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I miracoli non esistono
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Kaori Nakamura.
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Sangue ovunque, armi abbandonate. Decine e decine di cadaveri sfregiati o tagliati di netto in due o più parti erano sparpagliati alla rinfusa su un terreno arido.
Una visione davvero sconvolgente per il raccapricciante stato in cui erano ridotti quei corpi ormai privi di vita, ma ancora più tremendo era vedere i pochissimi sopravvissuti in preda ad atroce sofferenza che gridavano disperati e si contorcevano dal dolore, consapevoli che stava giungendo la loro ora. Chiedevano aiuto, pregavano di poter avere ancora un futuro e supplicavano che fosse fermato il carnefice che aveva compiuto quella strage.
Questa era la tragedia che si presentava agli occhi dell’incredula Kaori, la quale si era ritrovata senza sapere come in quel luogo dove forse si era conclusa da poco una delle tante guerre che gli umani erano soliti fare per egoismo, ma poi intuì che doveva essere qualcosa di diverso ascoltando i moribondi mormorare qualcosa riguardo a un assassino.
La rossa si avvicinò all’unica donna ancora in vita per soccorrerla perché le erano stati amputati un braccio e una gamba, ma ella appena la notò iniziò a gridare.
Assassina stai lontana da me.
Nonostante le ferite e il dolore da esse provocato, la donna cercò di farsi indietro spingendosi con gli arti che le rimanevano, evidentemente impaurita alla vista di Kaori, la quale provò a tranquillizzarla attivando il suo cosmo benevolo per farla rilassare. Tuttavia lei era così terrorizzata da non percepire nulla di positivo in Kaori e questo era un problema perché agitandosi facilitava la perdita di sangue che stava avendo.
L’angelo provò a donarle sollievo bloccando per qualche istante l’emorragia, ma la quantità di sangue persa era tale che la donna perse i sensi e in pochi minuti la vita scivolò via dalle sue membra.
Kaori trattene a fatica delle lacrime mentre con le dita di una mano chiuse gli occhi della donna, poi pregò Zeus di raccoglierne l’anima per farla vivere in eterno in paradiso, assieme a quelle di tutti gli altri defunti.
L’Angelo aveva il cuore straziato dalla tristezza nel vedere come qualcuno non aveva avuto nessun rispetto della Vita e di tutte quelle persone.
A poco a poco però la tristezza per i morti intorno a lei lasciò spazio a un altro sentimento più personale.
Quel luogo arido iniziò a incutere paura a Kaori, la quale reagì chiudendo gli occhi per smettere di vedere quei corpi dilaniati da evidenti tagli, e tappandosi le orecchie per non sentire più i lamenti dei moribondi intorno a lei.
Era insopportabile per lei stare in quel luogo e assistere impotente alla sofferenza e alla morte dei presenti, perché, oltre ad essere ingiusto, pensava che da un momento all’altro poteva venire uccisa anche lei.
Improvvisamente, nonostante le mani sulle orecchie, Kaori iniziò a sentire un rumore metallico simile a quello prodotto da armi che collidono tra loro, che risaltava su tutti gli altri suoni e proveniva da dietro di lei.
Con uno sforzo di volontà decise di farsi coraggio e aprì gli occhi cercando di individuare con lo sguardo da dove provenisse quel rumore. In lontananza alle sue spalle degli individui stavano ancora combattendo, ma data la distanza Kaori poteva solo vederne i profili, come se fossero ombre. Rimase per qualche attimo a osservare quelle figure che sembravano danzare con le loro armi in quello che era un vero e proprio scontro brutale, dove altre persone furono uccise senza pietà con evidenti spruzzi di sangue.
Kaori pensò di scappare perché non voleva morire, ma poi si calmò pensando che era suo dovere porre fine a quello scempio senza alcun riguardo per la Vita.
Con ritrovato coraggio e determinata a porre fine a quel combattimento, la guerriera corse verso quelle ombre, ma erano così lontane da lei che sembrava impossibile riuscire a raggiungerle. Mentre avanzava notò che a uccidere era un solo individuo privo di ogni moralità.
“Che sia lui?”
Disse fra se e se Kaori ipotizzando che solo Morte poteva compiere quel misfatto. In fondo aveva visto di cosa era capace quel mostro, quindi poteva benissimo essere lui nonostante avessero stipulato un accordo in cui lei prometteva di concedersi a lui a patto che egli non facesse mai più del male agli umani.
Fu solo avvicinandosi di un po’ che capì che chi pensava fosse Morte aveva le ali e quindi per certi versi la rossa si rilassò scartando l’ipoteso che si trattava del trapassato, ma lo stesso la situazione era grave. Infatti, a giudicare dal profilo delle ali, quell’omicida sembrava un angelo che in modo freddo uccideva uno dopo l’altro chiunque tentasse di sfidarlo. Era un essere che doveva solo vergognarsi del modo in cui trattava i suoi nemici. Sembrava che di proposito non li uccidesse ma solo li ferisse mortalmente con la sua arma.
Kaori cercò di correre più velocemente che poteva, ma mancava ancora qualche decina di metri, quando ormai era rimasto in piedi solo un ultimo avversario che cercò di lottare con tutte le sue forze contro l’angelo-malvagio. Nel frattempo ai piedi di quei due duellanti vi erano dei feriti che provavano dolore e tentavano in qualche modo di scappare, anche se i danni subiti non permettevano loro neanche di sedersi a terra nella maggior parte di casi. Ovunque c’era sangue e sembrava che da lì a poco la morte avrebbe accolto tutti loro.
Dopo pochi istanti purtroppo anche quell’ultimo uomo che stava combattendo lanciò un tremendo urlo di dolore accasciandosi al suolo, mentre quell’essere immondo con le ali alzò una mano rivolgendo il palmo verso l’alto. Qualche centimetro sopra di esso si concentrò del cosmo in una sfera che risucchiò ogni traccia di sangue presente intorno a quell’angelo-malvagio, tanto da sembrare che fossero letteralmente strappate anche le stesse anime di quei guerrieri che avevano osato sfidarlo e che ora giacevano ai suoi piedi privi dell’essenza vitale.
Quella serafica creatura, anzi quel mostro, poiché definirlo angelo era offensivo nei confronti di tutti i fedeli di Zeus, mentre raccoglieva il sangue scoppiò a ridere di gusto rivelando così di essere una donna.
Kaori era indignata nell’osservare come un essere celestiale che avrebbe dovuto aiutare e supportare gli esseri umani, stava compiendo una carneficina senza alcun apparente motivo. Era una vergogna il modo in cui quella donna malvagia trattava la vita degli umani senza alcun sentimento.
In un moto di rabbia Kaori richiamò a sé la sua gloria per sfidare quel nemico, con il desiderio di vendicare tutti gli umani caduti per mano sua. Tuttavia, appena l’angelo malvagio si girò rilevando la sua identità la rossa si fermò, come se una forza invisibile l’avesse bloccata. I suoi occhi si sgranarono, le sue labbra rimasero dischiuse delineando un’espressione di incredulità e il suo cuore iniziò a battere fortissimo.
Quell’essere con le ali era identico a Kaori, sia nell’aspetto sia nel timbro della voce a giudicare dalla risata di poco prima, tanto che per la rossa, era come vedere se stessa allo specchio, ma in versione malvagia.
Cosa stava accadendo realmente? Chi era quella sua sosia? Perché aveva compiuto quel massacro?
Quell’essere che a parte le ali non aveva nulla di angelico aveva uno sguardo sadico, pieno di sete di commettere altre nefandezze tanto che attaccò la vera Kaori utilizzando la sfera di cosmo e sangue che galleggiava in aria a pochi centimetri dalla sua mano sollevata.*******
NOOO!
Esclamò Kaori alzandosi di scatto nel letto, finendo per ritrovarsi seduta sul suo matrimoniale giaciglio.
Si era svegliata di soprassalto nella sua stanza. La luce era spenta, ma filtrava una debole luminosità dalle persiane chiuse sufficiente per distinguere le sagome del mobilio e degli oggetti presenti.
Era notte fonda e si ritrovava da sola in quella che era la casa di Alex e la sua. Con una mano accarezzò il lato del letto che utilizzava il suo amore per riposare sperando di trovarlo perché magari era tornato, pur sapendo che lui sicuramente non c’era.
Tale consapevolezza era dovuta al fatto che purtroppo lui era scomparso da diversi giorni e tutte le notti puntualmente Kaori faceva lo stesso incubo che aveva vissuto pochi istanti prima e poi in qualche modo cercava il suo Alexandros per avere da lui un po’ di sostegno morale.
Strinse a se il cuscino dell’amato uomo e si sdraiò, sentendosi un po’ a disagio per quanto era sudata, ma anche irrequieta perché aveva paura di riaddormentarsi.
Rimase lì a rimuginare su dove poteva essere finito il suo amore e se gli era successo qualcosa o se l’aveva semplicemente abbandonata. Pensò anche allo strano sogno che aveva compiuto chiedendosi quale significato poteva nascondere.
Aveva già consultato un libro utile per interpretare i sogni, ma non aveva trovato nessuna spiegazione esauriente a quella macabra visione e a quella proiezione di se stessa che assomigliava molto a Morte.
Dopo diversi minuti il sonno piano piano avvolse di nuovo la fanciulla e in qualche modo le donò serenità trasportandola nel mondo dei sogni.SPOILER (clicca per visualizzare)Leggenda:
Narrato - Parlato Kaori – Pensato Kaori - Parlato di altri. -
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Edited by Kurosaki Ichigo88 - 26/8/2015, 15:50. -
Kaori Nakamura.
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Anche se le persiane sono chiuse, dalla finestra lasciata aperta dell’aria fresca mattutina riesce ad entrare nella camera dove Kaori sta dormendo cullata da Morfeo in un sonno tranquillo.
Il suo delizioso corpo è coperto da un lenzuolo bianco, mentre il suo volto esprime serenità tanto che l’incubo che l’aveva fatta svegliare di soprassalto in piena notte è come se non ci fosse mai stato.
Il tempo passa e un poco di sole fa capolino dalle fessure delle persiane cercando di cacciare via il buio. Un raggio di sole illumina il dolce viso di Kaori disturbando un po’ il suo riposo svegliandola. In dormiveglia allora Kaori si gira sul fianco sinistro, cioè rivolta nella direzione dove di solito si trova il suo amato quando dormono insieme. Con la speranza di vedere Alex dormire socchiude gli occhi, ma egli non c’è. A dire il vero in fondo al suo cuore sapeva già la triste realtà, ma desiderava tanto di sbagliarsi e potersi abbracciare a lui e baciarlo per dargli il buongiorno.
Prima che Kaori possa chiudere di nuovo gli occhi una figura bianca si muove accanto al letto, spingendola a cercare di capire di cosa si tratta. Si gira nel letto a pancia in su per cercare quella “cosa” bianca, e poco dopo trova ai piedi del letto una misteriosa creatura alta più o meno come un bambino di 10 anni, ma che ha un aspetto più simili a quello di un personaggio fantastico. Infatti assomiglia a una sorta di coniglio dalle fattezze umane con indosso un vestito cinese. E’ così assurdo che Kaori si stropiccia gli occhi pensando di dormire ancora, o di essere vittima di un’allucinazione. Non ne è spaventata, ma molto sorpresa della sua presenza e del suo aspetto.
Guardandolo meglio nota che la creatura indossa un vestito che ricorda un’uniforme di kung fu senza maniche di colore nero con bordi e dettagli in rosso. Ha un viso simile al muso di un coniglio, così come le orecchie sono lunghe e strette come quelle di un coniglio. Gli occhi sono grandi e di colore giallo che ricordano la pietra agata. Egli non ha capelli ma porta un capellino abbinato al vestito e sempre in stile cinese. Le sue braccia sono piccole in contrasto con gli avambracci che invece sono davvero grandi in proporzione a tutto il resto. Le mani e i piedi stranamente possiedono solo tre dita.
I due presenti si osservano, come se vedessero reciprocamente qualcosa di strano come un fantasma o un alieno. Kaori desiderava chiedergli chi era, cosa ci faceva li e soprattutto come aveva fatto ad entrare lì. Non sembra pericoloso, ma lo stesso la ragazza rimane in allerta non sapendo come comportarsi.
Dopo un po’ Kaori inizia a sentirsi stanca fino ad abbassare involontariamente la guardia ed è allora che a sbloccare quella situazione ci pensa quell’entità che tira fuori dalla tasca dei pantaloni una polverina e rapido la getta sulla testa di Kaori.
Ma cosa?
Pronuncia l’Angelo preso alla sprovvista.
Sembra che quella polvere sia innocua per la giovane, la quale però per lo spaventa finisce per svegliarsi bene. A dire il vero poi qualcosa accadde nella stanza, perché tutto diventa buio, come se l’oscurità stesse inghiottendo del tutto la luce, esattamente come se fosse già tornata la notte anche fuori di quella casa che lei condivideva di solito con il suo amato.
Nell’oscurità apparsa non riesce a vedere più nulla ed è come se non ci fosse neppure più il letto sul quale era sdraiata prima. Non si ricorda di essersi alzata precedentemente, eppure sente che è in piedi.
Improvvisamente una voce la saluta, poi si scusa perché è tardi dicendo che si era perso per trovarla. Le chiede di seguirlo perché “Lui” la aspetta.
Come è facile intuire, Kaori non riesce a comprendere il significato di tutto questo e pensa di trovarsi in un sogno di nuovo. Si dà un pizzicotto, visto che si dice esso possa svegliare il sognatore. Che sia una verità o una stupidaggine sta di fatto che mentre lei si tira una guancia appare da dietro di lei quello strano essere che le ricorda un incrocio tra un bambino e un coniglio, il quale inizia a saltarle intorno invitandola a seguirlo.
Cosa devo fare? Chi mi aspetta?
Si chiede tra sé e sé la ragazza. Sente che può fidarsi dello strano “Bianconiglio”, ma non sa se può farlo altrettanto di colui che l’attende.
Intanto ai piedi dell’essere vestito come un kungfuka inizia a mostrarsi un sentiero che sembra proseguire nel buio. E’ sicuramente qualcosa di magico o strepitoso da vedere, ma Kaori è ormai abituata ad essere anche un po’ realista. Potrebbe essere un brutto scherzo che gli gioca il suo subconscio oppure una trappola tesa da un nemico per rapirla, eppure sente che non ha nulla da temere.
Alla fine, seppur titubante, decide di approfondire la questione incamminarsi per quel sentiero in mezzo alle tenebre sperando di trovare presto risposta ai suoi dubbi.SPOILER (clicca per visualizzare)Leggenda:
Narrato - Parlato Kaori – Pensato Kaori - Parlato di altri
Stato fisico: Riposata. Lievemente stordita perché si è appena svegliata.
Stato cosmico: Kaori è ottimamente in forze.
Abilità/Tecniche utilizzate: n/a. -
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Kaori Nakamura.
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Era impossibile per la ragazza sapere se si trovava ancora a casa sua, nel giardino o da qualche altra parte. Tutto intorno a lei e l’altro strano essere era avvolto nell’oscurità più profonda, come se il Nulla avesse inghiottito il mondo stesso dove fino ad ora aveva vissuto la ragazza.
Mentre camminava la sensazione di sonno piano piano lasciò posto a un sentimento che la fanciulla credeva non potesse sfiorarla in una situazione strana come quella. Ovvero la paura del Buio!
E’ noto a chi conosce la rossa che lei ha mille paure, ma quella che più la blocca è il non sapere cosa aspettarsi da un momento all’altro, o per meglio dire la paura del buio perché non si può mai sapere cosa si nasconda in esso.
La ragazza cammina lenta, quasi esitante cercando di stare più al centro possibile di quel sentiero che viene pian piano delineato dai saltelli dello strano essere dai tratti fisici che ricordano quelli di un coniglio.
Kaori vede quel percorso di luce squarciare le tenebre creando un contrasto netto e al quanto strano, come se venisse disegnata una spessa linea curva bianca su di un foglio completamente nero.
Ad un certo punto Kaori si ferma sentendo che la paura del buio inizia a sopraffare la ragione. E’ come se una forza intangibile non le permettesse né di proseguire, ne tanto meno di guardarsi intorno. Si sente bloccata e impaurita da quel Buio che la circonda e che può celare chissà quale possibile minaccia.
Chiude gli occhi sperando che tale gesto la aiuti a uscire magicamente da quel surreale spazio, ma un attimo dopo la voce del Bianconiglio la fa tornare in sé. Egli, infatti, accortosi che si era fermata la esorta a proseguire chiamandola “Principessa” e le dice che devono sbrigarsi perché “Lui” la aspetta.
Principessa? “Lui”?
Ripete fra se e se la ragazza aprendo gli occhi.Trova strano che uno sconosciuto la definisca in un modo del genere perché lei non è una nobile e non c’è neanche una tale confidenza da poter giustificare solo un modo carino per rivolgersi a lei. E poi chi è questo “Lui” che l’aspetta?
Mentre molte domande riempono la mente della ragazza, i suoi occhi vedono che il coniglio è poco più avanti e dietro di lui c’è una porta socchiusa da cui esce della luce.
Aspettami!
Cinguetta Kaori mentre si alza in piedi per provare a proseguire. Deglutisce e prova a farsi coraggio letteralmente correndo verso quell’essere strambo a cui vuole pone delle domande.
Perché mi hai chiamato “Principessa”? E chi è questo “Lui” che mi aspetta?
Mentre Kaori raggiunge anch’ella quella porta, la creatura vestita da kungfuka apre la porta e poi le fa cenno di entrare amicando senza darle nessuna risposta. Non è certamente un comportamento educato, però Kaori tralascia supponendo forse varcando quella soglia può capire tutto.
Esita e nota che dietro di sé il sentiero che piano piano svanisce venendo inghiottito dal buio ma l’ultimo pezzo, quello più vicino alla porta rimane intatto.
Sollevata che per fortuna non era rimasta a metà strada sorride al Bianconiglio. Per certi versi si sente sollevata e stranamente non prova più paura del buio, come se l’aura benevola del Bianconiglio avesse alleviato ogni suo timore.
Con rinnovato coraggio quindi varca quella porta, ma la luce è talmente forte che per un attimo viene abbagliata e quindi porta le mani davanti gli occhi per proteggerli alla meno peggio.
In pochi istante quel fastidio sparisce e davanti alla ragazza appare Alexandros che sorridente allarga le braccia come per invitarla a corrergli incontro e abbracciarlo con amore e così fa la ragazza, entra in quella stanza dimenticandosi per un attimo persino della presenza del Bianconiglio e lo raggiunge.
In quel momento la rossa non sa se è davvero lui o una trappola, non sa il motivo per cui lui le appaia sotto quella luce angelica che lo avvolge, non sa perché quell’essere vestito come un kungfukeka l’ha portata proprio lì, ma non le importa più di niente.
Alex … finalmente. Dove eri finito? Mi sei mancato tanto …
E’ felice di vederlo e gli chiede una spiegazione della sua sparizione improvvisa.
Può sembrare stupido, ma in quei attimi il suo amore per Alex la spinge a ricercare protezione e amore tra le braccia di lui e a manifestare la sua contentezza tentando anche di abbracciarlo. E’ innamorata di lui da tempo e sente che senza di lui non può più vivere, quindi è facile capire come si senta ora che lo rivede dopo tanto tempo che non aveva notizie di lui.
La ragazza è talmente felice di rivedere il suo amore da avere gli occhi lucidi e il cuore che le batte forte per l’emozione.
Ci vuole qualche secondo prima che Kaori si ricordi che non è giunta li sola e si volti con l’intento di ringraziare quella creatura bizzarra che le ha fatto da guida. Ora capisce pure cosa intendeva quando le diceva che “Lui” la stava aspettando. Si rivolgeva ad Alexandros!
Quando però i suoi occhi si posano sul Bianconiglio, Kaori intravede per un attimo un’ombra strana, come se ci fosse un quarto individuo in quella stanza. Cerca di vedere meglio ma sembra fosse solo frutto della sua immaginazione.
Cosa poteva essere? Forse aveva solo visto un’ombra proiettata dall’aura angelica di Alex oppure un quarto individuo si nascondeva in quella stanza?SPOILER (clicca per visualizzare)Leggenda:
Narrato - Parlato Kaori – Pensato Kaori - Parlato di altri
Stato fisico: Riposata.
Stato cosmico: Kaori è ottimamente in forze.
Abilità/Tecniche utilizzate: n/a. -
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