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Role Solitaria

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    *Realtà o immaginazione? Cosa sono effettivamente queste due “entità”? L’una discerne l’altra e viceversa.
    Qualcuno afferma che esiste un modo per comprendere entrambe, ma solo pochi sono in grado di trovare la giusta sentenza. In molti hanno tentato, ma o hanno fallito o si sono smarriti lungo il sentiero che era stato loro tracciato. Dopo tutto bisogna essere molto cauti a procedere su di un cammino oscuro del quale non si conoscono i limiti.

    Erano giorni che il ramingo rinnegato si aggirava solitario, come un’ombra nella notte più tetra, per un loco indefinito dell’Australia. La sera era inoltrata ed il di lui passo era stanco e senza esitazioni continuava il suo peregrinare. Nemmeno il Kurosaki comprendeva ciò che lo aveva spinto in quel continente, l’Oceania, terra dei canguri e della bella vita. Forse cercava qualcosa che nemmeno lui sapeva. Forse una risposta alle sue innumerevoli domande o un posto dove sentirsi parte di qualcosa. Nulla di tutto ciò era chiaro all’uomo dall’arancio crine provato dalle fatiche del suo malessere.
    In quel momento Ichigo non sapeva che farsene di tutta la sua forza e di tutta la sua potenza. In quell’istante era semplicemente un uomo turbato sia dal passato che dal presente. Si sentiva in un vortice insormontabile tanto da non scorgere minimamente ciò che lo circondava.
    Il nulla più totale, una desolazione sconfinata data dall’immensità del deserto australiano e da ciò che stava provando interiormente.
    JEH1wXG
    Che si fosse perso o sapesse veramente dove stesse andando era un mistero, ma il suo incedere pareva pesante e privo della luce che gli era balenata nello sguardo quando aveva prestato soccorso ad un’amica. Il Kurosaki si sentiva un peso sullo stomaco tanto che la fame era sparita come la sete. Si sentiva un guscio vuoto, sballottato di qua e di la dal turbine della vita.
    L’unica cosa certa in quel mare d’inquietudine era solo una cosa. La “fame di conoscenza”. Si poteva dire che il rinnegato era assetato di comprendere cosa stava veramente accadendo al mondo. Da quand’era giunta l’Apocalisse tutto era cambiato. A nulla i suoi sforzi congiunti al resto delle armate mortali erano serviti ad arrestarla. Pareva inarrestabile. Ove il suo occhio si posava tutto veniva distrutto e mutato radicalmente. Era come se qualcuno avesse deciso che era giunta la fine per il genere umano, ma quest’ultimo si era aggrappato a qualsiasi cosa pur di sopravvivere.
    Così stava facendo Ichigo, si attaccava a quella “fame” pur di andare avanti, ma ormai era allo stremo delle forze. Poteva provare a proseguire, ma era veramente al limite.
    Fu così che un sordo tonfo accompagnò il corpo del Kurosaki cadere a terra privo di sensi in mezzo al nulla più sconfinato del deserto australiano.*

    Voce fuori campo: E’ così che vuoi finire? Avanti c’è molto da fare.

    *Improvvisamente una voce destò il giovane moribondo. Non gli era familiare quel suono, o forse si. La cosa in quel momento non era importante.
    Fu così che il rinnegato a fatica si mise a sedere notando che si trovava in un loco completamente diverso da quello dov’era svenuto. Era su un giaciglio di fortuna accanto ad un fuoco. Quel posto aveva tutta l’aria d’essere un minuscolo accampamento atto ad ospitare una massimo due persone.
    La testa gli doleva terribilmente al giovane Kurosaki tanto che la vista era alquanto annebbiata. Il ragazzo si sentiva ancora privo di forze tanto che si sdraiò nuovamente.Solo dopo qualche istante si accorse di una presenza poco distante da lui. Una persona gli dava le spalle intento a compiere chissà quale azione.*
    gsRgIgV

    Ehi ... ehi ... tu ... che stai facendo?

    *L’unico verbo fu quello che espresse il rinnegato tra un colpo di tosse e l’altro. Era strano. Anche quell’insignificante gesto gli provocò un tremendo fastidio alla gola. Ichigo portò involontariamente una mano al collo per massaggiarselo un poco per cercare di schiarirsi la voce.
    Purtroppo la vista era ancora un poco annebbiata, ma abbastanza buona da poter vedere che la persona che gli dava le spalle lo aveva raggiunto con qualcosa in mano che emanava un odore veramente nauseabondo.
    Non ce la fece il rinnegato a sopportare quel fetore che i suoi sensi lo abbandonarono nuovamente rispedendo la sua mente ad errare oltre i confini dello spazio e del tempo in un viaggio onirico talmente assurdo da scombussolare qualsiasi individuo.*
     
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    *Raggiungere l’illuminazione non è un percorso facile. Molti impiegano anni per cercare anche solo di scorgerla appena e non sempre riescono nell’impresa.
    Forse era proprio questo che il rinnegato stava cercando, l’illuminazione, ma con evidenti difficoltà.
    Dopo tutto in quel preciso instate si trovava in un loco sperduto del deserto australiano con la mente che errava oltre i confini dello spazio e del tempo.

    Quello che può essere un semplice gesto per l’uomo dall’arancio crine fu un’impresa colossale. E cosa doveva compiere? Svegliarsi dal suo torpore.
    Ichigo con molta fatica si svegliò dal suo viaggio onirico con la testa che non gli doleva più. Il dolore era “magicamente” sparito, ma non aveva idea di quanto tempo era trascorso dall’ultima volta che aveva scrutato il mondo circostante.
    Si sentiva incredibilmente leggero ed in forma smagliante, ma non voleva alzarsi da quel comodo giaciglio.
    Solo dopo qualche minuto si mise a sedere constatando che si trovava ancora in quel bizzarro accampamento di fortuna e stranamente era solo. Quello che per lui era il “salvatore” non era presente al momento del risveglio e la cosa sconsolò un poco il ragazzo. Dopo tutto voleva ringraziare quello sconosciuto in maniera congrua, ma di lui non vi era traccia.*

    °Chissà che fine ha fatto?°

    *Assalito un poco dal dubbio il Kurosaki si mise in piedi osservando il paesaggio circostante. Era proprio vero, non aveva la più pallida idea di dov’era finito. Si era completamente perso. Certo la cosa non costituiva un grosso problema, ma sapere in che razza di posto era finito poteva essere un buon punto per un nuovo inizio.

    Improvvisamente qualcosa attirò l’attenzione del rinnegato alle sue spalle in quanto si era manifestata, così dal nulla, una sconosciuta presenza.
    Guardingo ed all’erta il ragazzo era pronto a scattare in caso di pericolo, ma la tensione scemò rapidamente quando Ichigo si accorse che quella presenza altro non era che lo stesso individuo che nel “dormi-veglia” lo aveva assistito salvandolo da una fine certa.
    Fu così che rilassandosi il Kurosaki constatò che a prestargli soccorso era un uomo alquanto minuto di statura ed abbigliato da stracci e foglie, come un vero e proprio uomo selvaggio. Quest’ultimo gli rivolse un sorriso sdentato senza proferire alcun verbo al quale il rinnegato rispose con un cordiale segno di apprezzamento chinando leggermente il capo.
    Quello fu l’unico gesto dello sconosciuto rivolto al rinnegato. Successivamente il primo iniziò ad armeggiare con qualcosa che aveva rimediato nel deserto immergendo totalmente la sua attenzione in ciò che faceva. Incuriosito il Kurosaki volle osservarlo in silenzio per capire cosa stesse compiendo quell’uomo.
    Passarono circa una decina di minuti prima che il “selvaggio” scrutò il guerriero con fare interrogativo ed un poco sorpreso.*

    La ringrazio per avermi salvato.

    *Fu questo il verbo del rinnegato, ma quel breve dialogo si dissolse nell’etere forse per un problema di comprensione. Forse il misterioso salvatore non comprendeva le parole di Ichigo.
    Poteva essere un problema quello, ma facilmente venne superato in quanto il rinnegato non si perdette d’animo e con quell’uomo instaurò una comunicazione basata sui gesti, gesti abbastanza rudimentali, ma utili per riuscire a trovare un piccolo compromesso.

    Trascorsero un paio di giornate da quando il rinnegato si era destato ed in compagnia di quel misterioso salvatore Ichigo aveva appreso che era rimasto svenuto per una decina di giorni, cosa che abbastanza lo sorprese.
    Fu proprio durante la terza notte che l’uomo dall’arancio crine ebbe una sorta di visione ove sognò d’essere in un loco abbastanza surreale chiamato, nel sogno, Kun'lai. Esso aveva l’aspetto di un imponente palazzo contornato da alberi di pesco sempre in fiore.
    Di per se era un sogno abbastanza piacevole per il Kurosaki e non vi badò troppo, ma quando provò a spiegarlo al suo salvatore questi rimase sorpreso ed allo stesso tempo stranito. In un certo senso era come quest’ultimo sapesse a cosa il ragazzo si riferiva e voleva che Ichigo raggiungesse quel posto che per lui esisteva veramente. Dal canto suo Ichigo rimase stupito nel notare come l’uomo vicino a lui fosse cambiato completamente. Era come se non lo volesse più al suo fianco e lo esortava a partire ripetendo sempre “Kun'lai” indicando l’orizzonte e con precisione maniacale.
    Fu così che, un po’ per costrizione e un po’ per curiosità il Kurosaki raccolse le sue poche cose per poi partire alla volta dell’ignoto, ma con una metà ben precisa in testa, il famigerato Kun'lai.*
     
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    °E’ più facile a dirsi che a farsi.°

    *Fu quello l’unico pensiero che attraversò la mente del giovane rinnegato quando si ritrovò ancora nel bel mezzo del nulla australiano alla ricerca del famigerato Kun’lai.
    Probabilmente ogni pronostico era a lui sfavorevole, ma il giovane dall’arancio crine non avrebbe rinunciato per così poco.
    Fu proprio nel momento dello sconforto che Ichigo decise di fermarsi un attimo a meditare, all’ombra di un arbusto selvatico, in maniera tale da recuperare le forze ed anche le idee. Certo immerso nell’arsura australiana, in pieno giorno, era alquanto difficile concentrarsi, ma per il rinnegato era necessario. Solo così, almeno credeva e sperava, avrebbe raggiunto l’illuminazione necessaria per proseguire.
    Molti si sarebbero arresi alla prima difficoltà, ma non il Kurosaki. Lui era determinato a proseguire quel cammino che aveva deciso d’intraprendere di sua spontanea iniziativa. Dopo tutto il ragazzo stesso si sentiva a disagio in quel mondo sconvolto dall’Eterno Conflitto. Bramava, quasi in maniera ossessiva, di raggiungere uno stato d’animo di quiete che solo l’illuminazione poteva fornirgli.*

    Tenebra e Luce devono sempre esistere. L’una non può vivere senza l’altra.

    *Improvvisamente una voce estranea al rinnegato si stagliò nella sua mente. Chi poteva celarsi dietro a quel verbo? Il Kurosaki non capiva, ma si sforzava sempre di più a comprendere ciò che quelle parole volessero realmente significare.
    Fu proprio allora che Ichigo si rilassò completamente abbandonando ogni preoccupazione, ogni senso di sofferenza distaccandosi completamente dal resto del mondo. Tutto in quel preciso istante divenne superfluo. Nulla alterava la di lui mente tanto che quest’ultima iniziò a peregrinare come aveva fatto in passato. Non in maniera confusionaria, ma controllata e ferma. Era Ichigo stesso padrone della sua mente.

    Vide molte cose, importanti e non importanti. Tutte avevano però lo stesso valore per il rinnegato tanto che una volta sveglio comprese solo in quel momento cos’era necessario compiere per trovare la meta tanto agognata.
    Messosi in posizione eretta il Kurosaki manifestò una parte del suo incredibile potere per poi richiuderlo nel palmo della mano destra che con un gesto tanto delicato quanto innaturale della stessa l’oscuro potere venne lasciato cadere a terra come se fosse della limpida acqua cristallina.*

    Offro il mio potere e la mia esistenza all’Ordine.

    *Quel di lui verbo venne accompagnato da un rombo come se un violento temporale si sarebbe abbattuto di lì a pochi minuti.
    Così non successe, ma accadde qualcosa di incredibilmente inspiegabile secondo le leggi mortali.
    Davanti al rinnegato si aprì un varco dimensionale, sicuramente non partorito da lui, ove al suo interno si poteva vedere ciò che era dall’altra parte. Un imponente palazzo contornato da alberi di pesco sempre in fiore si stagliava proprio oltre quella porta tanto che il Kurosaki rimase sbalordito e nello stesso tempo impressionato.
    Finalmente lo aveva trovato, il Kun’lai. Quel loco surreale si stagliava dinnanzi a lui ed era come se lo esortasse ad entrare.
    Timoroso era Ichigo. Non sapeva cosa fare, o meglio cos’era veramente giusto compiere. Un sorriso si dipinse lievemente sul di lui volto.*

    Ho trovato il Kun’lai, fermato il mio animo inquieto ed ora eccomi giunto alla fine del mio viaggio. Senza alcuna idea di cosa fare eheh

    E’ piuttosto semplice. E tuttavia difficilissimo.

    *Ancora quella voce nella mente del rinnegato, ma solo dopo aver udito quel verbo il Kurosaki seppe cosa fare.
    Fu così che muovendo il passo risoluto verso quel portale Ichigo acquisì la determinazione necessaria per varcarlo. Nel di lui cuore non vi era più alcun dubbio. Non sapeva quanto tempo sarebbe servito per compiere quel viaggio, ma era certo che ne avrebbe tratto un enorme vantaggio. Vantaggio che probabilmente gli avrebbe concesso la forza sufficiente per fermare il Male dell’Apocalisse e salvare coloro che amava.*
     
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    *Parlare di tempo, nel Kun’lai, è qualcosa d’impossibile. Pare proprio che in quel loco il tempo sia completamente fermo; ad una prima analisi. Può darsi che sia così, ma in verità lo scorrere del ciclo naturale del giorno e della notte è completamente differente.
    E’ proprio in uno di questi “istanti” che il giovane rinnegato ha abbracciato le usanze natie dedicandosi allo studio e alla ricerca dell’illuminazione. Dal canto suo il ragazzo dall’arancio crine si trovava finalmente in pace con se stesso. Poche erano le persone con cui aveva fatto realmente conoscenza, ma in fin dei conti tutti costituivano una sorta di “contorno” a colui che veramente era importante in quel palazzo tanto surreale quanto materiale.
    Si faceva chiamare col titolo di Dottore, ma la cosa non importava al rinnegato, nuova recluta dell’Ordine.
    Dottor Strange, era questo il nome di colui che era a capo di quella che a prima vista poteva assomigliare ad una setta di una religione indipendente, sorta dopo l’Apocalisse. Strange era un uomo dall’età indefinita come se il tempo stesso non lo intaccasse minimamente. La sua presenza era un toccasana per lo spirito di ciascun essere che gli era vicino. Calmo e pacato la sua risolutezza era pressoché incrollabile.
    Dal canto suo il Kurosaki aveva avuto il modo di disquisire con Strange tanto che fu proprio quest’ultimo a rivelarsi come suo salvatore nel deserto australiano. Dopo tutto il Dottore aveva visto del potenziale nel rinnegato e decise di aiutarlo ad intraprendere il sentiero che lo avesse condotto nel Kun’lai.*

    E così eri tu quel bizzarro uomo selvaggio.

    Indovinato. O meglio quella era tutta un’illusione per farti giungere qui.

    *Poteva risultare strano, ma la giovane recluta non si sentiva presa in giro. Comprese fin da subito che quello stratagemma fu necessario e per questo non se la prese con Strange; anzi lo ringraziò.
    Fu così che il giovane adepta si mise ad apprendere quanta più conoscenza potesse impratichendosi sempre di più verso l’illuminazione.
    Ichigo divorò una quantità enorme di libri leggendoli tutti dal primo all’ultimo addestrandosi nelle antiche arti arcane insieme agl’altri adepti come lui.
    Passavano i mesi, o almeno così credeva, ed il Kurosaki percorreva la via traccia dal Dottor Strange quanto più fedelmente possibile.
    In un certo senso era come se Ichigo finalmente avesse trovato ciò che ricercava da tempo. Per la prima volta si sentiva in pace con sé stesso tanto che il suo stesso animo era in uno stato di quiete assoluta.
    La giornata tipo del rinnegato era composta da sessioni interminabili di allenamenti intervallate da meditazioni oniriche. Strange gli aveva persino consigliato alcune letture molto antiche ed in tutta risposta Ichigo era riuscito a comprenderle facendo suoi gli insegnamenti di quei vecchi tomi.
    Si poteva dire che il Kurosaki stava maturando e sviluppando una nuova visione del mondo e soprattutto di sé stesso. Da impulsivo stava diventando riflessivo. Sempre pronto a chiedersi il perché delle cose.*

    °Interessante questo Libro dei Vishanti. Un po’ particolare, ma interessante.°

    *Fu proprio al termine della sua ultima sessione di meditazione che il rinnegato venne richiamato dal Dottor Strange. Il mentore voleva parlare con l’ultimo arrivato ed assegnargli una missione alquanto particolare e delicata. Era la prima volta, da quanto Ichigo aveva raggiunto il Kun’lai, che gli veniva affidato un incarico difficile e a detta di alcuni impossibile per le sue capacità.

    Una volta portato a termine l’incarico il giovane adepta venne riconosciuto da tutti i discepoli e da Strange in persona con il titolo onorifico di “Alto Templare” dell’Ordine tanto che tutti gli mostravano il rispetto dovuto al suo rango.*

    Ora ufficialmente fai parte dell’Ordine Ichigo. Va a Sydney. Li troverai un Sanctum Sanctorum della nostra fazione. Probabilmente non ci sarà nessuno, ma è da lì che operiamo nel mondo terreno. Ciò che ti chiedo non è facile, ma desidero che tu raccolga tutti coloro che li riterrai degni ad entrare nell’Ordine e li guidi verso il Fine Ultimo.

    Lo farò ... maestro.

    *Dopo aver disquisito ulteriormente con Strange sui dettagli del suo compito il Kurosaki si mosse verso un varco dimensionale appositamente creato per lui per ritornare alla realtà terrena.
    In cuor suo Ichigo si sentiva un poco malinconico nel dover abbandonare il Kun’lai, ma quel distacco era necessario. I suoi doveri di Alto Templare lo attendevano a Sydney.
    Fu così che il passo del giovane dall’arancio crine venne mosso in direzione del portale e solo dopo esservisi addentrato la sua figura venne avvolta da una bianca e calda luce.*
     
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    *La luce era calda ed avvolgente come una culla. Il rinnegato si sentiva inebriato dalla pace e dalla serenità tanto da far credere al suo spirito d’esser stato alleggerito dal grande peso che gravava sulle sue spalle.
    In un certo senso il ragazzo dall’arancio crine si sentiva veramente pronto ad affrontare la nuova sfida che gli era stata posta dinnanzi dal suo mentore, il Dottor Strange.

    Sfortunatamente anche le cose bellehanno una fine. Infatti il Kurosaki si svegliò in quello che era il devastato presente immerso nella desolazione dell’Apocalisse in terra australiana.
    Il di lui passo si muoveva risoluto all’interno della città chiamata Sydney, metà ultima del suo viaggio dal Kun’lai, constatando il fatto che lo sfarzo ed il lusso del loco. L’Alto Templare percepiva qualcosa nell’aria, come se quella sfarzosità era contornata da un sentimento di malessere generale. Era come se tutti fossero ricchi, ma nello stesso tempo no.
    Certo era una di lui sensazione, ma aveva imparato a dar ascolto abbastanza di frequente al suo intuito che il più delle volte non sbagliava mai.

    “Impersonando” uno spettatore il rinnegato si muoveva per le strade della città, leggero e senza cupi pensieri, alla ricerca del Sanctum Sanctorum della sua fazione, l’Ordine.
    Fu proprio svoltando l’ennesimo angolo di un insignificante edificio che il rinnegato osservò una scena che lo lasciò a dir poco sorpreso.
    Una piccola e malnutrita bambina chiedeva l’elemosina lungo la strada. Il di lei visino era segnato dalla fame prolungata.
    Pareva che nessuno badasse a lei ed in tutta risposta riceveva scherno ed insulti da facoltosi uomini abbienti concentrati sulle loro frenetiche e miserabili vite.
    All’ennesimo insulto la piccola se ne andò tutta rattristata con il visino in lacrime tanto. Dal canto suo il Kurosaki deviò il suo cammino seguendola senza dare nell’occhio per vedere dove si fosse cacciata quella minuta fanciulla.
    Fu allora che la trovò intenta a consegnare quel poco che aveva ad altri bambini cercando di donar loro un sorriso con la miseria che era riuscita a racimolare.
    Purtroppo in quel momento l’Alto Templare non aveva la possibilità di aiutare quegli infanti, ma si ripromise d’adoperarsi una volta preso possesso del Sanctum Sanctorum.

    Gli ci vollero un paio d’ore per riuscire a trovare l’edificio. Fu semplice trovarlo. Dopo tutto da quand’era entrato in quello schieramento era come se avesse sempre saputo dove fosse la sede principale dell’Ordine.*

    °E così questa è la mia nuova casa. Beh dai ... pensavo peggio.°

    *Fu con quel pensiero che l’Alto Templare si mosse all’interno dell’edificio verificando che non ci fosse nessuno all’interno.
    Era completamente da solo, ma dovette ricredersi sulle condizioni del loco. Infatti tutto era pulito e in ordine come se fosse passato qualcuno a dare una sistemata prima del suo arrivo.
    Girovagando per le varie stanze del palazzo Ichigo comprese che c’era molto lavoro da fare e per prima cosa era comprendere cosa veramente stava accadendo lì a Sydney. Per il Kurosaki il troppo sfarzo era sintomo che pochi lucravano sui molti. Era giunto il momento di rimettere le cose a posto.
    Prendendo posto in quello che pareva uno studio iniziò a meditare e progettare svariate azioni da compiere per far progredire l’ascesa dell’Ordine nella cittadina australiana.*


    [spoiler_tag][/spoiler_tag] OT Role conclusa. /OT
     
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