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Rise Again
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oirelav1993.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Narrato
*Pensato*
"Parlato"
Un'onda. Un'altra. E un'altra ancora. La pioggia battente e le violente raffiche di vento sembravano non voler risparmiare la modesta imbarcazione sulla quale Kaito si trovava. Il ragazzo, aggrappato ad una delle tante cime che si trovavano sul ponte, non poteva fare altro che assistere impotente alla furia della tempesta. Ne aveva viste tante di tempeste, nel corso dei suoi viaggi, ma quella in cui era incappato le superava tutte; per un attimo, Kaito si ritrovò a pensare al suo passato.
*Se fossi ancora al monastero, adesso non mi troverei in questa situazione...*
Nonostante la sua grande curiosità ed il forte desiderio di avventura, Kaito, in quel momento, avrebbe decisamente preferito tornare sui suoi passi.
*Spero che almeno valga la pena di affrontare questa tempesta... In Grecia, forse, riuscirò a trovare ciò che cerco.*
Cosa poteva cercare, in Grecia, un ragazzo così giovane? Nemmeno Kaito lo sapeva. Da quando aveva lasciato il monastero per sette anni aveva vagato in giro per il mondo, studiando, allenandosi, incontrando persone. Sette anni trascorsi alla ricerca del nulla, fino a quando, nel lontano Oriente, non aveva sentito parlare, per la prima volta, dei Saint di Athena. Da quel momeno, lo scopo di Kaito era stato solo uno: trovare i Saint, unirsi a loro, nella loro eterna lotta in difesa della giustizia, ed incontrare la dea Athena, nella speranza che almeno lei conoscesse la risposta alla sua domanda.
*Chi altri, se non una Dea, può dare una risposta alla mia domanda? Devo assolutamente sapere cosa...*
I pensieri di Kaito vennero interrotti da un improvviso getto di acqua gelida sul volto; con la manica cercò di asciugarsi il volto, mentre il forte odore della salsedine gli riempiva le narice.
"Merda, qui è sempre peggio."
Guardò il mare. Le onde erano alte come palazzi, e si infrangevano sulla nave con una violenza tale da far pensare che volessero distruggerla. L'attenzione di Kaito, però, fu improvvisamente catturata da qualcos'altro.
"Che diavolo... ?"
Guardando tra le onde, aveva notato un'ombra gigantesca, un'ombra di quelle che aveva visto solamente nelle illustrazioni dei libri, un'ombra che gli fece venire brividi gelidi lungo tutta la schiena. Strizzò gli occhi, cercando di vedere meglio nonostante la pioggia e le raffiche; c'era qualcosa tra le onde, qualcosa di gigantesco, qualcosa che non poteva appartenere a questo mondo.
*Devo avvertire gli altri.*
Lasciò la fune alla quale si era tenuto ben stretto fino ad allora, cercando di muoversi verso gli altri membri dell'equipaggio, per poterli avvisare; proprio in quel momento, però, venne travolto da un'onda. Kaito, all'improvviso, si sentì mancare il ponte sotto i suoi stessi piedi, mentre un torrente di acqua gelida lo avvolgeva, trascinandolo oltre il parapetto, in mezzo alle onde. La caduta in mare fu terribile; l'impatto con la superficie dell'acqua fu come una violenta botta sulla schiena, mentre i polmoni si svuotavano di aria. In quel momento, Kaito sentì una morsa gelida serrargli il cuore; tuttavia, il ragazzo non si lasciò vincere. Con uno sforzo notevole, tornò in superficie, dove venne accolto da una pioggia violenta; si guardò intorno, ma della nave non c'era più alcuna traccia. Che fosse stata inghiottita negli abissi? Un'altra onda spinse nuovamente il ragazzo sott'acqua: lì sotto, il silenzio, il gelo e l'oscurità lo avvolgevano. Poi, quando le correnti lo riportavano in superficie, le orecchie erano riempite dal rumore assordante della pioggia e dei tuoni, mentre gli occhi difficilmente trovavano un equilibrio tra il buio della tempesta e la luce abbagliante dei lampi.
*E' così, dunque, che morirò? Solo, in balia della tempesta?*
Le onde lo trascinarono nuovamente sott'acqua. Lì, in mezzo all'oscurità e al silenzio, sentì nuovamente la morsa gelida della paura; che possibilità aveva di salvarsi, in mezzo a quell'inferno?
*Maledizione...*
Eppure, non riusciva a rassegnarsi. Non poteva, non voleva arrendersi così.
*No... Io devo uscire di qui. Non posso fermarmi, devo andare avanti.*
Ancora una volta, grazie alla forza del proprio spirito, riuscì a tornare in superficie; lì, incurante delle onde e della pioggia, aprì la bocca, lanciando un urlo violentissimo.
*Non mi arrenderò... Non sarà questa stupida tempesta a fermarmi.*
Non avrebbe saputo dire per quanto tempo fosse rimasto in acqua; dopo quelle che parvero ore, la tempesta cominciò a scemare, e Kaito, prima ancora di rendersene conto, si ritrovò a poche centinaia di metri da quella che sembrava una spiaggia.
*Un miraggio... In mezzo all'acqua?*
Con un ultimo sforzo, Kaito nuotò fino a riva; rimase lì, sulla riva, stesso nella sabbia bagnata.
"Ce l'ho fatta..."
Un fievole sorriso balenò sul volto di Kaito. Poi, la testa si fece pesante, il mondo diventò nero, e il ragazzo svenne.. -
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*Pensato*
"Parlato"
Kaito era immerso nel mondo dei sogni quando, improvvisamente, si svegliò; guardandosi intorno, si rese conto di avere il corpo semi-immerso nell'acqua.
*Ma cosa... ?*
Sento la sabbia del fondale sotto di sè, cercò di alzarsi; nonostante la testa che girava e lo stordimento, riuscì lentamente a rimettersi in piedi. Guardandosi intorno, si rese conto di essere, in realtà, a pochi metri dalla riva.
*Evidentemente la marea deve essersi alzata molto rapidamente... O forse sono rimasto svenuto per chissà quanto tempo...*
Si voltò verso il mare; in lontananza era ancora visibile la tempesta infuriare, ma era ben lontana dalla spiaggia dove si trovava e, probabilmente, non lo avrebbe raggiunto nuovamente. Mentre avanzava verso la riva, fu catturato dalla luce della luna; il satellite era ben visibile nel cielo, una enorme palla pallida che proiettava una tenue luce. Kaito ne fu felice; la prospettiva di affrontare la notte rischiato da quel bagliore, seppur così debole, lo rincuorava.
Ora, però, avrebbe dovuto decidersi sul da farsi; alle sue spalle si stendeva il Mar Egeo, ai lati una spiaggia che sembrava senza fine, e davanti a sè una foresta. Cosa avrebbe dovuto fare?
*Potrei accendere un fuoco, nella speranza che qualche nave lo veda e venga ad aiutarmi... Ma no, non ha senso; non so nemmeno se mi trovo su un'isola. Forse la cosa migliore è addentrarmi nella foresta...*
Per un pò rimase li immobile, in piedi sulla sabbia, a riflettere sul da farsi; pensieri diversi affollavano la sua mente, insieme alla preoccupazione per se stesso e per il resto dell'equipaggio.
*Spero che almeno loro siano riusciti a scamparla... Ma ora devo pensare a me.*
Il freddo cominciava a causargli qualche problema; era ancora bagnato fradicio e, forse, avrebbe dovuto accendere un fuoco per riscaldarsi; tuttavia, anche rimanere in movimento rappresentava una valida alternativa. Con passo deciso, iniziò ad inoltrarsi nella foresta. Il buio lo avvolgeva, insieme ad una serie di rumori strani e sconosciuti; nonostante tutto, Kaito non si spaventò.
*I suoni della foresta... Non c'è ragione di preoccuparsi.*
Non seppe dire per quanto tempo aveva camminato nella foresta; ad un certo punto, però, si ritrovò in un piccola radura, al centro della quale si trovava una piccola baracca malandata che aveva tutta l'aria di essere malandata. Un sorriso balenò sul volto di Kaito.
*Mi sembra un buon riparo per la notte...*
Si avvicinò lentamente alla baracca, osservandola: per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare alcun segno che gli permettesse di capire se effettivamente fosse abbandonata o meno. Nonostante avesse tutti i suoi sensi pronti, non percepiva nulla di strano intorno a sè, se non gli odori ed i suoni tipici di una foresta.
*Proviamo.*
Stanco di esitare, Kaito si avvicinò all'ingresso della baracca; dopo, un istante di immobilità, decise di entrare. Avrebbe trovato qualcuno all'interno?. -
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oirelav1993.
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L'interno era anche peggio dell'esterno; non c'era un solo anglo di quella baracca che non fosse pieno di muffa, polvere e ragnatele.
*Questo posto deve essere disabitato da anni... Ma che tipo di persona potrebbe scegliere di vivere da sola in mezzo ad una foresta?*
Avanzò all'interno, portandosi al centro della stanza. Intorno a lui c'erano alcuni elettrodomestici, ma Kaito li ignorò; senza elettricità erano assolutamente inutili. La sua attenzione, invece, fu catturata da un braciere situato sul lato opposto alla porta, vicino al quale si trovavo dei pezzi di legno.
*Bene, almeno potrò accendere un fuoco e riscaldarmi.*
Si avvicinò al braciere, per poi chinarsi per raccogliere qualche pezzo di legno; stava per afferrare il primo, quando uno strano rumore proveniente dall'esterno catturò la sua attenzione.
*Cosa potrà mai essere? Questa baracca è chiaramente abbandonata da anni, non c'erano tracce di un qualche suo utilizzo recente... Che sia un animale?*
Rapidamente, ma facendo attenzione a non fare alcun rumore, Kaito, si allontanò dal braciere e si spostò sul lato destro della porta, poggiando la spalle al muro. Poi, lentamente e con grande attenzione, cercò di guardare all'esterno, sperando di identificare la causa di quel rumore che tanto lo aveva allarmato.. -
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La porta della baracca fu scossa da un violentissimo tonfo e, in breve, una nuova serie di tonfi iniziarono a risuonare da vari punti della baracca, come se qualcosa stesse insistentemente cercando di entrare. Kaito sbirciò fuori dalla porta, ma non vide nulla se non l'oscurità della notte.
*Cosa posso fare?*
Si guardò intorno: l'unica uscita della baracca era costituita dalla porta ed intorno a sè non riuscì a vedere nulla che potesse essere usato come arma. Rimase per un tempo indefinito lì, in mezzo alla stanza, semi-paralizzato dalla paura; cosa avrebbe potuto fare? Gettò nuovamente un rapido sguardo intornò a sè, e finalmente ebbe un'idea; si avvicinò al piccolo microonde e, dopo averlo afferrato, lo scagliò con forza per terra, rompendone il vetro. Senza indugiare, si chinò per terra, raccogliendo tutte le schegge che poteva; in poche decine di secondi, aveva pronte nelle mani un buon numero di schegge.
*Speriamo solo di non doverle usare.*
Si voltò verso la porta, appena in tempo. Otto unghie affilate si erano fatte strada attraverso la porta, rivelando una creatura d'ombra, dalle sembianze di un demone; un brivido gelido corse lungo la schiena di Kaito.
*Cosa diavolo è?*
Non aveva mai visto nulla di simile; per quanto paurosa e pericolosa potesse essere quella creatura, Kaito non potè non rimanerne affascinato. Era qualcosa di incredibile, un agglomerato di ombre che, per qualche strano motivo, avevano assunto una forma più o meno definita? Quale forza in natura poteva aver dato vita a qualcosa del genere? Kaito si fece coraggio, rivolgendosi alla creatura.
"Non so cosa tu sia, nè cosa tu voglia da me; io non voglio combatterti, perciò non costringermi a farlo."
Rimase quindi in posizione di attesa, sperando che la creatura gli rispondesse o che, almeno, capisse ciò che le aveva detto. Se invece la creatura non avesse risposto, avrebbe lanciato contro di lei le schegge di vetro che aveva raccolto in entrambe le mani, cercando di distrarla abbastanza a lungo da consentirgli di guadagnare la porta e fuggire.. -
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oirelav1993.
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*Pensato*
"Parlato"
Per un istante, Kaito pensò di essere stato capito dalla creatura, un istante di distrazione che gli costò caro; la creatura si avvicinò rapidamente a lui, colpendolo allo stomaco con un pugno talmente violento da farlo schiantare contro la parete opposta della baracca.
*Che razza di forza è questa?*
Nonostante il dolore allo stomaco ed alla schiena. Kaito cercò di rimettersi in piedi; nello stesso istante, lanciò le schegge che aveva raccolto contra la creatura, nel tentativo di ripagarla per il pugno di pochi istanti prima. Inspiegabilmente, però, le schegge vennero assorbite dal corpo ombroso della creatura.
*Merda... Quindi attaccarla è inutile. Cosa diavolo faccio ora??*
Si guardò intorno, mentre la creatura si preparava a caricarlo nuovamente. Con sua grande sorpresa, notò una seconda porta che, fino a quel momento, non aveva visto; senza neanche doverci pensare, il suo corpo scattò verso quella seconda uscita. Con una spallata spalancò la porta, poi, senza voltarsi indietro, scattò verso la foresta. La fuga, però, non era facile; l'oscurità gli impediva di vedere con chiarezza dove metteva i piedi, rischiando di farlo inciampare più volte, mentre i rami e degli alberi e la vegetazione del sottobosco lo rallentavano, riempendolo di piccolissimi graffi ed escoriazioni sul volto e sulle braccia. Non per questo, però, il ragazzo rallentò la sua corsa; la paura e la tensione sembravano avere cancellato in lui ogni traccia di stanchezza, spingendolo a correre con tutte le sue forze; solo quando giunse ad un'altra radura rallentò mentre si voltava per cercare di individuare la creatura.
*Eccola.*
Nonostante la rapidità dell'attacco di poco prima, la creatura non sembrava essere così veloce; Kaito era riuscito a distanziarla e adesso aveva guadagnato alcuni secondi di tempo per riflettere.
*Almeno sono più veloce... Il che vuol dire che potrei continuare a scappare, ma nulla mi assicura che non sia in grado di ritrovarmi in qualche modo. E poi... Che cos'è? E cosa diavolo vuole da me?*
La creatura ormai lo aveva raggiunto; Kaito era già sul punto di ricominciare a correre, quando qualcosa che non riuscì a distinguere colpì la creatura, che, di colpo, svanì nel nulla.
*Cosa è successo? Perchè è sparita?*
Guardandosi intorno, notò, seduto su un masso un uomo misterioso, apparentemente impegnato a far fluttuare nella mano destra qualcosa di veramente insolito, qualcosa di molto simile ad un piccolo universo. Kaito rimase per un po' immobile a fissare quella figura; chiunque fosse, emanava una strana aura, gli comunicava una sensazione di mistero. Chi era quell'uomo? Senza dubbio, lo aveva salvato da quella strana creatura, e il ragazzo non poteva non essergli riconoscente per questo; tuttavia, non poteva esserne sicuro al 100%.
*Cosa ci fa un uomo qui, da solo, in questa foresta? E' un naufrago come me? E cosa diavolo è quella cosa che tiene in mano?*
Con la mente piena di interrogativi, Kaito decise che il modo migliore per risolverli era, senza dubbio, rivolgersi direttamente a lui.
"Non so chi tu sia, ma ti sono grato per avermi salvato da quella strana creatura... Te ne sono davvero riconoscente. Hai per caso un'idea di cosa fosse quella... cosa?"
Fece una pausa, aspettando una risposta, ma la sua curiosità non riuscì a farlo restare in silenzio.
"Tu chi sei? E cosa è quella cosa che tieni in mano? Non ho mai visto nulla di simile.". -
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oirelav1993.
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L'uomo non rispose alle domande di Kaito, anzi, addirittura si comportò come se il ragazzo non fosse lì; rimase seduto al suo posto, con il piccolo universo che ancora si muoveva nel palmo della sua mano. Kaito rimase ad osservarlo; la mente correva frenetica, carica di domande alle quali non sapeva trovare risposta, ma la bocca del ragazzo rimase chiusa. Nonostante la sua curiosità, sapeva che, insistendo, non avrebbe ottenuto altro, perciò decise di rimanere anche lui immobile, in silenzio, in attesa che l'altro facesse qualcosa. Dopo qualche minuto, l'uomo si alzo, avvicinandosi a Kaito, con il piccolo universo ancora fluttuane nella mano; più si avvicinava, più il ragazzo poteva distinguere le stelle che splendevano all'interno di esso. Allo stesso tempo, però, più l'uomo si avvicinava, più Kaito cominciò a provare una sensazione di oppressione, come se il suo salvatore emanasse una strana aura.
Quelle sono la manifestazione delle tue più recondite paure. Ciò che si cela nel tuo subconscio. E questo è una piccola galassia che sta per giungere alla sua fine. Sta morendo.
Alle parole dell'uomo, rimase in silenzio, guardandolo serrare la mano e far svanire di colpo il piccolo universo. Chi era quel tipo, perchè lo aveva salvato e, soprattutto, cosa si celava dietro di lui?
"Le mie paure non dovrebbero assumere una forma e uscire al di fuori di me... Come è possibile una cosa del genere? E poi... Come hai fatto a farle sparire e cos'era quella cosa che hai tenuto in mano per tutto questo tempo? Sembrava un piccolo cosmo... Non capisco."
Rimase in silenzio, in attesa di una risposta alle sue domande.. -
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oirelav1993.
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C'è molta strada che devi percorrere prima che tu possa comprendere ogni cosa. Sicuramente avrai sentito parlare dei cavalieri dotati di poteri al di fuori dell'ordinario.
Si, ne aveva sentito parlare; non era la prima volta che sentiva parlare dei Saint di Athena. Si diceva fossero una elitè di guerrieri, dotati di poteri sovrumani che, fin dall'epoca del Mito, utilizzavano per difendere la pace e la giustizia, nel nome della dea. La stessa dea che desiderava incontrare, a qualunque costo.
Senza aggiungere nulla, l'uomo misterioso cominciò a camminare, facendo con la mano cenno di seguirlo. Kaito, senza esitare, si incamminò dietro di lui. La foresta li avvolse nuovamente, ma Kaito non era preoccupato questa volta; in quel momento, tutto ciò che desiderava era seguire quell'uomo che, evidentemente, aveva ancora altro da dirgli.
Ci hai azzeccato ragazzo. Era un piccolo cosmo. Lo stesso che possiedi tu. Lo percepito dentro di te. E' ancora sopito, ma troveremo un modo per liberarlo. Ah per la cronaca ... Deuteros. Piacere di conoscerti.
Un piccolo cosmo, lo stesso che anche lui possedeva? Kaito non aveva idea di cosa significasse, ma fu felice di conoscere finalmente il nome del suo salvatore. Sorridendo, allungò il passo, portandosi all'altezza del fianco destro di Deuteros.
"Io sono Kaito."
Non aggiunse altro; si limitò a continuare a camminare, fianco a fianco dell'uomo, senza dire nulla. A differenza di poco prima, quando aveva provato un forte senso di soggezione, ora stare vicino a Deuteros gli infondeva coraggio; il suo corpo si muoveva da solo nella foresta, evitando rami e scavalcando arbusti, mentre la sua mente lavorava febbrile.
*Liberare il cosmo sopito dentro di me... Cosa significa? E per quale motivo uno sconosciuto, dotato di uno strano potere, dovrebbe condividere la sua forza e le sue conoscenze con me? Non capisco...*
Senza rendersene conto, erano giunti in riva alla spiaggia dove Kaito si era risvegliato; quanto tempo era passato da allora? Kaito non seppe dirlo. La luna era ancora alta nel cielo, ma il ragazzo fu catturato dalla quantità di stelle che si vedevano. Erano milioni, se non miliardi, e insieme formavano un gran numero di costellazioni.
*88, se non sbaglio...*
Guardare il cielo, gli fece tornare di nuovo in mente il discorso di Deuteros ed il piccolo cosmo che fino a poco prima aveva tenuto in mano. Un'idea gli venne in mente.
"Deuteros... Tu sei un Saint, vero?"
Fece una breve pausa, scegliendo con cura le parole da usare.
"Io... Sto compiendo una ricerca. Sto cercando una risposta ad una domanda alla quale nessuno uomo può darmi risposta. Qualche mese fa, per la prima volta, ho sentito parlare di Athena. O meglio, non per la prima volta. In passato, mi è già capitato di leggere antiche storie di eroi e dei. Ma mesi fa, per la prima volta, ne ho sentito parlare come un'entità realmente esistente e, compiendo ulteriori indagini, sono venuto a sapere dei Saint."
Non sapeva se confidarsi con un uomo appena conosciuto fosse la scelta migliore; ma, nonostante questo, quell'uomo gli aveva salvato la vita. Quale modo migliore di ripagarlo, se non dicendogli la verità?
"Io sto cercando, se davvero esiste, la reincarnazione della dea Athena. Solo lei può darmi la risposta che cerco, ne sono certo. Per arrivare a lei sarei disposto a tutto..."
Si mise davanti a Deuteros, guardandolo fissandolo negli occhi, con lo sguardo carico di determinazione.
"Io non ti conosco, ma mi hai salvato la vita e voglio essere sincero con te: non so cosa sia il Cosmo di cui parli, nè so se possa essermi utile per incontrare la dea. Ma, lo sento, tu hai qualcosa a che fare con lei, perciò, ti prego, se sai qualcosa, dimmela."
Detto questo, tacque, continuando a fissare Deuteros intensamente. Ora, più che mai, sperò che l'uomo rispondesse alle sue domande.. -
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