.
    Lei era terrorizzata e schifata da lui, non voleva che lui le facesse quelle cose e cercò di fermarlo ancora e ancora, ma sembrava tutto inutile.
    Improvvisamente, forse per distrarla in modo che abbassasse la guarda, poiché secondo Elizabeth non poteva quel mostro avere sentimenti, le chiese come si chiamava aggiungendo il vezzeggiativo “piccola”.

    Elizabeth … e non sono la tua piccola. Lasciami stare ti prego!

    Rispose disperata guardandolo negli occhi completamente rossa dall’imbarazzo, ma anche dal pianto e dallo sforzo per liberarsi. Ormai era tardi, non le rimanere molto tempo per agire se voleva salvarsi da cosa lui bramava di fargli.
    Sentì per un attimo le dita di lui sfiorare il suo fiore, il prezioso tesoro che lei aveva sempre sognato di riservare a qualcuno di importante e capace di coglierlo con amore e rispetto. La sensazione di quel tocco in un’altra situazione più romantica sarebbe stata piacevole, ma per lei era fastidiosa fino a farle chiudere d’istinto le gambe con tutta la forza che aveva.
    Non voleva diventare oggetto dei più animali istinti di quel mostro, lasciandolo sfogare i suoi più lussuriosi desideri con lei, così decise alla fine di agire mandando a quel paese ogni altra cosa. Fu una scelta che più di altre l’avrebbe da ora in poi segnata, ma non poteva più trattenersi.
    Risvegliò il suo cosmo assopito e richiamò le sacre vestigia della Poppa che andarono a ricoprire tutto il delicato e sensuale nudo corpo di Elizabeth, così che Morte fosse costretto a fermarsi perché non poteva più toccarla nel cosiddetto luogo dove non batte mai il sole.
    Va detto che l’armatura della Poppa è particolare rispetto le altre, infatti Elizabeth fu coperta da un body rosa e un pettorale e delle protezioni per le spalle di bronzo rosa e rifiniti con dei bordi blu. Le braccia vennero coperte da guanti di bronzo colorato di blu, mentre le gambe da calze autoreggenti nere e gambali di bronzo colorato di rosa che assomigliavano a stivali alti e con il tacco. A rifinire la bizzarra e sexy armatura vi era poi una maschera argentata e un diadema di bronzo colorato di rosa che doveva offrire una protezione alla testa, ma apparentemente sembrava solo un accessorio extra. Per fortuna a “nascondere” la parte più intima di Elizabeth ci penso, oltre il body rosa, anche le estremità dell’ultimo pezzo dell’armatura, un foulard di semplice stoffa legato alla vita che aveva le punte finite proprio nel punto giusto.
    A noi potrebbe sembrare alquanto inutile, ma tutto ciò fece sentire Elizabeth salva in quel momento. E’ vero che doveva scegliere se amarlo o se ucciderlo, ma come è facile intuire, lei desiderava ucciderlo senza pietà, per cosa aveva fatto a tutti gli abitanti e per cosa voleva fare a lei.
    Per prima cosa doveva allontanarlo da sé stessa e quindi si concentrò per poi gridare talmente forte da provocare un’onda d’urto, che se avesse colpito Morte, era capace di spostarlo di qualche metro, quel tanto da permettere di levarselo di dosso. Ovviamente se ciò fosse andato come lei sperava ci sarebbero potuti essere dei danni dovuti agli effetti dell’onda d’urto, ma non di certo avrebbe danneggiato l’udito del suo stupratore.
    E di questo ne era dispiaciuta.

    Shock of the Voice:
    tecnica abbastanza semplice ed efficace. Infatti grazie alla voce a Elizabeth basterà semplicemente gridare per produrre un’onda d’urto in grado di spostare di spostare cose e/o persone spingendole a 10 metri di distanza da lui. Essendo una tecnica di "livello variabile" c'è da precisare che con un "basso" l’onda d’urto sarà di 10 metri, mentre con un "medio/alto" sarà di 20 metri.
    Livello della tecnica usato: Basso, quindi l’onda d’urto sposta di un max di 10 metri


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    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Divertito era il mostro non morto. Aveva trovato un bel bocconcino sul quale soddisfare i propri istinti animaleschi. La cosa che più lo eccitava era il fatto che ella, come qualsiasi altra donna, non era accondiscendente e si dimostrava piuttosto riluttante, ma questo non faceva altro che aumentare il suo malefico desiderio.
    Elizabeth, era questo il di lei nome, si agitava, si dimenava per cercare di scansare quel non morto pervertito, ma era tutto inutile. Era troppo grosso e massiccio da spostare per una fragile e delicata fanciulla come lei.
    f2RszLl
    Dal canto suo il mascherato la lasciava fare facendole credere d'aver un po' di libertà, ma era tutto uno stratagemma per rendere le cose più piacevoli, per lui ovviamente.
    Poteva dimenarsi quanto voleva che tanto Morte aveva il controllo su di lei. Esplorava il suo morbido e vellutato corpo e più lei gli chiedeva di fermarsi e poi lui insisteva su una zona per farle vedere che piano piano il di lei fisico femminile iniziava a reagire com'egli sperava al suo tocco.*

    Davvero un bel nome, Bambolina.

    aD9hOhb
    *Improvvisamente accadde qualcosa che non si sarebbe mai aspettato da un così bellissimo fiore. Dietro a quel volto angelico si nascondeva una guerriera fedele alla dea stolta conosciuta con il nome di Athena. Infatti non si sa come, ma la ragazza riuscì a richiamare, e di conseguenza indossare, la sua armatura. Quella protezione andò a posizionarsi sul di lei nudo corpo tanto che il non-morto sbuffò sonoramente. Un body la ricopriva e delle parti metalliche si erano posizionate sui seni, sugli avambracci e sulle gambe. Un lungo foulard si era aggiunto come ulteriore protezione al preziosissimo fiore.
    Il trapassato avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo per svestirla, ma accadde un'altra cosa che non aveva previsto. Richiamando il suo benevolo cosmo la saint iniziò ad urlare provocando un'onda d'urto talmente forte da cogliere impreparato lo specter.*

    °Ma che cazz ... dannazione.°

    *Colto impreparato venne scaraventato via per qualche metro, ma prima che toccasse suolo lo specter richiamò una lunga catena sul destro lanciandola contro le di lei gambe nel tentativo di afferrarla e tirarsela a se. La sua strategia sarebbe andata a segno se la catena l'avrebbe catturata e tirandola a se la ragazza avrebbe seguito il suo assalitore per cadergli addosso sul suo possente corpo per poi ritrovarsi a terra nella stessa identica posizione di qualche attimo prima.*


    Chain’s Wrath [O]
    Altra arma abbastanza versatile nell’equipaggiamento del trapassato. In poche parole si tratta di una catena, sempre evocata tramite il purpureo cosmo dello specter, la cui lunghezza varia a seconda dell’energia dell’utilizzatore, più alto sarà il livello e più lunga sarà l’arma, avvolta attorno al suo braccio destro la cui estremità e adornata con una piccola lancia tale da rendere l’oggetto un letale sulla lunga distanza. Infatti l’utilizzatore sfrutterà il raggio suo d’azione per tentare di colpire ed immobilizzare l’avversario.
    [Livello: Medio]


    Edited by Kurosaki Ichigo88 - 9/8/2014, 10:59
     
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  12. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto VI -


    jj4r
    Come Elizabeth sperava, la sua offensiva andò a buon fine, e Morte venne spostato dall'onda d'urto. Tuttavia egli ebbe buoni riflessi per reagire, infatti, prima di toccare il suolo, rapidamente invocò una catena di cosmo che lanciò verso le gambe della saint per afferrarla.
    Tutto avvenne così velocemente che Elizabeth non ebbe tempo per rallegrarsi di averlo colpito e allontanato, che si sentì subito afferrare alle gambe e venire trascinata via pure lei. Per fortuna ad attutire qualsiasi possibile danno ci pensò il possente corpo di Morte perché Elizabeth finì su di lui. Involontariamente la nuova posizione assunta era quella di due amanti, con i volti molto vicino quasi come se si dovessero baciare.

    No, non voglio.

    Disse fra sé e sé facendosi subito indietro, mentre pensava a un possibile bacio. Vero che entrambi indossavano una maschera, quindi sarebbe stato impossibile che le loro labbra si toccassero, ma Elizabeth reagì come avrebbe fatto una qualsiasi ragazza in quella situazione.
    Inoltre era stupita da cosa era appena successo, perché non si aspettava di certo che lui fosse uno spectre, visto il malevolo cosmo violaceo che aveva, e ancora meno che potesse reagire in modo così celere. E poi ora, invece di essere finalmente libera da quel mostro, era ancora più nei guai perché aveva le caviglie legate dalla catena di cosmo e Morte cercò quasi subito di rimettersi su di lei.

    Lasciami stare! Non voglio. Te la farò pagare!

    Gli disse quasi urlando, anche se sapeva che lui non le avrebbe dato retta.
    Anche ogni tentativo di resistenza fisica di Elizabeth fu invano, perché il mostro riuscì, come nulla fosse, a bloccarla di nuovo a terra. Era evidente come lui fosse nettamente più forte di lei e come la bramava selvaggiamente. Di contro si vedeva anche come lei era spaventata e schifata, perché anche se lui non poteva vedere, per la maschera, il di lei delicato volto rigato ora dalle lacrime, sicuramente notava come la ragazza tentava con tutte le forze di liberarsi scalciando, spingendolo via, e ogni altro modo possibile.
    Elizabeth non voleva che lui potesse di nuovo provare a esplorare il suo corpo, non voleva sentire il suo profumo o la sua voce, non voleva che lui la guardasse, non voleva baciarlo, non voleva che lui la desiderasse, non voleva divenire la sua amante, né altre cose. Desiderava solo che tutto quello fosse un incubo e che magari improvvisamente si svegliasse nel suo letto a casa, con indosso il pigiama e pronta a iniziare una nuova giornata.
    Purtroppo però la sua speranza era inutile, quella era la realtà: Morte dopo aver compiuto un massacro, ora stava tentando di possederla senza alcun rimorso e lei non era abbastanza forte per salvarsi. Erano entrambi sporchi di sangue e sudore, e lui per Elizabeth puzzava terribilmente.
    E poi la ragazza si sentiva come un topolino in trappola e vittima di un gatto che si divertiva senza scrupoli. Forse lui sentiva di averla in pugno, esattamente come Elizabeth era cosciente che purtroppo non sarebbe stato facile liberarsi di lui.
    Provò a richiamare il cosmo e gridare ancora come prima nel tentativo di generare un’onda d’urto per spostarlo di nuovo da sopra di lei, sperando di poter scappare via questa volta.


    Shock of the Voice:
    Grazie alla voce a Elizabeth basterà semplicemente gridare per produrre un’onda d’urto in grado di spostare di spostare cose e/o persone spingendole a 10 metri di distanza da lui. Essendo una tecnica di "livello variabile" c'è da precisare che con un "basso" l’onda d’urto sarà di 10 metri, mentre con un "medio/alto" sarà di 20 metri.
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    *La sua strategia ebbe l'esito che aveva sperato. Anche se spinto via da quell'offesa era riuscito a trascinarla nuovamente a se per ritornare nella posizione di qualche attimo prima. Era ancora su di lei, pronto a farle ciò che voleva. Avrebbe voluto prenderla subito, farla sua cogliendo il suo preziosissimo fiore per poi scaricarla quando si sarebbe stancato di lei. Voleva violentarla nella maniera più brutale, ma allo stesso tempo riuscire ad entrare nel suo mondo per renderla in un certo senso succube del suo volere. Dopo tutto conosceva bene le regole che vigevano per le donne schierate tra le fila del Grande Tempio. Dovevano portare una maschera e il primo che le avesse viste senza per loro si apriva un bivio insolito.
    R0dl27G
    O uccidere il malcapitato o donarsi completamente a lui amandolo senza riguardo. Era strana come regola, ma in quel frangente estremamente utile per la sua situazione dato che egli era uno specter e per forza di cose era in un certo senso immortale.*

    °La faccenda si fa assai interessante ... eheh°

    *Improvvisamente percepì nuovamente che la donna stava per richiamare il suo cosmo per tentare di attaccarlo una seconda volta. Probabilmente aveva intenzione di toglierselo di dosso come aveva fatto poco prima e questo il trapassato non poteva permetterglielo.
    Fu così che con una mano andò a toglierle la maschera per poi cercare di serrarle la bocca con la stessa evitando così che ella potesse scaraventarlo via nuovamente. Si stava stancando di quella situazione, ma allo stesso tempo eccitando. Non gli piacevano le donnicciole semplici, ma quelle con un po' di pepe che ti scombussolano i piani quando meno te lo aspetti.*
    rW6daSE

    Vediamo di darci un taglio dolcezza. So cosa sei. Il tuo cosmo non mente.

    *Quel verbo venne proferito con rabbia e fermezza accompagnato da una fredda lama che rapidamente si posò sotto il mento di lei sfiorandola appena. Altro non era che una falce richiamata sempre con lo stesso sistema della catena di qualche attimo prima. Non era sua intenzione ucciderla, ma se non si fosse data una calmata l'avrebbe fatto senza problemi. Tanto poi l'avrebbe ripescata nell'Ade facendola diventare la sua schiavetta personale.*

    Vedi di darti una calmata. Conosci bene le regole del giochino che hai tirato fuori tu stessa. Hai due scelte. Amarmi o uccidermi, ma vedi la seconda allungherebbe la tua agonia visto che sai benissimo cosa sono ed in un certo senso ho qualche difficoltà a morire ... eheh ... ora la scelta è tua. Cosa farai?

    *Il suo sguardo non ammetteva repliche e quasi pretendeva una risposta senza rifletterci troppo. Non l'avrebbe uccisa se non avesse richiamato il suo cosmo da sacerdotessa, ma gli bastava un niente per mettere fine alle sue sofferenze terrene.
    Entrambi sapevano le regole del gioco ed in un certo senso il trapassato sarebbe stato clemente se gli avesse concesso di cogliere il suo bellissimo fiore senza violentarla. Avrebbe cercato di non sciuparla troppo visto che ella sarebbe diventata una pedina importante per un piano che si stava formando nella sua mente malvagia.*


    Death Scythes [O]
    Tecnica principale nel bagaglio tecnico dello specter. Infatti permette all'utilizzatore di evocare due falci, dalle “ridotte” dimensioni. Tali armi hanno un’impugnatura di circa 60 cm e la lama, affilata da entrambe le parti, è lunga 140 cm e nella parte più ampia larga 30 cm. Essendo due armi abbastanza versatili lo specter punterà a sferrare rapidi e precisi fendenti mirando prevalentemente a zone esposte del corpo avversario. Particolare degno di nota è che le Death Scythes di solito vengono brandite al contrario. Una variante a questa tecnica è quella di materializzare una sola falce dalle dimensioni standard, ovvero con l'impugnatura lunga quanto l'utilizzatore, e la falce bella grande.
    [Livello: Medio]
     
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  14. Elizabeth Mary
     
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    IL VOLTO DELLA MORTE
    - Atto VII -


    jj4r
    Una volta a Elizabeth fu detto che la stessa tecnica non funzionava due volte consecutive sullo stesso cavaliere, ma in quel momento di panico la ragazza non se lo ricordò.
    Fu grazie a questa cosa che probabilmente Morte intuì il possibile attacco di lei e rapidamente la fermò, togliendole la maschera e appoggiandole una mano sulla bocca. Poi la minacciò di smetterla di agitarsi e per dare più forza alle sue parole richiamò rapido la sua falce di cosmo che portò vicino alla gola della ragazza.
    Elizabeth sentì la lama fredda di quell’arma accarezzarle il collo ed ebbe paura che con un minimo movimento il suo avversario potesse ucciderla come se nulla fosse.
    Lui incalzò ancora accennando alla regola della maschera delle sacerdotesse, al fatto che non poteva davvero morire per la sua maligna natura e le chiese infine cosa preferiva scegliere.
    Bisogna precisare che il Grande Tempo, per tutelare la parità tra i Saint di ambi sessi, aveva sentenziato che le Sacerdotesse dovevano amare o uccidere chiunque le avesse viste in volto quando erano nella loro veste ufficiale di guerriere. Inoltre per una Sacerdotessa, indossare una maschera, era anche un modo per nascondere la propria fragilità femminile e in qualche modo acquistare la forza e il coraggio maschile. Non che tutte le guerriere fossero deboli femminucce dalla lacrima facile per intenderci, ma in qualche modo essendo donne erano un po’ più svantaggiate e delicate rispetto alla loro controparte maschile. Non a caso un sinonimo di donna è “gentil sesso”.
    In ogni caso a parte tutto questo, Elizabeth era cosciente di aver fatto un errore grave ancora prima che lui le togliesse la maschera, perché si era trasformata in Saint davanti al nemico. Era uno sbaglio perché, quando lui le tolse la maschera, già conosceva il suo volto. L’aveva in qualche modo vista ben due volte in faccia e quindi ora non le rimaneva altro da fare che scegliere se ucciderlo o amarlo, non aveva altre opzioni.
    Elizabeth trattenne quasi il fiato guardando Morte negli occhi.
    Non sapeva cosa rispondere di preciso perché la rabbia le avrebbe fatto gridare di volerlo uccidere senza alcuna pietà, ma aveva paura di contraddirlo e farlo arrabbiare perché lui poteva mettere fine alla sua vita senza pensarci troppo. Alla fine però vinse l’istinto di sopravvivenza sulla rabbia e così Elizabeth proferì l’unica risposta che forse le avrebbe permesso di sopravvivere a quell’orribile situazione.

    Ti amerò.

    Il tono della sua voce era basso.
    Era facile intuire che la risposta era stata data solo per compiacerlo, con lo stesso entusiasmo che avrebbe chiunque nel dover affermare qualcosa che non pensa assolutamente costretto dalla situazione e davanti all’alternativa di una morte certa.
    Elizabeth poi abbassò lo sguardo per non vedere più quel volto, sapeva che ciò che aveva appena affermato l’avrebbe segnata, ma preferiva assecondarlo piuttosto che contraddirlo impaurita com’era.
    Del resto era comprensibile quella sua resa facile, perché Morte si era dimostrato nettamente più forte fisicamente e abile di lei, inoltre la ragazza aveva una lama appoggiata al collo e la possibilità di venire uccisa era altissima. Quel mostro aveva ucciso migliaia di vite solo per il gusto di farlo e stava dando forse una grandissima opportunità alla fanciulla di vivere. Anzi, un osservatore esterno poteva dire che lei fu in qualche modo graziata da Morte, il quale, invece di ucciderla freddamente, le diede la possibilità di scegliere se diventare in qualche modo sua o andare a fare compagnia agli altri cadaveri sulla strada.
    Anche se per Elizabeth non sembrava così, era in qualche modo molto fortunata.


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    *Il malvagio trapassato attese con trepidazione la risposta della donna. Non voleva doverla uccidere proprio al loro primo incontro. Le serviva viva e vegeta per il piano che si stava delineando nella sua tetra e malvagia mente. Tutto stava filando al meglio, anche se con qualche intoppo, ma era sicuro di ricevere da lei una consona risposta.*

    Ti amerò.

    5darksiders2
    *La di lei voce non tardò ad esprimere qualcosa che lasciò stupito persino il non-morto. Disse che lo avrebbe amato e la cosa non fece che rallegrare il suo aguzzino anche se sapeva che probabilmente stava mentendo. Voleva crederle tanto che si alzò da lei e si mise a sedere su delle macerie poco distante. Era incredulo e stentava a credere alle sue parole. Quell'occasione era preziosa e avrebbe fatto tutto il necessario per far si che se stava mentendo si sarebbe ricreduta diventando totalmente sua.*

    Molto bene. Sappi che se menti non ci metterò che un secondo a privarti della vita.

    *Quel suo ammonimento venne espresso sempre con freddezza e malvagità. La ragazza aveva assaggiato di cos'era capace e in quel verbo vi era la nota che stava affermando la verità. Dal canto suo il trapassato aveva raggiunto un importante traguardo per mettere in atto il suo piano. L'avrebbe fatta diventare una valida pedina da mandare tra la brava gente e presto o tardi l'avrebbe resa libera, ma si sà l'eternità è assai lunga. Difficilmente si sarebbe stancato di lei. Ci avrebbe giocato senza farle troppo del male, ma questo non poteva averne la certezza.*

    Dammi prova del tuo amore. Balla per me in maniera sensuale togliendoti ciò che hai indosso. Io per il momento non ti toccherò. °Non vedo l'ora di gustarmi proprio un bello spogliarello fatto come si deve.° Avanti non perdere altro tempo.
     
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