The Shiny Armour Of The Hell's Dark Knight

[ Quest Riparazione Armatura Per Morte ]

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    L'Esercito dell'Apocalisse
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    La tua armatura a lungo andare sta rischiando sempre di più di frantumarsi, colpo su colpo ricevuto in battaglia ha portato ingenti danni su di essa, quindi, per evitare il peggio devi ricorrere ai ripari.
    Alcune voci di corridoio ti sono giunte dai tuoi " Colleghi"che vi esiste qualcuno in grado di ripararla, per l'esattezza tre fabbri diversi.


    Così, ti convinci ad andare a fare visita al primo presunto fabbro. Il luogo dove abita è un posto isolato, fra le montagne, un luogo dimenticato da tutti.
    Intraprendi così un viaggio che dura ben tre giorni, su di esso non trovi particolari difficoltà, sennò le temperature abbastanza fredde ...
    All'arrivo del terzo giorno, il panorama attorno a te cambia, ritrovandoti in alta montagna, camminando ancora un po', ti ritrovi davanti ad una sorta di abitazione, se decidi di bussare alla porta ti aprirà uno strano tizio, la casa ti sembra abbastanza grande , con a presso una piccola baracca, forse , dove risiede il suo laboratorio.
    Quando ti vede ti squadra da capo a piedi, come a voler capire le tue intenzioni.

    << Chi siete? >>


    La sua espressione ti sembra parecchio sorpresa nel vederti, come se non aspettasse nessuna visita, rimanendo fermo davanti alla porta d'ingresso, continuando a lanciarti strane occhiate, sta a te decidere cosa fare e come comportarti con lui.


    CITAZIONE
    NB: Bene, ecco la tua quest per la riparazione dell'armatura.
    In questo primo post hai parecchia carta libera, narra lo stato d'animo del tuo pg a riguardo dell'armatura fino a quando non scopre l'esistenza dei fabbri.
    Narra a tuo piacimento il viaggio, pur chè sia svolto in tre giorni diversi.
    Ferma la tua narrazione quando ti trovi davanti al primo fabbro, descrivi la sua abitazione (ricordati solo che è di legno) e il figuro che ti si presenta davanti (l'immagine in foto) e su come ti comporti quando lo vedi e ti porge la sua domanda.
    Buona Quest.

     
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    Legenda
    *narrato* -- parlato Zhao Yun -- °pensato Zhao Yun° -- parlato Diao Chan -- parlato d'altri

    *Era inaccettabile. Com’era possibile che l’araldo del massacro se ne andasse in giro con la surplice quasi totalmente distrutta? Non che gliene importasse qualcosa, ma era inammissibile.
    Il torvo trapassato stava osservando la sua violacea armatura. Era piena di crepe ovunque, la malefica luce che sprigionava si stava lentamente affievolendo tanto che era giunta l’ora di porvi rimedio altrimenti non sarebbe stato più in credo d’indossarla.
    In un certo senso era adirato lo spettro, ma la colpa era totalmente sua visto che non aveva mai badato alla sua surplice tanto da lasciare che si deteriorasse in quel modo. L’ira era visibile sul di lui volto, o meglio se avesse tolto l’arcana maschera sarebbe stata individuabile, ma grazie a quest’ultima si potevano solamente udire le sue dannate imprecazioni.

    darksiders2201208261600
    Tra le non morte fila di Hades correvano voci che tre fabbri mortali erano in grado di riparare le maligne armature.
    Fu allora che il trapassato decise di partire alla volta di quegli stolti umani per farsi riparare l’agognata surplice. Aveva persino minacciato di uccidere tutti coloro che non gli avessero dato l’esatte informazioni. Dopo tutto il non-morto era un comandante dell’esercito di Hades. Rispondeva solo al Sommo e ai tre Giudici, che non si erano mai mostrati apertamente, per cui ogni soldato doveva solamente ubbidirgli senza mettere in discussione i suoi ordini.
    Certo vi era qualcuno che ci aveva provato, ma aveva fatto una brutta fine o, come la Stella della Terra del Giudizio, erano stati pesantemente richiamati ai loro posti. La linea di comando doveva essere rispettata o probabilmente si sarebbe regnato il caos.
    Fatto sta che Morte si precipitò nel mondo mortale per raggiungere i fabbri tanto ricercati. Purtroppo era distante e secondo le sue informazioni ci avrebbe impiegato circa tre giorni per raggiungere il primo manipolatore di metallo.*

    Dannazione. Sono troppo lontano. Va beh ...

    *Con la scassata surplice addosso il trapassato s’incamminò verso quella che aveva l’aria di una strada di montagna abbastanza impervia. Maledisse l’uomo che aveva deciso di ritirarsi come un’eremita in un luogo tanto impervio. Dopo tutto era stato appena investito da una bufera di neve e le temperature si erano abbassate drasticamente.
    Quella montagna pareva volesse sfidarlo. Lo avrebbe messo a dura prova quel gelo incessante. Lo percepiva distintamente visto che il suo corpo non era avvolto da caldi vestiti. La nuda pelle era a stretto contatto con l’aria che imperversava in quel loco. Pareva come se il vento volesse fargli un subdolo dispetto.
    Di strada ne aveva ancora da fare un bel po’. In cuor suo il trapassato non era molto soddisfatto del fatto che la sua armatura potesse frantumarsi così facilmente. La immaginava molto più resistente, invano però. Addosso sentiva il peso dell’avernale metallo. Era come se vestisse dei pezzi di ferro privi di alcun valore. Non poteva andarsene in giorno in quel modo.
    Proprio per questo aveva deciso di fermarsi per prendere parte a quella missione personale per far sistemare la Stella della Terra Comandante. Purtroppo nel Regno dei Morti non vi era nessuno di tanto bravo da compiere un miracolo. L’unica soluzione sarebbe stato morire e supplicare il Sommo Padrone di riportarlo in vista, ma così facendo ne avrebbe risentito l’onore stesso dello spettro.*

    5darksiders2
    °Sarà meglio mettersi in marcia o qua non arriverò più a destinazione.°

    *Fu così che mettendo un piede davanti all’altro lo specter iniziò il suo lungo e gelido cammino. C’era freddo, ma la determinazione che metteva in ogni cosa era tale da farlo resistere al meglio. Dopo tutto se non faceva riparare l’armatura si sarebbe ritrovato a combattere senza e non era il massimo contro avversari ben adornati dalle loro sfavillanti cloth.

    La bufera lo centrò in pieno. Si trovava in balia delle forze della natura alle quali non poteva opporre la resistenza che desiderava. L’odio iniziò a manifestarsi nel trapassato uomo mascherato. Pareva come se qualche divinità bastarda ce l’avesse proprio con lui tanto da non lasciargli proseguire il cammino.
    Era arrivato circa a metà del suo cammino e, costretto, dovette trovare un riparo per non perdersi in mezzo alla tempesta di neve e ghiaccio. Era si folle, ma non stupido da continuare. Sapeva che doveva fermarsi se si trovava in montagna colto da una bufera. Dopo tutto il clima ad alte quote era particolarmente variabile e mutevole, anche nel giro di brevissimo tempo.
    Trovò riparo in una grotta non troppo alta. Stava comodo solamente se era seduto. Dopo constatato che non fosse “abitata” il trapassato vi ci si infilò senza troppe pretese andando così via dalla gelida aria.
    Morte, in un certo senso, si sentì sollevato d’aver rimediato quel nascondiglio. Almeno il freddo si era un poco attenuato, ma il vero problema era attendere. Aspettare che la bufera cessasse per riprendere in cammino verso il fabbro.
    Purtroppo però non era il suo forte indugiare senza fare nulla. Il servitore di Hades non era capace ad oziare. Era sempre in movimento. Non stava mai un attimo fermo.
    Il cupo mietitore si sentiva in gabbia in quella minuscola grotta. Aveva bisogno di più spazio, ma non era possibile. Da sotto l’arcana maschera imprecò sonoramente tanto che pareva come se la sua voce sormontasse quella del vento.
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    Ormai il primo giorno era volato via trasportato lontano dalla tempesta. Morte si addormentò visto che non aveva nulla da fare tanto profondamente che non si accorse nemmeno che quando si sveglio la giornata era ormai incominciata da molto tempo.
    Il secondo giorno era arrivato portando una “novità” abbastanza scomoda. La tempesta non aveva accennato minimamente a calare; anzi si era intensificata.
    Morte era bloccato li. In quella caverna minuscola, seduto con la schiena appoggiata sulla fredda roccia in balia nella noia più totale.
    La sua mente iniziò a vagare portandolo in un posto esotico, al caldo. S’immaginò di trovarsi sdraiato su di una spiaggia caraibica con il cocktail in mano circondato d’avvenenti fanciulle che facevano la hula.
    Il trapassato sogghignò tra se e se tanto che quelle immagini gli diedero un poco di sollievo tanto da sembrare quasi reali, almeno finché non lo raggiungeva una folata d’aria gelida che gli provocava dei violenti brividi lungo la nuda schiena.

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    Verso sera la tempesta di neve cessò dando all’uomo mascherato la possibilità di proseguire il suo viaggio. Aveva perso fin troppo tempo e decise quindi di viaggiare anche di notte. Non temeva le tenebre visto che una parte della sua malvagità era composta e plasmata dalle stesse.
    Il cammino pareva lungo, ma non troppo difficoltoso. Certo vi era la neve fresca che lo rallentava parecchio, ma Morte procedeva senza esitazione per la sua strada.
    Il paesaggio pareva identico. Aveva tutto lo stesso candido colore tanto che al dannato qual colore iniziava a dare quasi la nausea. Ovunque si girasse vedeva bianco. Montagne, alberi e cespugli erano tutti ricoperti dal fresco candore. Quel loco poteva riportare alla memoria di chiunque l’infanzia, dove si facevano battaglie con le palle di neve, ma non a Morte. Lui aveva rimosso tutti i suoi ricordi legati alla sua vita prima di morire. Erano pochi quelli che veramente gli importavano e tra quelli non vi era di certo l’infanzia.

    All’alba del terzo giorno vide in lontananza la casa del fabbro. Fortunatamente dal comignolo usciva del fumo, segno che qualcuno era all’interno. Gli ci vollero un paio d’ore ulteriori per riuscire ad arrivare finalmente alla porta bussando con insistenza.*

    °Ma tu guarda se questo idiota mortale deve scegliere di ritirarsi come un eremita in un luogo tanto impervio come questo.° Aprite voi di casa. Qua c’è gente che sta morendo di freddo ormai.

    *Aspettando che gli venisse aperto Morte notò il laboratorio, o meglio la baracca che probabilmente fungeva per tale scopo.
    Dopo circa una decina di minuti la porta si aprì rivelando quello che aveva tutta l’aria d’essere un fabbro e il padrone di casa. Il suo animo da dannato si agitò un poco. Era arrivato a destinazione e finalmente poteva far riparare la sua armatura da qualcuno che probabilmente ne era competente quanto lui lo era in fatto di guerra.
    Dalla sua posizione Morte constatò che l’interno della casa era in legno e tutto pareva avere uno scopo ben preciso. Non vi era nulla di fuori posto. Tutto era ordinato, stranamente, ed in ottime condizioni.
    Anche il fabbro pareva ben messo. Lo spettro si aspettava qualcuno di rude e vecchio, ma quello era un bel giovanotto che pareva ancora attaccato al grembo materno. Fortunatamente il suo sguardo serio e fiero lasciavano trasparire tutt’altro.*

    Il mio nome ha poca importanza. Potete darmene uno anche voi per quanto mi riguarda. Sono qui per affidarvi un lavoro. Dovrete riparare l’armatura che ho addosso. Come potete vedere è ormai prossima alla pensione se non interviene una mano esperta. Per il pagamento non bado a spese e posso anche pagarvi anticipatamente se necessario.

    *Senza troppi giri di parole Morte andò subito la nocciolo della questione. Sperava che quel fabbro gli desse una mano a sistemare quel sue “pezzo di metallo”. Dopo tutto aveva fatto tutta quella strada per quello e non era di certo un tipo loquace il servitore di Hades.
    Rimase in attesa dell’eventuale risposta del mortale per sapere se avrebbe accettato o meno, in quel caso Morte non si sarebbe di certo trattenuto a mostrargli un poco di sana violenza.*
     
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1 replies since 28/6/2015, 21:47   52 views
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