The lost past

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  1. Kaori Nakamura
     
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    Lentamente la fanciulla aprì gli occhi risvegliandosi nel letto di una stanza buia e a lei sconosciuta. Guardando verso i piedi del letto intravedeva una porta chiusa, mentre alla sua destra poteva vedere una finestra in legno chiusa, impreziosita da bianche tende ricamate da cui filtrava una debole luce sufficiente a far intravedere le sagome dei mobili presenti in quel luogo. Non che ci fosse da vedere chissà quale beltà in quella che sembrava essere una normalissima camera da letto, però la ragazza partendo dalla finestra e guardando in senso antiorario riusciva a vedere una scrivania, un armadio, una porta, un altro armadio e una cassettiera sopra la quale vi era uno specchio attaccato al muro. Ovviamente poi vi erano due comodini tra i quali era posizionato il letto matrimoniale su cui lei si trovava supina e coperta da un lenzuolo bianco.

    "Dove sono?"

    Pensò la ragazza mentre si guardava intorno.
    Improvvisamente una fitta alla schiena le provocò un dolore così forte che iniziò a respirare affannosamente, come se fosse stata pugnalata due volte proprio in quel momento all’altezza delle scapole.
    Con fatica provò a sedersi sul letto, lasciando che il candido lenzuolo scivolasse via accarezzando le sue gentili forme da ragazza matura, per cercare un po’ di sollievo e capire cosa le provocasse quel terribile dolore. Solo allora si accorse che era vestita con una sorta di kimono corto e azzurro, un indumento di certo non adatto per dormire, e che sulle spalle facevano capolino dei lunghi capelli rossi.
    Cercò di concentrarsi per ricordare perché era lì e come mai era andata a letto vestita, ma sentiva la testa pesante e tra i suoi pensieri si faceva largo piano piano un dubbio capace di inghiottire qualsiasi altro argomento.

    "Chi sono?"

    Chiese a se stessa mentre non riusciva a comprendere bene ciò che le stava capitando in quei pochi secondi da quando si era svegliata. Sentì delle lacrime sfiorarle le guance, mentre il dolore alla schiena sembrava essere meno forte per lasciare spazio a un tipo diverso di “dolore” … più intimo e nell’animo.

    "Non ricordo neanche il mio nome … "

    Sussurrò tra sè e sè con sconforto mentre cercò di raccogliere le forze per poi avvicinarsi al bordo sinistro del letto per sedervi e cercare delle ciabatte o pantofole. Fu allora che fece caso che sotto l’haori azzurro che indossava vi era una sottoveste bianca e ai piedi indossava delle calze giapponesi che dividevano l’alluce dalle altre dita.
    Guardando il pavimento vide inoltre solo dei sandali giapponesi posizionati ordinatamente vicino al comodino e non c’era nessun altro tipo di calzatura, così decise di indossare quelli.
    Rimase ancora un attimo seduta valutando il dolore alla schiena che ancora la opprimeva e la faceva sentire male. Facendosi coraggio poco dopo si alzò in piedi con l’intenzione di arrivare allo specchio che era davanti a lei. Poteva già intravedere il suo profilo, ma con la penombra che vi era in quella stanza le risultava difficile osservare bene ciò che lo specchio mostrava. Barcollò un po’ ed ebbe la sensazione di cadere a terra da un momento all’altro come se le sue gambe non riuscissero a sostenerla e si appoggiò al comodino per rimanere in piedi. Con un grande sforzo e tanta volontà dal comodino passò alla cassettiera finendo per sorreggersi appoggiando le mani sulla superficie del secondo mobile. Notò allora che vi erano diversi sopramobili ma non ci fece troppo caso guardando davanti a sé la sua immagine riflessa.
    Lo specchio a muro mostrava una ragazza giovane, dal volto pallido e sofferente, con capelli rossi vermiglio di media lunghezza e con frangia davanti. Sopra un bel nasino piccolo vi erano dei occhi grandi molto espressivi e caratterizzati da sfumature rosse tipiche del rubino, e sotto delle labbra rosee e sottili. L’espressione del volto nel complesso era da una parte sofferente e dall’altra stupita.

    "Quella sono io?"

    Allungò tremante una mano verso lo specchio e rimase ad “accarezzare” con le dita la sua immagine riflessa, come se fosse qualcuno a lei molto caro ma che non poteva realmente raggiungere.
    Delle lacrime bagnarono di nuovo le sue guance, mentre cercava di razionalizzare in qualche modo il vuoto che provava nel non riconoscere né se stessa, né quel luogo.
    Non potendo fare altro cercò di tornare sul letto per riflettere ma la debolezza che avvertiva alle gambe e il dolore alla schiena tutto insieme presero il sopravvento sulla volontà della ragazza facendole perdere i sensi. Cade sul pavimento in parquet fortunatamente senza battere da nessuna parte.
    Poco dopo, anche se lei non lo poteva percepire essendo svenuta, la porta si aprì e qualcuno entro nella stanza.
     
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    *Ricordi. Cosa sono per una persona? Tutti questi pensieri che affollano la mente di ogni individuo possono essere dimenticati in una sola volta e cancellati per sempre? Molti credono di si, ma altri sono convinti del contrario. Purtroppo la verità sta nel mezzo e bisogna, in un certo senso, farci l’abitudine.

    Dal canto suo il rinnegato rimembrava ogni cosa del suo passato. Tutto era chiaramente impresso come a fuoco nella sua mente. La vita che aveva scelto lo aveva portato ad essere ciò che era. Il Kurosaki era una creatura che non aveva nulla di “normale” tanto da risultare una persona dalle capacità pressoché straordinarie. In lui albergavano forze che andavano al di la di ogni umana comprensione.
    Certo l’Apocalisse aveva sconvolto gli equilibri stessi dell’esistenza ed il nero Capricorno era stato partecipe di ciò che era giunto dal nulla. Invano fu anche il suo intervento per riuscire a fermare i Quattro. Essi giunsero e portarono la fine, ma non proprio completa.
    Il mondo era cambiato nuovamente tanto da esser stravolto dall’arrivo di nuove potenze e nuove creature.*

    °Sarà meglio che mi desti da questo torpore o farò tardi.°

    *A cosa alludeva il giovane nessuno lo avrebbe mai scoperto, ma era in un certo senso chiaro che era in ritardo per qualcosa. Forse non lo sapeva nemmeno lui, ma in fin dei conti Ichigo era quasi sempre indaffarato nell’ultimo periodo.
    Fu così che mosse il suo passo verso l’ignoto tanto che il suo vagabondare lo trascinò sul suolo asiatico. In quella terra dimenticata decise di fermarsi e riposare un poco seduto al chiaro di una splendida luna. Quant’era bello quel corpo celeste e proprio quella sera pareva molto più luminoso rispetto al solito, come se fosse più vicino alla Terra.
    Poteva apparire strano con un guerriero come il Kurosaki potesse fermarsi ad ammirare cotale frivolezza, ma anche a lui ogni tanto serviva rinfrancare lo spirito con qualcosa di completamente diverso dalla devastazione dell’Apocalisse.*

    Che spettacolo magnifico. Sembra proprio che ...

    *Improvvisamente qualcosa in cielo attirò la di lui attenzione. Una stella parve al giovane staccarsi dal firmamento per precipitare in direzione del suolo, ma il problema era che per quell’evento, le stelle cadenti, non era proprio il periodo e la faccenda lasciò alquanto perplesso il Kurosaki tanto che decise di appurare quel mistero.
    Fu così che il rinnegato guerriero si mosse proprio per cercar di raggiungere il punto d’impatto, che tra l’altro non era troppo distante dalla sua posizione, di quella stella. Poteva apparire strano, ma qualcosa radicato nel suo animo lo spingeva ad andare incontro verso quel mistero, come se la “mano del destino” lo trascinasse lontano da quello che il Kurosaki s’era prefissato di compiere quella sera.

    Giunto alla meta l’uomo vide una densa nube di fumo tanto che non gli fu concesso di scorgere meglio ciò che realmente stava accadendo. Appena un poco di foschia iniziò a diradarsi il volto dell’Alto Templare parve bloccarsi in un’espressione di assoluta meraviglia e timore tanto che il di lui cuore sussultò un poco.*

    Kaori!!

    *Quel nome, quell’unico nome fece riaffiorare al Kurosaki i momenti, non molti, che aveva vissuto con la ragazza dal rosso crine. Certo tra di loro non c’era nulla di tenero, ma solamente una semplice amicizia e rispetto reciproco. Fatto sta che Ichigo la trovò al centro del cratere, svenuta, segno che in qualche modo era lei la stella che si era staccata dal firmamento.
    Non ci pensò due volte il ragazzo dall’arancio crine a soccorrere la fanciulla tanto che per prima cosa constatò che nonostante l’impatto con il suolo non aveva riportato, apparentemente, danni troppo rilevanti. Che stava accadendo nel cielo? Che le divinità fossero impazzite l’Oscuro già lo sapeva, ma che anche Kaori fosse uscita di senno, fino a prova contraria, lo escludeva categoricamente per quel poco che la conosceva.
    Senza pensarci due volte il Kurosaki prese delicatamente in braccio la splendida fanciulla per poi abbandonare quel loco cercando un riparo ove potersi prendere cura di lei, almeno finché non si fosse sincerato delle sue condizioni di salute.
    Il caso volle che non sempre non lontano dal luogo dell’impatto il Kurosaki trovò una casa abbandonata da chissà quanto tempo. Stranamente quella sera la fortuna era dalla sua parte.
    Senza troppi convenevoli il nero cavaliere varcò l’uscio di quella abitazione dirigendosi direttamente nell’unica camera da letto per poi adagiare la ragazza sul morbido materasso per poi andare a controllare di chi fosse appartenuta quell’abitazione. La speranza era quella di trovare qualcosa d’interessante prima che la bella fanciulla si fosse svegliata.
    Girovagando un poco per la casa Ichigo apprese che quella era una dimora di villeggiatura di una famiglia con dei due bambini, un maschietto ed una femminuccia, e che probabilmente si erano trasferiti in una grande città per questioni di sicurezza.
    Improvvisamente il Kurosaki avvertì uno strano rumore, come di qualcuno che era appena caduto a terra, tanto da muoversi in direzione della camera da letto.*

    Tutto bene?

    *Varcando la soglia della stanza il Kurosaki trovò la ragazza a terra svenuta, segno che si era in qualche modo mossa dal letto anzitempo non avendo recuperato completamente le forze.
    Sempre dolcemente il rinnegato raccolse la fanciulla per adagiarla sotto le lenzuola del letto per poi andare ad incrociare i balconi di una finestra per far entrare un po’ di luce lunare. Una volta fatto ciò l’Oscuro si mise a sedere accanto a Kaori, su di una sedia posta al lato sinistro del giaciglio, prestandole le dovute attenzioni non appena avesse riaperto i cremisi occhi.*


    Edited by Kurosaki Ichigo88 - 9/10/2016, 18:31
     
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  3. Kaori Nakamura
     
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    Attenzione Di seguito vengono riportate situazioni e fatti puramente di fantasia, ma dalle tematiche forti e che possono impressionare i più sensibili. Continua a leggere solo se hai lo stomaco forte.


    LEGENDANarrato - Parlato - °Pensato°



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    La ragazza dormiva, rannicchiata su di un fianco e con le mani portate vicino il volto, con la stessa beatitudine di una bimbo che sogna qualcosa di bello.
    Improvvisamente però la sua tranquillità svanì e iniziò a mugolare, poi si girò fino a stare sulla schiena. Sudava freddo ed era evidente che aveva iniziato a vivere un incubo, ma sembrava che comunque continuasse a dormire.


    * * * * *




    Il buio era contrastato dalla poca luce che filtrava dagli scuri della finestra solo di poco aperti.
    A malapena si poteva intuire di essere nella cameretta di una ragazza, mentre era evidente che tutto intorno vi era un gran disordine, molti oggetti rotti e macchie di sangue in ogni angolo, persino sui muri.
    Uno scenario per certi versi inquietante, ma ancora più raccapricciante era vedere lo stato in cui era ridotta la ragazza dai capelli rossi rannicchiata in un angolo della stanza. Infatti, ella era seduta immobile sul pavimento con la schiena appoggiata contro un muro e le mani ferite e sanguinanti rilassate a terra. Appariva pallida, trasandata e con lo sguardo rivolto verso il basso e perso nel vuoto. Indossava dei vestiti strappati che lasciavano intravedere com’era sfregiata su tutto il corpo da lividi e tagli.
    Alla sua destra vi erano i resti di uno specchio da muro rotto misti a del sangue e questo faceva sospettare che lei poteva essersi ferita rompendolo.
    A vederla ridotta in quel pietoso stato vegetativo sembrava una bambola dalle fattezze drammaticamente realistiche da quanto era priva di apparente vita, ma per fortuna poco dopo le sue labbra si mossero disegnando un leggero sorriso e dimostrando che in lei vi era vita.
    C’era però qualcosa di strano nella sua espressione …
    Non era un sorriso felice il suo, ma più sadico. Nonostante fosse conciata male non dimostrava di sentire dolore ma sembrava che stesse provando piacere a essere in quelle condizioni.
    Alzò lo sguardo rivelando di essere Kaori. Le sue labbra si schiusero pronunciando poche parole inquietanti.

    Morire dissanguata è la punizione che merito.

    Il suo tono di voce convinto metteva i brividi.

    Succesivamente, lentamente e barcollando, si alzò intenzionata a dirigersi verso la scrivania per prendere un taglierino. A vederla muoversi poteva ricordare uno zombie privo di volontà propria che si trascinava dove lo portava l’istinto incurante del sangue che fuoriusciva dalle sue mani e cadeva per terra.
    Arrivata alla scrivania impugnò con la mano destra il taglierino, rimosse la sicura e fece scivolare la lama aprendolo. Successivamente con una disarmante disinvoltura passò il taglierino sul suo avambraccio sinistro penetrando la carne di poco e disegnando una linea di una decina di centimetri.
    Dal taglio fuoriusciva molto sangue e il dolore fisico che provava era forte tanto da farla gridare in modo disumano. Lasciò cadere il taglierino, poi portò l’avambraccio vicino alle labbra e iniziò a leccare avidamente il sangue che colava dal suo braccio.
    Nel suo comportamento vi era qualcosa di dannatamente malato, malizioso e raccapricciante.
    Poco dopo si rilassò e si mise a contemplare quella ferita che si era auto-inferta tanto da esclamare …

    Vorrei sapere cosa si prova nel sentirsi morire dissanguati sapendo di non potersi salvare. Sarà doloroso o piacevole?

    Quella ragazza era assolutamente fuori di testa. Era tutta sporca del suo stesso sangue e soffriva come chiunque altro nel venire ferita, eppure non aveva esitato minimamente a farlo …. Perché?
    Erano passati pochi attimi da quando aveva proferito parola, quando si chinò per raccogliere il taglierino e poi lo avvicinò alla gola intenzionata a ...


    * * * * *



    NON FARLO! FERMATI!

    Improvvisamente gridò la ragazza svegliandosi nel letto matrimoniale e sollevandosi con la schiena ritrovandosi seduta.
    Si inchinò in avanti e si portò una mano sulla fronte come se dovesse sostenere la sua testa diventata improvvisamente pensante, mentre sentiva il cuore batterle forte e delle lacrime bagnargli il volto.
    Era sconvolta mentre aveva ancora impressa nella sua mente l’immagine inquietante di Se Stessa che trovava piacevole ferirsi e sanguinare.
    Successivamente guardò le sue mani e il suo avambraccio sinistro come se volesse accertarsi che quello era stato solo un brutto incubo. Per fortuna le sue mani erano sane, ma notò che nel suo avambraccio sinistro vi era una piccola cicatrice più o meno dove nell’incubo Se Stessa si era ferita.

    ° Non posso averlo fatto davvero!°

    Pensò tra sé e sé incredula di quella coincidenza.
    Fece un profondo respiro per cercare di non farsi prendere dal panico e cercò di capire se era ancora nella stanza del sogno.
    Notò solo allora che si trovava in una camera completamente diversa da quella sognata e che era illuminata dalla luce del sole che entrava dalla finestra aperta posta nella parete alla sua destra.
    Ricordò che non era la prima volta che si ritrovava lì perché vi si era già svegliata, ma era tutto buio, e di aver realizzato che lei forse non aveva perso la memoria, infatti non sapeva né chi era né dove si trovava. Non aveva alcun ricordo del suo passato e di sé, e quindi si chiese se quel sogno poteva essere un ricordo o solo frutto della sua fantasia.
    Immersa nei suoi pensieri le ci volle un po’ di tempo per notare che non era sola in quella stanza.
     
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    *Passato, presente si mischiano in una persona. Tutto ciò che si può fare è restare immutabili davanti agli eventi cercando di non farsi trascinare troppo da essi.
    Tutto ciò che il rinnegato è lo deve al suo passato e come tale ogni fardello grava sulle di lui spalle. L’Apocalisse lo ha temprato e reso l’uomo che è oggi tanto che a guardarsi indietro il giovane si sente completamente diverso, ma non per questo ha gettato via il cordiale ragazzo che era un tempo. Si tratta solo di far emergere quella parte in maniera più naturale possibile.

    In quel momento il nero detentore delle oscure vestigia si trovava accanto alla fanciulla che aveva trovato qualche ora prima. Ella prendeva il nome di Kaori, ma era come se qualcosa disturbasse il di lei riposo. Ichigo non sapeva cosa fare di preciso. Poteva vedere la ragazza agitarsi nel sonno. Voleva fare di più, ma svegliarla bruscamente era meglio evitarlo. In fin dei conti bastava che lui rimanesse li in caso ella si svegliasse.*

    °Chissà cosa starà sognando. Probabilmente un incubo.°

    *Fu così che il rinnegato attese li su quella scomoda sedia. Purtroppo anche i più temerari guerrieri vengono di tanto in tanto rapiti da Morfeo tanto che le di lui palpebre si chiusero facendo errare la mente del Kurosaki lontano a rimembrar ricordi di un passato che ormai non sarebbe mai più tornato. Le immagini erano confuse e poco chiare. Ichigo scrutava la sua vita come un film. Solo una cosa non cambiava la sua determinazione ad affrontare le sfide che gli si palesavano dinnanzi.

    Lo scorrere del tempo si mischiava tanto che il Capricorno schiuse gli occhi notando che il sole inondava, per quello che poteva, la stanza tanto da renderla più calda e viva di come l’aveva lasciata.
    Subito il pensiero andò a Kaori, ma lei pareva ancora imprigionata nell’incubo che stava vivendo. Il sonno era ancora agitato quando improvvisamente si svegliò mettendosi a sedere sul letto.
    Il di lei volto era visibilmente sconvolto tanto che pareva come se fosse ancora intrappolata nell’incubo dal quale era appena uscita. Dal canto suo il Kurosaki fu un poco sorpreso di quella sua reazione, ma dopo tutto era abbastanza prevedibile una cosa del genere. In fin dei conti anche a lui era capitato di svegliarsi così dopo aver fatto un incubo.
    Non espresse nulla il giovane dall’arancio crine, ma cercò di mostrarsi premuroso esprimendo il suo miglior sorriso che poteva mai manifestare.
    In quel momento ogni parola era superflua tanto che nulla poteva e doveva essere aggiunto.*
     
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  5. Kaori Nakamura
     
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    Kaori era leggermente sconvolta dell’incubo appena fatto che le ci volle un po’ a capire che in quella stanza a lei sconosciuta non era sola. Infatti, alla sinistra del letto vi era un ragazzo dai capelli arancioni e occhi marroni il quale la stava osservando con un’espressione di stupore, ma anche serenità visto che le sue labbra disegnavano un sorriso tenue rivolto alla fanciulla. Era seduto su una sedia e probabilmente era da abbastanza tempo lì da aver visto Kaori destarsi con aria incredula e ascoltare l’esclamazione terrorizzata di lei.
    Dal canto suo la rossa rimase interdetta per qualche istante, osservandolo con occhi sbarrati, e dall’imbarazzo arrossì così tanto che le sue guance sembrava stessero per prendere fuoco. Velocemente cercò di levare con le dita le lacrime dalle guance e di coprirle con le mani.

    AAAAAHHHHHH!!!!!!


    Senza alcun preavviso gridò Kaori con tutta la forza che aveva nei polmoni come avesse visto un fantasma. Poi scese dal letto tirandosi dietro le coperte per allontanarsi dal ragazzo dall’arancio crine mentre dava le spalle alla finestra e tenendo il lenzuolo con i pugni portati all’altezza del petto, tanto che poteva sembrare che cercasse di coprirsi e farsi scudo con quel candido panno.

    Ch-chi se-se-sei?

    Proferì balbettando impaurita, come se quel ragazzo potesse farle del male anche se lui sembrava mite nei suoi confronti. Senza un reale motivo tremava vistosamente come una fogliolina alla mercé del vento e nello stesso tempo faticava a stare in piedi per la debolezza generale che avvertiva il suo corpo.
    Per chi la conosce da tempo sa che non era da lei reagire in un modo tanto esagerato davanti a un evento inaspettato, ma è pure vero che per la sua fragile psiche era decisamente troppo cosa stava vivendo tra il non ricordare nulla di sé e il suo passato, constatare di avere una cicatrice identica alla ferita che si era fatta da sola nel suo sogno e la presenza di uno sconosciuto che non sapeva se fosse un amico o un nemico.
     
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    *Molte cose erano cambiate dall’avvento dell’Apocalisse. Volente o nolente ogni cosa aveva subito una trasformazione in quel nuovo scenario. Bisognava adattarsi in fretta o si rischiava di non rimanere al passo con gli eventi che si stavano lentamente delineando.
    Dal canto suo il rinnegato era riuscito a non lasciarsi sopraffare dal nostalgico sentimento legato al passato. Ne aveva passate veramente tante ed il suo passato era una cosa al quale era molto legato. Dopo tutto era proprio grazie ad esso che poteva definirsi l’uomo che era diventato. Non era più un ragazzino, ma una persona di mondo. Pronto ad affrontare qualsiasi situazione cercando di esserne sempre all’altezza.
    In fin dei conti il Kurosaki, da quanto aveva lasciato il suo villaggio, ne aveva passate davvero tante e ripensandoci un momento nemmeno lui sapeva com’era riuscito ad arrivare fino a quel momento senza privarsi della cosa fondamentale, la vita.*

    °Tutto ciò è completamente assurdo se ci ripenso, ma meglio non pensarci o mi viene mal di testa.°

    *Ritornando alla situazione nella quale era capitato il guerriero era veramente in difficoltà. Non sapeva come comportarsi con la giovane e splendida Kaori la quale, dopo essersi svegliata da quello che sicuramente era un incubo, si accorse solamente in un secondo momento che all’interno della camera da letto non vi era solo lei, ma anche un uomo sconosciuto.
    Giustamente la di lei reazione fu quella di gridare spaventata piena di terrore cercando di mettersi il più lontano possibile da quell’individuo. Dopo tutto ella non sapeva se Ichigo avesse o meno cattive intenzioni. Per lui era un estraneo e come “tale andava trattato”.
    Dal canto suo il Kurosaki si mosse lievemente nella di lei direzione allungando una mano nella direzione della fanciulla per poi ritornare seduto sulla sedia guardando la ragazza senza dire alcuna parola.
    Probabilmente passarono alcuni eterni minuti nei quali lo sguardo del rinnegato era fisso sulla donna, ma non con intento minaccioso. Era più un atteggiamento dolce e premuroso. Non sapeva nemmeno lui il vero motivo del perché con Kaori era così. Era come se in un certo senso lei stessa fungeva da catalizzatore per quel di lui sentimento.*

    Kaori? Tutto bene.

    *Flebili furono le parole dell’uomo tanto da risuonare nell’etere quasi come un sussurro.
    Era vero, Ichigo non aveva intenzioni malvagie verso la ragazza, ma probabilmente lei in quel momento non lo comprendeva. In fin dei conti quello era il loro terzo incontro. Anche se si potevano definire amici la loro “relazione” era abbastanza distaccata.*

    Non ti preoccupare. Non è mia intenzione farti del male. Non temere ... Kaori.

    *Il di lui verbo venne espresso con un tono abbastanza calmo e tranquillo in maniera tale da permettere alla splendida fanciulla di poter comprendere dalle sue parole che lui non voleva per nessuna ragione farle del male. Persino i gesti dell’uomo erano “studiati” per farle capire che di lui si poteva fidare anche se non ricordava chi egli fosse.*

    Sono Ichigo. Non ti ricordi?

    *Quell’ultimo quesito venne lasciato alla donna con un fare un pochino preoccupato. Davvero non si ricordava più chi era l’uomo che aveva di fronte? Solamente il tempo e soprattutto Kaori avrebbero potuto sfatare quel di lui dubbio con una chiara spiegazione.*
     
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  7. Kaori Nakamura
     
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    Il ragazzo sconosciuto dai capelli arancioni dopo un primo momento di sorpresa si rivolse a lei chiamandola per nome e cercando di rassicurala dicendole che non voleva farle del male e di non avere paura di lui.

    °Kaori?°

    Ripeté mentalmente la ragazza non ricordando davvero se il suo nome poteva essere quello o meno. Rimase in silenzio ad ascoltarlo e soprattutto ad osservarlo. Lui sembrava benevolo, aveva un tono di voce davvero calmo e dolce, come quello di un possibile amico.
    Lui continuò in maniera delicata presentandosi con il nome Ichigo e poi le chiese con fare un po’ preoccupato se si ricordava di lui.
    La ragazza scosse la testa un po’ agitata ancora e rispose istintivamente senza pensare se ciò avrebbe potuto ferire o meno i sentimenti di lui.

    No, non mi ricordo di te signor Ichigo, anzi non mi ricordo di nulla. Non so neanche chi sono e cosa ci faccio qui o perché ho una ferita sul brac…

    Le sue parole vennero pronunciate senza alcuna esitazione, sfogando in maniera breve ma diretta tutto il malessere interiore che provava, ma si interruppe improvvisamente mordendosi le labbra.
    Il suo animo in presenza di quel ragazzo dal sorriso benevolo in qualche modo trovava serenità sentendo per istinto che di lui poteva, forse, fidarsi.
    Fece un respiro profondo e abbasso lo sguardo fissando per qualche istante il pavimento mentre ancora stringeva forte a sé il lenzuolo per coprirsi come se fosse nuda, seppur indossava dei vestiti.

    Ci conosciamo? Sai chi io sia?

    Sussurrò quasi, ma era perché l’agitazione iniziale stava piano piano lasciando spazio all’imbarazzo e allo sconforto nell’animo della rossa.
     
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    *Un poco sorpreso rimase l’uomo che salvò la giovane portandola in quella disabitata casa. Era come se lui potesse percepire lo smarrimento della fanciulla quasi come fosse un’entità a se stante. Cosa le era veramente accaduto?
    Dal canto suo il rinnegato non poteva comprenderlo, ma solo supporlo. Era come se colei che conosceva con il nome di Kaori avesse completamente perso la memoria. Memoria del suo passato, dei suoi sogni. Tutto, almeno da quello che poteva dedurre Ichigo in quel momento, era svanito nel nulla. Kaori non ricordava nemmeno il suo nome.

    Il nome. Tale parola è la cosa alla quale più bisogna tenere e custodire quasi gelosamente. E’ grazie ad esso che un essere vivente esiste. Senza equivarrebbe ad una vita priva di qualsiasi significato e senso.

    Dalle di lei parole il Kurosaki lentamente comprese che tutto ciò che lei ricercava era la pace ed una pace che solo la memoria poteva restituirle.
    Sinceramente l’uomo non sapeva come fare. Dopo tutto non era un medico e di certo non voleva essere inopportuno con quella splendida donna facendo leva sulla sua fragilità. In fin dei conti lui era la prima persona che aveva visto da quando si era risvegliata dall’incubo.
    Fu così che il rinnegato si mosse lievemente verso di lei, ma non per raggiungerla. Infatti Ichigo si mise a sedere sul lato del letto di fronte alla fanciulla spaventata. I di lui modi volevano essere il più gentili possibili tanto da cercare in un certo senso rassicurarla.*

    Ciò che posso dirti non è molto, Kaori Nakamura. Perdonami.

    *Per prima cosa volle “donarle” il suo nome completo. Dopo tutto sarebbe stato necessario per lei possederlo e custodirlo con più cura.

    Potrà sembrarti completamente assurdo ciò che ti sto per dire, ma vorrei che tu provassi a farlo lo stesso. Tu sei un angelo. Un angelo al servizio di una divinità che un tempo era chiamata Zeus.

    *Seconda cosa che volle darle fu la sua natura, anche se i di lui sensi non percepivano che una flebile parte del potere angelico della ragazza. Era strano, ma era come se la di lei natura celestiale fosse in un certo senso svanita per lasciare il posto a qualcosa di più naturale. Questa però era un’informazione che il Kurosaki reputò fosse meglio conservare ancora un poco.*

    °Spero di non spaventarla troppo con tali cose. Forse mi scambierà per pazzo, ma ciò che le sto rivelando e la pura realtà dei fatti.°

    *Dopo averle dato il tempo necessario per assimilare quelle informazioni il rinnegato cercò di spiegarle il più semplicemente possibile ciò che stava accadendo nel mondo, di come l’Apocalisse avesse fatto il suo corso e di come molti fossero morti per cercare di evitare il peggio.
    Dal canto suo il Kurosaki sapeva che quel suo verbo non sarebbe stato semplice da digerire, ma purtroppo quella era la nuda e cruda realtà delle sorti del pianeta.
    Sfortunatamente l’Apocalisse aveva marciato pesantemente sul mondo sconvolgendolo completamente.
    Il ragazzo dall’arancio crine sperava che il suo racconto avesse un poco districato le nebbie nella mente della splendida fanciulla che aveva dinnanzi e fatto in modo che in lui vedesse un amico e non un nemico.*

    Immagino che avrai moltissime domande, Kaori. Sentiti libera di pormele tutte quelle che ritieni necessarie ed io proverò a sfatare i tuoi più oscuri dubbi.

    *Fu così che il rinnegato attese che la donna potesse formulare tutti i quesiti che voleva cercando poi di rispondervi a tutti nella maniera più chiara e semplice possibile.*
     
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  9. Kaori Nakamura
     
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    Kaori era davvero triste e confusa. Il suo interlocutore osservandola poteva capire il suo stato d’animo. Era in piedi davanti a lui, ma sembrava che cercasse di proteggersi stringendo a sé il lenzuolo che si era trascinata dal letto. Non si poteva ben vedere ma aveva i pugni serrati portati all’altezza del mento e fissava il vuoto davanti a sé.
    Il ragazzo cercò di aiutarla come poteva andando a sedersi sul letto e cercando di darle quelle poche, ma utili informazioni che aveva su di lei in modo chiaro e semplice.
    Le disse che si chiamava Kaori Nakamura e che era un Angelo di Zeus, ma ovviamente la ragazza non comprendeva cosa ciò significasse esattamente. Forse intuendo che Kaori era confusa Ichigo continuò a parlare raccontandole di fatti ed eventi che sembravano aver sconvolto la Terra, ma di cui la fanciulla purtroppo non aveva memoria anche se, in teoria, doveva in qualche modo aver vissuto in prima persona come tutti gli altri esseri viventi. Infine la invitò a porgli tutte le domande e i dubbi che lei avrebbe potuto avere riguardo a cosa aveva ascoltato.
    Dal canto suo la rossa lo ascoltò per tutto il tempo in silenzio e immobile mentre fissava un punto vago del pavimento in legno. Cercò di rimanere concentrata ed assimilare più informazioni possibili riguardo a quanto udito, ma tutto le sembrava così senza senso e addirittura a tratti fantasioso.
    All’improvviso senza neanche che lei se ne rendesse conto le sue guance venerò accarezzate dalle lacrime, mentre la sua mente provò a mettere da parte gli eventi legati all’Apocalisse per concentrarsi solo sulle informazioni essenziali per capire chi lei fosse davvero.
    Non provava più timori verso Ichigo perché dal modo di porsi la giovane capì che non aveva cattive intenzioni verso la sua persona, ma era addolorata del suo stato e della confusione che lui, inevitabilmente, aveva ancora più espanso in lei. Ad un certo punto la sua espressione si rilassò mostrando che era decisamente incredula di fronte a certe informazioni.

    °Kaori Nakamura … questo è il mio nome devo ricordarmelo …
    E sarei un Angelo in grado di utilizzare una sorta di magia che manipola il sangue … E’ possibile ciò? Che genere di persona ero a utilizzare il sangue per combattere? Ferivo le persone?
    Mi sembra tutto così assurdo!
    Se fossi davvero un angelo dovrei avere delle ali, no? E dovrei essere buona del tipo portare la pace … ma se usavo il sangue ...
    Non ci posso credere.
    ….
    …..
    Aspetta, forse è vero … prima io … °


    Il ragionamento non faceva una piega, se non fosse stato che la rossa si ricordò di un dettaglio non da poco. Fece un respiro profondo e rilassò le braccia un po’.
    Alzò lo sguardo per incrociare quello di lui e gli si avvicinò andando a sedersi sul letto vicino a lui. Poso il lenzuolo da parte, poi con calma e un po’ imbarazzata iniziò a proferire verbo.

    Non so se è vero tutto quello che mi hai raccontato, cioè ha dell’incredibile per me tutto il tuo racconto. Tuttavia io …

    Si interruppe e spostò lo sguardo di lato arrossendo. Deglutì e poi riprese a parlare

    Io … prima ho avuto una fitta alla schiena verso le scapole, come se avessi due ferite sulla schiena … Ecco se ero un angelo in teoria dovrei avere delle ali li no? Dopo mi aiuti a controllare se mi spoglio?
    ….
    E …
    Sai qualcosa di questa ferita? Ho sognato che me la sono fatta da sola …


    Senza che la ragazza se ne rendesse conto la sua voce divenne concitata come se stesse riversando tutta la sua agitazione su di lui. Gli mostrò il suo avambracio ferito per farglielo esaminare eventualmente, ma non gli diede il tempo di rispondere continuando lei a parlare senza quasi neanche prendere fiato.

    Inoltre, cosa significa che io usavo il sangue per combattere? Uccidevo persone ferendole prima? Ero un’assassina? Sei sicuro che ero un angelo? Gli angeli portano la pace, non feriscono e non usano il sangue … il sangue rappresenta la vita no?

    Era così agitata che se il ragazzo non la fermava lei avrebbe parlato forse per diversi minuti in un monologo pieno di dubbi e domande che la angosciavano.

    Non è che vuoi farmi credere che io sia cattiva per approfittarti di me? Che rapporto vi era tra noi prima di oggi? Voglio dire come faccio a fidarmi di te se non mi ricordo se sei un amico, mio fratello, il mio maestro, mio cugino, sposo o amante? In che rapporti sarei con te? Ma non mentirmi che se scopro che mi hai detto una bugia in futuro potrei vendicarmi!

    Sembrò seria nell’accussarlo, ma del resto come fargliene una colpa? Si era risvegliata da un incubo senza alcuna memoria su se stessa e ora l’unico appiglio era ascoltare le parole di lui, uno sconosciuto, ma nello stesso tempo non ricordando nulla non riusciva neanche a fidarsi.

    Edited by Kaori Nakamura - 19/1/2017, 23:18
     
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    *Era comprensibile che la fanciulla potesse avere dei grossi dubbi riguardo alle parole del suo salvatore, ma era la pura e semplice verità. Dal canto suo il Kurosaki non ci guadagnava nulla nel mentirle. Non era quel genere di persona capace a manipolare le menti di chi stava soffrendo per il proprio tornaconto personale. Voleva aiutarla, ma sfortunatamente le informazioni riguardanti esclusivamente la bella donna che aveva accanto erano molto limitate.
    Sfortunatamente il ragazzo voleva aiutare la splendida Kaori, ma non sapeva come fare. Dopo tutto colui che poteva sfatare ogni suo dubbio era morto contro l’ultima ondata dell’Apocalisse.*

    Lo so che tutto ciò che ti dico ha dell’assurdo, ma in fin dei conti gli amici si aiutano sempre nel momento del bisogno. Però ...

    *Un leggero sorriso si dipinse sul di lui volto rimembrando la fine che fece Zeus quando venne trapassato da parte a parte. Poteva sembrare strano, ma anche le divinità immortali possono morire sul campo di battaglia.*

    ... però non posso sfatare ogni tuo dubbio. Colui che un tempo servivi, il Sommo Zeus, è morto e forse è per questo che il potere angelico è sparito. Forse è dovuto proprio alla sua scomparsa.
    Comunque sia ... Kaori ... sarò ben lieto di aiutarti se tu lo riterrai opportuno. Te l’ho detto, un tempo eravamo amici anche se in fazioni diverse. Tra noi vi era rispetto e fiducia.


    *Ella era visibilmente confusa ed agitata tanto che cercò di comprendere in maniera ancora più chiara cosa lei era in passato. Dal canto suo il Kurosaki le spiegò ciò che conosceva riguardo i suoi poteri. Era vero, lei usava il sangue per combattere. Lo sfruttava nei modi più disparati, ma non si soffermò solamente sul suo utilizzo. Ichigo le spiegò che anche se quel dominio poteva esser ritenuto maligno al contrario il suo era utilizzato solamente per aiutare i deboli e gli indifesi. In cuore della ragazza era benevole ed in un certo senso il rinnegato volle farle capire che lei incarnava proprio l’ideale più puro che un angelo doveva rispettare anche se la realtà purtroppo era ben diversa.*

    °Povera Kaori. Forse è un bene che hai perso la memoria ed il tuo legame con Zeus, visto che da quando è morto tutto è andato a scatafascio.°

    *Seduto accanto alla bella fanciulla il Kurosaki le mostrò un dolce sorriso nella speranza di far riemergere quel sentimento di amicizia che lei un tempo provava per lui. Certo il rinnegato non doveva dar nulla per scontato ed essere il più chiaro e semplice possibile. Voleva anche farle capire che non era sua intenzione raggirarla o prenderla in giro, ma se qualcosa non la sapeva era corretto farglielo presente con tutta la trasparenza possibile.*
     
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  11. Kaori Nakamura
     
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    Senza rendersene conto Kaori abbassò ogni difesa verso Ichigo e ascoltò attentamente tutto ciò che lui le disse.
    Certo in quel momento avrebbe potuto raccontarle anche molte bugie, ma c’era qualcosa nel modo di fare del ragazzo che dava fiducia allo spaesato animo della rossa. Era solo un piccolo appiglio, ma meglio di nulla.

    Capito … quindi il Dio in cui credevo è morto e questo mi avrebbe resa umana… a patto che io davvero fossi stata un Angelo...

    Ovviamente Kaori non comprendeva in pieno quello di cui stavano parlando perché in pochi istanti aveva dovuto percepire così tante informazioni su di sé e il mondo che le venne un leggero mal di testa.
    Guardò Ichigo negli occhi mentre continuò a parlare.

    Anche se da quello che mi dici un tempo usavo il sangue a fin di bene, è per me difficile da accettare. Il sangue è l’essenza della vita, quindi in qualche modo giocavo con la Vita stessa. Ero una sorta di giudice che doveva tenere in equilibrio il bene e il male … giusto?

    Sembrò rilassarsi sul fatto che lei usava un potere di certo insolito quanto grandioso. Chi era veramente era difficile comprenderlo ora per lei, ma sentiva che se fossero state vere tutte quelle parole in qualche modo era affascinante scoprire cose che non sapeva di se stessa.

    Secondo te ho ancora il potere magico che mi hai descritto? Tu potresti aiutarmi addestrandomi per ripadroneggiarlo?

    Glielo chiese con fare speranzoso, ma non gli diede il tempo di rispondere perchè un attimo dopo, come se avesse chiesto qualcosa di veramente studipo, cerco di sviare il discorso su altro.
    Si alzò di scatto in piedi e fece un passo in avanti dando le spalle al suo amico. Con fare un po’ imbarazzato, ma sicuro, slegò la cintura del kimono che indossava e fece scivolare la stoffa per scoprire la sua delicata schiena mostrandola così a Ichigo e rivelando le sue cicatrici.

    E’ imbarazzante … ma prima avevo una fitta verso le scapole e se fossi davvero un Angelo penso che dovrei avere le ali, no? Potresti osservare la mia schiena e dirmi se ho qualche segno?

    Il gesto di lei fu spontaneo e privo di ogni malizia, tanto che non pensò minimamente alla possibile reazione del ragazzo sia in senso positivo che negativo.
     
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    *Le parole della splendida rossa lasciarono un poco sorpreso il rinnegato cavaliere. Dopo tutto era come se ella a poco a poco stesse iniziando a fidarsi di lui. Certo ogni verbo detto dall’uomo poteva essere una menzogna, ma il Kurosaki non era quel genere di persona capace a mentire per il proprio tornaconto personale. A maggior ragione se si trattava di prestare soccorso ad una donna vittima d’amnesia.
    Dal canto suo Ichigo si trovava in una posizione un pochino scomoda. Non sapeva come relazionarsi al meglio in quella situazione. Voleva veramente aiutare Kaori a ritrovare se stessa, ma non sapeva come fare. Sperava di non risultare troppo azzardato in quello che faceva. Non voleva essere frainteso o che la bella donna che aveva di fronte potesse interpretare male ciò che lui diceva.*

    °Cosa mai può esserti veramente successo? E’ veramente strano che tu abbia perso la memoria così. Purtroppo non so come poterti veramente aiutare però forse un modo c’è.°

    *Il di lui pensiero era pesante tanto che la sua mente stava elaborando qualcosa per la ragazza. Magari facendole comprendere come usare il suo potere poteva essere la strada giusta da intraprendere per riuscire a dissipare le nebbie che attanagliavano la psiche della rossa.*

    E’ difficile stabilire se un potere è buono o cattivo. La cosa è molto soggettiva. Secondo me bisogna comprendere, invece, se l’uso che se ne fa è per il bene o per il male. Non so se riesco a spiegarmi.

    *Esortò così alla fanciulla il rinnegato, ma il di lui verbo era come se fosse il suo pensiero a proferir parola. Poteva sembrare che un concetto simile non appartenesse nemmeno al giovane uomo, ma in quel momento la sua attenzione venne distolta dal moto della rossa.
    In quel momento Kaori si alzò di scatto in piedi dando le spalle all’uomo dall’arancio crine per poi slacciare la fascia del kimono. Fu così che mostrando la schiena la donna volle sapere se effettivamente se la sua delicata schiena era in qualche modo deturpata dalle cicatrici che poco prima le avevano procurato una fitta verso le scapole.
    Ichigo rimase colpito ed “impotente” verso quel di lei imbarazzato gesto. Si poteva quasi percepire nell’aria che la splendida ragazza era impicciata a mostrare la nuda schiena a quello che fino a qualche momento prima era un autentico sconosciuto. Dal canto suo il Kurosaki rimase molto sorpreso ed anche lui s’imbarazzò un poco nel vedere quel bellissimo corpo di donna matura davanti ai suoi occhi. Certo le di lei grazie non poteva vederle visto che la rossa gli dava la schiena ed erano coperte in maniera più che giusta dalla morbida stoffa del kimono.*

    Purtroppo si Kaori. Sono ben visibili due cicatrici proprio nel punto che hai detto. Non sono grandissime, ma si vedono distintamente.
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    *Senza rendendosene conto l’uomo mosse una mano verso quella nuda schiena, e data la breve distanza, la sfiorò con l’indice proprio nel punto ove era presente una delle due cicatrici.
    Solo ormai a gesto compiuto realizzò cos’aveva appena fatto ed il suo volto diventò rosso come un pomodoro tanto che si voltò di scatto dando anche lui le spalle alla donna.*

    P – Perdonami ... l’ho fatto senza pensarci. Ti prego di scusarmi.

    *La di lui voce era notevolmente imbarazzata tanto che a stento riusciva a mantenere la compostezza che aveva qualche minuto prima. Ichigo sentiva che aveva fatto qualcosa d’inappropriato e non aveva la più pallida idea di come comportarsi in quel momento.
    Fu così che attese l’eventuale risposta della ragazza sperando che il cordiale clima che si era venuto a creare non fosse scemato per quel suo stupido gesto.*
     
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  13. Kaori Nakamura
     
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    La cultura popolare descrive gli Angeli come creature benevole con delle bellissime ali fatte di piume bianche, per questo Kaori chiese ad Ichigo se poteva controllarle la schiena per constatare se davvero possedeva qualche segno particolare che indicasse che lei aveva le ali.
    Un po’ titubante si scoprì la parte di corpo necessaria a comprendere se aveva o meno ciò del quale aveva un poco di timore. Del resto se la sua delicata schiena portava una testimonianza sulla sua reale natura, per quanto difficile da accettare per lei in quel momento, poteva ritenersi comunque fortunata per avere almeno un piccolo punto di partenza da cui iniziare per scoprire la sua identità.
    E’ vero che avere o meno le ali non aveva alcun significato particolare, ma Kaori si basava su quello che ricordava in quel momento sugli Angeli e ciò che li caratterizzava. Le ali. Non poteva sapere, o meglio non ricordava, che nella realtà gli Angeli non tutti gli angeli possiedono delle ali materiali ma esse sono solo emanazioni di prana.
    Dopo aver dato una rapida occhiata, Ichigo la informò che aveva due cicatrici ben visibili verso le scapole, quindi la rossa cominciò a credere a tutto quello che lui gli aveva detto.

    ° Allora ... è per questo che prima mi sentivo male. Io... io... ero un Angelo a cui hanno strappato le ali...!°

    La rossa era immersa nei suoi pensieri quando sentì un leggero tocco sulla schiena, improvvisamente fu attraversata da un lungo e gelido brivido. Tremò leggermente mentre una sensazione di calore pervase il suo corpo, la sua mente e il suo cuore. Una sensazione di dolcezza, delicatezza ed estasi. Una sensazione non riconosciuta eppure così famigliare. Desiderio. Brama di appagamento. Piacere.
    Come un’improvvisa doccia fredda, però, le parole di Ichigo riportarono Kaori con i piedi per terra o quasi. Quelle intense emozioni erano state scatenate dal tocco involontario del ragazzo che cercò di scusarsi palesemente imbarazzato per l’accaduto.

    N-non f-fa nul-la …

    Balbettò la ragazza rimanendo immobile e del tutto spaesata. Il suo respiro era leggermente accelerato rispetto la norma e avvertiva un improvviso caldo.
    Sospirò profondamente cercando di ricomporsi, poi si girò verso il suo amico tenendo chiuso con le mani il kimono per non mostrare le proprie grazie. Provò a sorridere facendo finta di niente, ma il suo corpo e soprattutto il suo volto tradivano le sue intenzioni educate.
    Le guance del suo delicato volto si erano leggermente arrossite, i grandi occhi rossi erano lucidi e guardavano il ragazzo in modo più attento e diverso rispetto a prima e le labbra emettevano dei lenti respiri che sembravano non saziare la fame d’aria della ragazza.

    C-credo di av-vere la f-febbre …


    Disse la ragazza non comprendendo le sensazioni che provava in quel momento. Si mosse verso il letto con l’intento di andare a sedersi vicino al ragazzo quando senza farci caso perse l’equilibrio ed ebbe la sensazione che sotto di lei ci fosse solo il vuoto. Attimi eterni in cui la sensazione di non avere più nessun appiglio ed essere impotenti di fronte la forza della gravità la impaurirono un po’.
    Stava cadendo verso Ichigo, ma solo la più o meno veloce reazione di lui poteva mostrare l’esito della disattenzione della ragazza.
     
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    *Ormai non vi era più dubbio alcuno per la rossa. Era un angelo e la prova erano le evidenti cicatrici sulle sue scapole. Dal canto suo il Kurosaki non si sorprese della di lei reazione nel venir a conoscenza che in passato era un angelo di Zeus, ma si meraviglio di quello che accadde dopo il suo avventato gesto di sfiorarle la schiena per sbaglio.*

    °Ma che le prende?°

    *Rimase sbalordito il giovane rinnegato tanto che il verbo non voleva uscire dalle sue labbra. Si sentiva come incantato dalla celestiale fanciulla che aveva dinnanzi. Era come se in qualche modo il di lui gesto avesse risvegliato qualcosa che la bellissima ragazza aveva dimenticato.
    Il giovane combattente non si capacitava di quello che stava accadendo. Era come se fosse caduto come una pera cotta non capendo più nulla. Si sentiva un poco attratta da lei come se inconsciamente ella gli avesse scagliato contro una sorta d’incanto, ma probabilmente non era così visto che l’effetto durò per solo per qualche istante.
    Scosse il capo un attimo il giovane uomo osservando la splendida fanciulla avvicinarsi un poco alla sua figura affermando d’avere forse la febbre. In fin dei conti poteva anche essere vero. Dopo tutto aveva le spalle scoperte e dalla finestra della camera entrava una leggera brezza fresca.
    Fu proprio quand’ella si mosse che accadde qualcosa che necessitò il di lui intervento. Infatti il moto di lei vacillò a tal punto che perse l’equilibrio iniziando una rovinosa caduta proprio verso il letto. Poco male, magari cadeva sul morbido, ma il ragazzo si mosse rapido per prestarle soccorso cercando di abbracciarla per farla finire su di lui.*

    Tutto bene?

    *Fu l’unico verbo che il Kurosaki espresse finendo nuovamente sul letto sotto al minuto corpo della bella rossa. Il di lui sguardo ricercò quello di lei nella speranza di trovare qualche affermazione positiva che lo rincuorasse dal fatto che non si fosse fatta nulla.
    Rimase li il rinnegato a fissare Kaori avvolgendola in un abbraccio tanto dolce quanto tenero. Non comprendeva come mai provasse qualcosa di così intenso per lei, ma era chiaro che se aveva osato troppo l’avrebbe lasciata andare e se ne sarebbe addirittura uscito dalla stanza se lei gliel’avrebbe domandato.*


    OT Perdona la brevità del post e se non va bene provvederò a sistemare e correggere. /OT
     
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  15. Kaori Nakamura
     
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    Sbadatamente Kaori perse l’equilibrio e nel cadere sentì un’improvvisa paura per la sensazione di sprofondare nel vuoto che pochi attimi dopo divenne un forte imbarazzo nei confronti di Ichigo. Infatti egli fu rapido nell’agire e soccorse la rossa in modo che non si facesse minimamente male. L’abbracciò e la tirò verso a sé in modo che entrambi cadendo finissero sul letto, solo che Kaori si ritrovò sdraiata su Ichigo e con la veste che si era un po’ troppo aperta, tanto che il suo delicato e femminile corpo era in parte nudo, quindi se si fosse spostata avrebbe quasi sicuramente offerto una visione piuttosto piacevole a Ichigo.
    Palesemente imbarazzata per quest'ultimo pensiero esitò a rispondere alla richiesta di lui se lei stava bene e rimase a fissarlo immobile per qualche secondo cercando di metabolizzare cosa stava accadendo nel suo animo.
    Dentro di sé avvertiva emozioni contrastanti che la facevano sentire a disagio. Da una parte avrebbe voluto gridare per scaricare tutta la tensione che aveva e allontanarsi da Ichigo per la vergogna dell’imbarazzante situazione che si stava sempre più creando; dall’altra era felice di essere atterrata su di lui e di poter avvertire il forte e caldo abbraccio che desiderava in qualche modo proteggerla. Ma … l’imbarazzo che aveva era soprattutto dovuto al fatto che in quel momento Kaori provava il desiderio di “ringraziarlo” per starle accanto in modo piuttosto intimo.
    Nella sua testolina si era fatta largo un’idea peccaminosa, e quando si accorse di aver incrociato lo sguardo profondo, virile e ipnotico del suo amico si sentì sempre più … Febbricitante.
    Va detto che Kaori ingenuamente pensava davvero di avere la febbre e non poteva di certo sapere, visto che soffriva di amnesia, che era stata maledetta da un Dio il quale volle privarla dell’amore per vendicarsi del fatto che lei aveva osato contrastarlo. La sua pena sarebbe stata quella di non poter mai conoscere il vero amore perché la sua vita sarebbe stata legata ai più selvaggi e istintivi piacere della carne. Purtroppo per questo motivo quando si attivava la maledizione Kaori poteva eccitarsi anche senza motivo e in presenza di chiunque e il suo carisma erotico poteva ipnotizzare chi non sapeva resistere alla lussuria.
    Si sforzò di tornare in sé e annuì sorridendo a Ichigo.

    “S-si tut-to b-bene. Sc-scusa-ami … “

    Disse ancora balbettando e respirando a fatica.
    Non si era mai accorta prima di allora che i bellissimi occhi castani di Ichigo avevano anche delle venature dorate e che – se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima – lui doveva avere tanta sofferenza e solitudine dentro, ma anche un’infinita dolcezza, nonostante la rigidità e la forza che lui mostrava esteriormente come fosse una maschera.
    Kaori chiuse gli occhi e provò a rilassarsi appoggiando la testa sul petto di lui tanto da sentirne il battito del cuore. Il ritmo vitale e lento udito in qualche modo l’aiutava a tenere a bada il turbine di emozioni dentro di sé tra loro contrastanti e forse, se il ragazzo era attento, avrebbe potuto sentirla fremere tra le sue braccia dalla lussuria che stava divorando la ragazza senza che lei ne fosse pienamente consapevole.
    .
    ° Desidero che Ichigo ora non mi lasci sola … mi piace tanto sentire il suo calore e profumo.
    Cosa mi succede? Ho voglia di sentirlo vicino … anzi sento di averne bisogno. Non credo sia normale sarà la febbre? Dovrei forse allontanarmi da lui?
    Io … anche se forse è sbagliato io …. desidero che lui mi veda come la sua donna e venga a letto con me ora.°


    La ragazza iniziò a trovare molto piacevole stare così appiccicata a Ichigo e non voleva più allontanarsi da lui. Alzò la testa in modo di poterlo guardare di nuovo negli occhi e senza neanche rendersene conto disse una cosa che mostrò che qualcosa in lei era cambiato nell’istante stesso in cui la pronunciò.

    "Ba-baciami."

    Anche se ancora imbarazzata sembrava decisamente cambiata. Quel piccolo e dolce ordine dato al ragazzo non era di certo qualcosa di normale per il carattere usuale di Kaori.
    Anche lo sguardo e il comportamento della ragazza era tutto d’un tratto diverso … più lascivo. Si avvicinò al volto del ragazzo strusciandosi su di lui, tanto che anche se erano entrambi ancora con i vestiti i loro corpi si potevano comunque “sentire” a vicenda.
    Le labbra erano a pochi centimetri le une dall’altre e gli occhi si specchiavano gli uni negli altri.
    Rimase sufficientemente distante la ragazza perché non si sfiorassero le loro bocche, del resto desiderava che fosse lui ad azzerare le distante ubbidendo al suo comando.
    Cosa avrebbe fatto il ragazzo Kaori non poteva saperlo e quindi curiosa rimase immobile, in attesa di una qualsiasi iniziativa di lui.


    OT: Involontariamente Kaori utilizza questa abilità nei confronti di Ichigo.

    ♦ Sexy Charm: Kaori, anche se non lo ricorda, ha osato affrontare il Dio Hypnos, ed egli per vendicarsi l'ha maledetta in un modo molto particolare. In breve ogni tanto la maledizione si attiverà e le farà desiderare di fare sesso per il puro piacere fisico senza alcun sentimento.
    Questa carica erotica permane in Kaori anche quando apparentemente la maledizione è assopita e spinge gli altri a provare una sorta di attrazione fisica e psicologica verso di lei. In pratica Kaori, espandendo il prana intorno a sé, emana un’irresistibile eroticità che lei sfrutterà per ammaliare il nemico, fargli abbassare la guardia nei suoi confronti e più in generale per accaparrarsi l'attenzione, l'ammirazione, la protezione e similare di chiunque.
    Kaori potenzialmente può ammaliare chiunque sfruttandone gli istinti carnali, come se facesse provocazioni esplicite, ma può anche fare in modo che la vittima della sua abilità non provi alcun desiderio carnale nei suoi confronti, ma penda letteralmente dalle sue labbra.
     
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16 replies since 12/9/2016, 22:27   536 views
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